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Augusta, cantieri persi e diserta corteo:”Di Mare ignora disoccupati”

AUGUSTA – “Quando non si tratta di fare sponda alle aziende ma di occuparsi di semplici disoccupati, questa amministrazione Giuseppe Di Mare perde non solo i finanziamenti regionali per i cantieri lavoro, ma anche l’occasione di metterci la faccia”. Il capogruppo di area progressista Giancarlo Triberio fa esplodere le polemiche, per la latitanza del più importante Comune industriale alla manifestazione sul rischio occupazione nel Petrolchimico di Priolo. Un corteo che il 18 settembre, a Siracusa, ha visto la curia vescovile affiancare i sindacati e le grandi imprese. Ma dal quale gli amministratori augustani si sono tenuti alla larga. A eccezione della vicesindaca Tania Patania, imprenditrice portuale, che ha sfilato accanto le associazioni della sua categoria. Tuttavia senza quella fascia tricolore da sindaco, che in assenza di questi lo rappresenta come istituzione. “Un simbolo istituzionale indossato spesso e volentieri per inaugurazioni di ogni tipo, negozi compresi, ma non in un’occasione così importante”. L’annotazione che arriva dalla segretaria cittadina della Cgil, Lorena Crisci, è condivisa anche dall’ex segretario territoriale Uil, Stefano Munafò. Che critica il suo stesso sindacato, “per aver rotto una vecchia tradizione unitaria in un momento così delicato”, ma anche “le amministrazioni che si sono defilate”. Fra cui “un’altra guidata da Fratelli d’italia, come Avola“, aggiunge il consigliere d’opposizione. “Nonché Noto e Cassaro, puntualizza a sua volta Di Mare, negando qualsiasi addebito su assenze e finanziamenti perduti.

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“Una mala cumparsa”: il sindaco smentisce con le carte l’inerzia sui fondi revocati da Regione.

“Una bella mala cumparsa”, scrive il primo cittadino sui social. La replica arriva poche ore dopo la conferenza stampa convocata da Triberio il 19 novembre, per attaccare “l’amministrazione di Destra populista che si disinteressa delle tematiche sul lavoro, tanto da perdere persino i finanziamenti regionali per 4 cantieri dove impiegare 30 disoccupati”. Si tratta di 233 mila euro che la Regione aveva concesso nell’ottobre dello scorso anno, per sistemare le recinzioni in due scuole e rifare i cordoli alle aiuole dei giardini pubblici e del cimitero. “Soldi per 331 giorni lavorativi, cioè un anno e mezzo di lavoro per chi è disoccupato, che l’assessorato regionale si è ripreso con una motivazione inequivocabile”, dice il capogruppo di minoranza. Il decreto motiva infatti la revoca dei fondi, “considerato che codesto Comune non ha prodotto, entro i termini assegnati, alcun riscontro a quanto comunicato”. Cioè era stato avvertito, ma non avrebbe fatto nulla. A smentire l’accusa di inerzia c’è però una lettera postata dal sindaco, dove l’amministrazione avanza “istanza di proroga dei termini“. Risultata inutile, secondo il primo cittadino, per colpa del superbonus edilizio che impegna i professionisti.

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“Bandi cantieri ignorati dai tecnici”, Triberio: chiediamoci perché in altri Comuni partecipano.

Giancarlo Triberio.

“Ben 5 avvisi per la ricerca dei direttori lavori sono andati pressoché deserti”, scrive Di Mare. Rivelando che è caduta nel vuoto pure la richiesta di una “deroga regolamentare”, che consentisse di assumere almeno i tecnici non iscritti nell’elenco regionale. “Eppure in altri Comuni, come a Carlentini, i cantieri sono partiti regolarmente”, aveva notato Triberio in conferenza stampa. Prevenendo l’obiezione che i cantieri fossero naufragati perché i geometri hanno ignorato le offerte di lavoro, aveva puntualizzato “come in tal caso ci sarebbe da interrogarsi sul perché altrove rispondono alle manifestazioni di interesse, e qui invece no”. Forse rinunciano in partenza perché immaginano che ad Augusta non basti solo il curriculum professionale? Il consigliere d’opposizione sorvola sulla domanda implicita che ha sollevato, ma la sua idea trapela da un documento inviato ai giornalisti dopo la conferenza stampa. Dove parla di “storture di metodi amministrativi che sono sotto gli occhi di tutti”, nonché di imprecisate “scelte amministrative opinabili e dalla dubbia imparzialità”. Il sindaco contrattacca invitandolo “a cambiare informatore o prepararsi meglio; cerchi l’inefficienza in chi lo accompagna nel suo percorso, in quei colori politici che hanno da sempre amministrato la nostra città, portandola all’abbandono che stiamo provando a trasformare”. Una stilettata al centrosinistra che ha sempre amministrato fino all’arrivo del populismo 5 Stelle, e poi dell’attuale civismo dalle radici post-missine.

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Comune assente al corteo per occupazione nel Petrolchimico, alla Cgil resta “amaro in bocca”.

Lorena Crisci.

Ma se per i cantieri persi Di Mare rivendica che “l’amministrazione ha fatto tutto ciò che doveva”, è più evasivo riguardo il profilo basso tenuto nella protesta per l’occupazione nel Petrolchimico. Sostiene che Patania era a Siracusa in rappresentanza del Comune, anche senza fascia sindacale “perché comunque erano poche al corteo”. Però in una manifestazione dal carattere più che altro simbolico, dato che il rischio chiusura della Lukoil non si risolve in provincia, il simbolismo ha un ruolo importante. Perciò l’assenza del simbolo istituzionale augustano ha un significato politico chiaro, che al sindacato non sfugge. “C’era la vicesindaca, è vero, tuttavia sono rimasta stupita quando mi ha puntualizzato che lì rappresentava solo l’area portuale ma non l’amministrazione”, afferma Crisci. Forse il momento concitato ha causato fraintendimenti, oppure Palazzo di città ha opportunisticamente nascosto la mano dopo aver lanciato il sasso. Resta il fatto che alla sindacalista “ha lasciato la bocca amara non vedere la fascia del sindaco di Augusta, anche perché avevamo trovato grande disponibilità durante un apposito incontro con la segreteria provinciale Cgil“.

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Munafò: sbaglia la Uil a rompere fronte sindacale e l’amministrazione a sottovalutare la crisi.

Stefano Munafò.

La città ha il boom provinciale nel reddito di cittadinanza in rapporto alla popolazione, perciò non a caso Crisci si chiede “cosa accadrà se a Roma lo revocano e qui allo stesso tempo esplodono i problemi della zona industriale: l’amministrazione che ieri sottovalutava quel grido l’allarme lanciato dai sindacati e dagli imprenditori, domani come fronteggerà la crisi sociale?”. La dirigente sindacale si dice inoltre “colpita dalla diretta social che Di Mare ha fatto nella stessa serata della manifestazione, principalmente dedicata all’auto-celebrazione dell’asfalto steso sulle strade comunali; riservando invece poche parole ottimistiche a un tavolo tecnico col ministro sulla questione Petrolchimico, sul quale i sindacati avevano già manifestato delusione per assenza di soluzioni convincenti”. La Camera del lavoro augustana comunque non è la sola a esprimere perplessità. Munafò non ha lesinato critiche alla dirigenza Uil sfilatasi dal fronte unitario, ma sconfessata da tanti dei suoi presenti nel corteo, perciò si conquista credibilità nelle critiche sulle altre assenze. “Il sindaco sta guardando la problematica in modo superficiale, la sta sottovalutando. Secondo l’ex segretario territoriale di Siracusa, Ragusa e Gela, probabilmente pesano le incertezze governative. “Non hanno un’idea chiara di cosa fare con la Lukoil”, dice. L’analisi è condivisa da Triberio, che da consigliere di minoranza va oltre. “A manifestare c’erano tutti, tranne l’amministrazione di Augusta, e quella politicamente gemella di Avola. Assenze che fanno male soprattutto ai lavoratori, anche se non ci stupiscono: si nascondono perché sanno che a Roma come a Palermo, i loro governanti di Destra sono incapaci di trasformare la propaganda elettorale in azione di buon governo“.

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Il capogruppo dell’area progressista avverte: poi non si dica che esasperazione è colpa nostra.

Studenti augustani al corteo per l’occupazione nella zona industriale (foto FbI.

Il capogruppo chiude la conferenza stampa leggendo, “in modo che non ci possano essere fraintendimenti”. Perché “la situazione sociale è grave e il clima avvelenato, anche a causa di chi dovrebbe dare per primo esempio di compostezza e correttezza istituzionali”. Scrive che “dopo l’ennesimo schiaffo in faccia alle problematiche della disoccupazione, non vorrei che ogni manifestazione di indignazione diventi un comodo alibi per scaricarsi di responsabilità, insinuando che ci sia un ‘inquinatore di pozzi'”. In pratica contesta a Di Mare un post dove addossava agli oppositori la responsabilità morale di un aspro “confronto” con un disoccupato, sfociato in denunce incrociate. Triberio respinge l’equazione fra dissenso e codice penale. “Non indietreggiamo di un millimetro sul diritto di critica, soprattutto da parte dei cittadini socialmente più fragili, che hanno solo la voce dei social per farsi sentire. Anche chi percepisce un reddito di cittadinanza ha diritto a criticare chi lo governa senza temere ‘ritorsioni‘, che ripugnano proprio per la disparità di forza: nessuno, nemmeno in stato di bisogno, deve essere costretto a rinunciare a un diritto fondamentale. Contrasteremo qualsiasi tentativo di instaurare un clima di larvata intimidazione abusando delle entrature istituzionali, e ci metteremo sempre di traverso a qualsiasi tentativo di silenziare il dissenso“.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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