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Augusta, suona la fanfara: il Comune diventa Città

AUGUSTA – Il sindaco Giuseppe Di Mare fa suonare la fanfara, per celebrare il titolo di “Città” con cui adesso il Comune potrà fregiarsi nella carta intestata. Si è aperta con le trombe dei bersaglieri in congedo di Santa Croce Camerina, arrivati in piazza Duomo correndo gli ultimi 50 metri, la cerimonia organizzata per aggiungersi alle altre 67 città siciliane che possono ornare il gonfalone con la corona turrita“. Diventando la settima in provincia, dopo Avola, Lentini, Carlentini, Pachino, Noto e Siracusa, che può incoronare il nome col “cerchio d’oro sostenente otto torri”. Un evento che ha permesso a Gaetano Galvagno di proclamare dal palco una “sinergia fra presidenza dell’Assemblea regionale e questa amministrazione, che ha tutto il sapore di un battesimo Fdi sulla giunta civica. Dando a sorpresa una colorazione diversa, a un momento che invece si prestava ad avere altri significati. Il decreto firmato da Sergio Mattarella risale infatti al 13 giugno, ma per solennizzarlo è stato scelto proprio il 2 dicembre. Trasformando il conferimento ad honorem, altrove onorato sobriamente nell’aula consiliare, in un gesto fortemente simbolico. Sia per la coincidenza col decennale dalla relazione d’accesso, che ha determinato lo scioglimento per mafia. Sia perché a firmare quell’indagine poi fatta a pezzi dal tribunale, tanto che la Procura ha rinunciato ad appellarsi, è stata la prefetta Giusi Scaduto. Oggi incaricata di consegnare il diploma conferito dalla presidenza della Repubblica, il cui nome è stato scolpito sul prospetto del Municipio, nella lapide sottoscritta insieme al primo cittadino

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La prefetta dello scioglimento torna per consegnare il decreto onorifico: questo mi piace di più.

Il sindaco Giuseppe Di Mare e la prefetta Giusi Scaduto.

Augusta merita questo titolo, che per quanto onorifico ha un valore eccezionale e straordinario: abbiatene cura ed esportatelo nel mondo intero”, dice la prefetta nel suo intervento. Aggiungendo che il riconoscimento “dà merito della storia, del valore artistico, paesaggistico, urbanistico e architettonico di cui è portatrice”. Scaduto si augura “che questo titolo possa fungere da collante per superare ogni criticità e divisione”. E conclude con l’auspicio “che possa essere uno stimolo ulteriore a lavorare insieme, per scrivere un nuovo capitolo di questa lunghissima e meravigliosa storia della città”. A margine della cerimonia non si sottrae alla cronaca che non si accontenta dell’ufficialità. Così la domanda sul “ritorno” nel Palazzo che l’aveva vista protagonista in modo radicalmente diverso, lo commenta affermando che “questa ricorrenza mi piace di più”. Guida la prefettura di Siracusa da 3 anni, e ha sostenuto con convinzione la prestigiosa concessione del titolo di “Città”.

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“Mai stato spirito discriminatorio”, Scaduto firma con Di Mare la lapide commemorativa.

“E’ la testimonianza che non c’è mai stato uno spirito discriminatorio”, sottolinea Scaduto, puntualizzando che “ci sono leggi e le applichiamo”. E dichiarandosi “felice degli esiti” ampiamente assolutori, riguardanti vicende che hanno condannato Augusta ad anni di emarginazione, a causa di un dossier che ha lambito lo stesso ambiente politico da cui è partorita l’attuale amministrazione. “Mi auguro che questo titolo onorifico possa essere un collante di questa comunità, che ha scritto la storia industriale della zona”, conclude la prefetta. Che non a caso ha firmato insieme al sindaco la lapide celebrativa. “Operosa, fiera e generosa, esempio di orgoglio per la propria storia, forte di fede incrollabile nel progresso civile ed economico”, riporta il marmo. Che non è rimasto l’unico ad attingere alla datata retorica primi Novecento , nel denso programma di celebrazioni. La conferenza organizzata il 29 novembre per ricordare il ruolo della Marina nella storia locale, prevedeva la relazione “Augusta sentinella del Mediterraneo“. Un titolo evocativo, perché è la frase pronunciata da Benito Mussolini, quando nel 1937 venne in visita come duce per militarizzare la città.

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“Riconoscimento frutto di una storia”, lista celebrativa di tutti i sindaci; c’è pure Pippo Amara.

Scopertura della cronotassi dei sindaci con l’ex Carmelo Tringali.

Più attenzione alla storia repubblicana è stata messa nellacronotassi dei sindaci dall’unità d’Italia“, che però salta opportunamente quelli in carica sotto i re sabaudi e i podestà del fascismo. L’elenco affisso l’1 dicembre nell’androne del municipio inizia dagli anni Sessanta, lasciando spazio in bianco giusto per altri due nomi dopo Di Mare. Nel catalogo della memoria più recente c’è pure Pippo Amara, protagonista discusso e indiscusso della politica negli anni di Tangentopoli. Nella lista non è stato dimenticato nessuno. Nemmeno Concetto Lombardo, che nel 1979 è rimasto in carica un’ora appena, poiché si è dimesso subito dopo l’elezione a sorpresa del consiglio comunale. “Tutti i sindaci hanno contribuito a poter ricevere oggi il riconoscimento di Città”, spiega Pino Carrabino, nella conferenza di presentazione del pannello. L’assessore alla Cultura è stato il vero motore dell’iniziativa, nata in una logica di valorizzazione dell’identità cittadina. Ma poi “espropriata” da un’amministrazione con l’esigenza di rilanciarsi, dopo gli strascichi delle regionali. Che la ufficialità della cerimonia di piazza ha tuttavia sottolineato, e acuito.

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Galvagno battezza Di Mare col crisma Fdi: presidenza Ars in sinergia con questa amministrazione.

Il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno.

Tutti hanno notato la prima fila assegnata a Carlo Auteri, primo dei non eletti all’Ars con Fratelli d’Italia, ma che attualmente è solo un consigliere comunale di Sortino. Eppure è stato considerato meritevole di maggiore attenzione protocollare rispetto al presidente del consiglio di Augusta, Marco Stella, relegato nella fila dietro. Tantissimi politici hanno avuto più fiuto su eventuali “mortificazioni” del ruolo, ignorando l’invito senza nemmeno declinarlo educatamente. Anche perché molti se lo sono trovati nella posta elettronica, orfano della rituale telefonata che lo accompagna quando la presenza è davvero benvenuta. A dare caratura politica all’evento pubblico c’è in ogni caso Galvagno. Parlando di allineamento politico fra i governi regionale e nazionale, che possono portare tantissime risposte al territorio“, ha cura di metterci dentro anche quello che amministra la nuova Città. “C’è grande attenzione da parte della presidenza dell’Ars, per stare qui ho stravolto tutti i piani”, sottolinea significativamente. Anche se pare che il meloniano catanese lo dica in tutti i posti del circondario dove è invitato, resta comunque inequivocabile l’annuncio di voler operare “in sinergia con questa amministrazione”. Allo stesso modo il messaggio arrivato all’ultimo istante da Ignazio La Russa, sia pure inviato come presidente del Senato, si potrebbe prestare a una lettura in chiave di appartenenza. Il sindaco comunque si tiene accuratamente dentro il ruolo istituzionale.

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Il sindaco: ora essere tutti Città nelle azioni quotidiane. Ma affida l’evento a una coop di Siracusa.

“E’ una giornata meravigliosa e carica di emozione”, dice Di Mare. Enfatizzando “la presenza di istituzioni pubbliche e private, commercianti, imprenditori, professionisti, associazioni, scuole“. Secondo il primo cittadino ciò “fa capire che da un momento così delicato si può uscire solo insieme”. Forse corregge il tiro di Galvagno, quando nel comunicato dopo la manifestazione puntualizza che “la sinergia alla quale lavoriamo da sempre è stata rappresentata dalla piazza, gremita da un’intera comunità“. In verità di “gremita” sembra solo la fila per il francobollo speciale con relativo annullo postale, che la Storia patria vende al suo costo nominale di un euro e 20, ma solo dopo aver preso il nome dell’acquirente. “Per evitare accaparramenti”, giustificano al banchetto. L’elenco magari verrà utile in futuro, come censimento dei partecipanti a un “momento storico”, come da giorni è definito nei comunicati ufficiali. “La storia dei nostri padri è una storia di unità, e noi dobbiamo continuare su questo percorso perché Augusta da oggi è una Città ma noi dobbiamo lavorare affinché lo diventi anche nelle nostre azioni quotidiane”, esorta il sindaco. Che ha dovuto attingere al suo fondo di riserva per coprire i costi, lievitati a 20 mila euro dai 12 mila inizialmente stanziati. Per dare lustro a genius loci e celebrare l’apoteosi delle capacità augustane, l’organizzazione dell’evento è stata data con affidamento diretto a una cooperativa specializzata. Di Siracusa.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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