Tu sei qui
Home > ERROR404.ONLINE > Augusta, salva la Ricetta di Malta: Palumbo la dona al Comune

Augusta, salva la Ricetta di Malta: Palumbo la dona al Comune

AUGUSTA – Il Comune di Augusta diventa più ricco. Se non proprio finanziariamente, sicuramente di cultura. Con l’acquisizione al patrimonio comunale dell’antica Ricetta di Malta, infatti, la città si è riappropriata di un importante pezzo della sua storia. Ottenendolo fra l’altro in maniera gratuita, considerato che i proprietari l’hanno donato con l’unica condizione “che deve ospitare iniziative culturali di grande respiro per la città”. Un vero e proprio successo personale del nuovo assessore Pino Carrabino, storico locale che da un trentennio si spende per non far perdere ciò che resta del monumento risalente al XVII secolo. Che la proprietà aveva messo in vendita sin dagli anni Novanta del secolo scorso, quando il terremoto di Santa Lucia aveva inferto un altro colpo alle murature fatiscenti. Da allora, ogni amministrazione è rimasta sorda agli accorati appelli che arrivavano dalla Storia patria e dal mondo intellettuale, per il salvataggio da un destino come bed and breakfast. C’è voluta quella del sindaco Peppe Di Mare perché il sogno degli storici augustani diventasse realtà, e pure a costo zero. Adesso però la sfida che attende gli amministratori è evitare che quei ruderi regalati restino solo un trofeo diroccato, per farne un contenitore culturale. Su questo le idee sembrano comunque chiare, anche se resta da vedere quando si concretizzeranno.

PER APPROFONDIRE: Augusta città-museo: collezioni ampliate e recupero delle fortificazioni

L’assessore: copertura del piano nobile per sala conferenza, il resto per eventi estivi.

“Innanzitutto procederemmo immediatamente per il consolidamento”, spiega l’assessore alla Cultura. Aggiungendo che “l’idea è quella di un intervento che miri a ottimizzare i costi“. Quindi niente ricostruzioni, anche se lo renderebbero possibile diverse foto d’epoca. Piuttosto, “più che ricostruire solai è meglio utilizzare la parte monumentale con una copertura, realizzando una grande sala conferenze illuminata dalle finestre in alto del piano nobile“. Si tratta di quella parte rimasta del cosiddetto Palazzo del Ricevitore“con tutte le modanature settecentesche”, dove alloggiava il responsabile di quella che era vera e propria fabbrica di gallette per i naviganti. Per oltre un secolo “diede lavoro ad almeno 200 addetti“, spiega Carrabino in un documentario del 2018, girato dai giovani di Destinazione futuro. Considerato che all’epoca Augusta era solo un pugno di casette raggruppate nella parte alta dell‘isola, lo stabilimento dei Cavalieri era come la Fiat a Torino negli anni Sessanta. Quando Napoleone cacciò l’Ordine da Malta, in poco tempo venne chiusa anche la Ricetta e inizio l’emigrazione degli augustani verso le Americhe.

PER APPROFONDIRE: Augusta, niente vincoli a case sulle mura barocche:”non è centro storico”

Isabella Palumbo rinuncia alla vendita, il sindaco: gesto nella storia nobile di famiglia.

La parte superstite donata da Isabella Palumbo Fossati, docente universitaria in Francia, è solo la piccola frazione di un complesso che si estendeva per più di un isolato. L’intenzione del Comune comunque è quella di non coprire tutto. “Lo spazio all’aperto antistante lo scalone monumentale sarà usato per manifestazioni estive. Con la eliminazione del tamponamento che mura il portale monumentale su via Epicarmo, la Ricetta verrà inoltre resa visibile dall’esterno, riqualificando quella zona del quartiere“. Ai tempi dei Cavalieri, quell’area fuori mano vicina cala Paradiso era il regno dei contrabbandieri. L’urbanizzazione degli anni Settanta l’ha poi trasformata in un agglomerato di condomini-dormitori. Con il contenitore culturale visivamente accessibile dal marciapiede, la selva di cemento armato circostante non scoraggerà più le passeggiate amene a sud dell’isola. “Nel ringraziare l’assessore per aver operato e sensibilizzato la comunità sulla necessità della salvaguardia, non posso che esprimere il plauso per un edificio restituito alla città”, dichiara il sindaco con un comunicato. Il documento non trascura nemmeno i benefattori, parlando di “un gesto che riafferma il legame tra la città e la storia di questa nobile famiglia, che nel corso dei secoli ha ricoperto ruoli apicali in ambito militare”.

PER APPROFONDIRE: Augusta, cineteca comunale per ricordare la grande illusione industriale

La donazione frutto della fiducia trentennale riposta nello storico Carrabino.

Il “grazie” dell’amministrazione si estende “al notaio Desiree Cannata, per aver rinunciato al suo onorario con lo scopo ben preciso di contribuire a questa nobile causa”. La quale inizia negli anni Novanta, quando l’immobile viene messo in vendita per un miliardo e mezzo di lire. Prezzo poi sceso recentemente a circa 240 mila euro, dopo che il tempo e il sisma hanno lasciato solo vecchie mura fatiscenti, per quanto cariche di antiche suggestioni. “Ricordo quando, pur non conoscendoci personalmente, mi contattò per la prima volta con l’intento di affidarmi la possibilità di interessarmi alla vendita dell’immobile“, scrive Carrabino. Cogliendo l’occasione per togliersi anche qualche pietra dalla scarpa. “Ricordo i numerosi tentativi e taluni interventi di opinionisti da salotto che periodicamente, anche a mezzo stampa, vanificavano percorsi e obiettivi. Già in passato, le precedenti amministrazioni avevano anche realizzato dei progetti di restauro e riuso della struttura, ma in effetti non vi è stato mai alcun seguito. Sono onorato che questo mio sogno si sia concretizzato, potendolo così inserire nel novero degli obiettivi raggiunti dall’amministrazione di cui mi onoro far parte”.

PER APPROFONDIRE: Augusta, carcere dei brigatisti da demolire: bufera sui restauri al castello

Il professore Giansiracusa: monumento punto di forza di carattere internazionale.

Dopo quel documentario artigianale sulla Ricetta, Destinazione futuro si è presentata alle comunali di ottobre nella coalizione Di Mare. Riuscendo a far eleggere consigliere il suo attuale presidente, Andrea Lombardo, che ha fatto presto a imparare il mestiere della politica. Venendo fuori con un comunicato dove ci mette il cappello sul risultato, rivendicandolo come “la dimostrazione di un lavoro di programmazione politica e amministrativa, che ha caratterizzato i tempi in cui ci preparavamo ad essere governo della città”. Intanto c’è ancora da quantificare monetariamente la concretizzazione del recupero. Di somme l’assessore non ha parlato, anche se nel nuovo bilancio sicuramente sarà facile reperirne per i primi consolidamenti. Resta da vedere se saranno avviati ulteriori studi strutturali, su un’acquisizione che ha acceso entusiasmo anche nel mondo accademico. “La notizia è di grande importanza perché inaugura una nuova stagione di collaborazione tra il pubblico e il privato, all’insegna della salvaguardia dei beni culturali, scrive Paolo Giansiracusa, docente dell’Accademia “Albertina” di Torino. Il professore di Belle arti parla del monumento acquisito come di un “vero punto di forza di carattere internazionale, espressione dell’intesa tra i Cavalieri Gerosolomitani e la Piazzaforte di Augusta“.

PER APPROFONDIRE: Augusta, per chi suona la campana a San Giuseppe

L’Ordine cavalleresco in città nel 1529, due secoli dopo lo stabilmento per la flotta corsara.

La bandiera dell’Ordine cavalleresco si era presentata nella rada megarese il 15 settembre del 1529, in arrivo da Rodi appena conquistata da Solimano il Magnifico. L’anno dopo avrebbero avuto in affidamento dall’imperatore Carlo V l’arcipelago maltese, da dove diedero inizio a un’epopea contro gli Ottomani che si concluderà solo con la rivoluzione francese. Quel breve scalo tecnico ad Augusta gli aveva però fatto intravedere le potenzialità del porto siciliano. Dopo aver lasciato in ricordo del primo bunkeraggio un oratorio dedicato alla Madonna nel convento di San Domenico, i monaci-guerrieri iniziarono ad affittare magazzini per le forniture navali alla loro flotta. Nel 1697, secondo una tabella illustrativa donata dal Lions, iniziarono la costruzione di un proprio fondaco. Dove ai depositi di viveri e attrezzature si aggiungevano i forni per cuocere il pane biscottato, fondamentale per l’alimentazione dei marinai dell’epoca. I velieri con la croce di Malta ormai dominavano il Mediterraneo, nella loro guerra di corsa contro i pirati turchi, che comprendeva pure abbordaggio e cattura di qualunque vascello commerciale incrociato con la bandiera della mezzaluna.

PER APPROFONDIRE: Castello Augusta, “progetto demolizioni senza gli studi di legge”

Futuro da polo culturale per la Mirafiori augustana ma resta il nodo dei fondi.

Im città i Cavalieri non si limitarono a lasciare questo questo cognome in ricordo, ma operarono anche come protezione civile, mettendo a disposizione della popolazione le loro risorse nei momenti di crisi. Tutto fini nel 1802, con la chiusura della Ricetta e il progressivo abbandono degli edifici. E’ sopravvissuto solo il cuore di quel complesso, i cui saloni probabilmente affrescati hanno visto sfilare i maggiorenti dell’isola. Come avrebbe fatto la Regia Marina italiana un secolo dopo, i rapporti con la popolazione venivano accuratamente coltivati. Lo stesso Carrabino ha riscoperto in archivio la storia del settecentesco bastone cesellato con lo stemma dei Gargallo, patrimonio artistico del tesoro di San Giuseppe, donato dal Ricevitore Frà Diego Maria proveniente da quella casata. Ogni pezzo di vecchio muro invaso da erbacce e soffocato dal cemento, spesso è la vestigia di un’intera epopea storica, di cui è muto testimone sopravvissuto. A Torino la fabbrica Fiat di Mirafiori non è stata demolita, ma è diventata un polo culturale che espone il futuro raccontando allo stesso tempo il passato. Con proporzioni diverse, Augusta ce l’ha nella sua Ricetta. Giansiracusa esulta, perché “dopo l’inspiegabile abbandono e l’assenza degli enti locali, il monumento riprende la strada della rivitalizzazione“. Ora tocca agli augustani farla diventare una realtà.

PER APPROFONDIRE: Augusta, niente vincoli a case sulle mura barocche:”non è centro storico”
Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

Lascia un commento:

Top