Augusta, ricorso bocciato: il consiglio resta com’è. Fi in arrivo? ERROR404.ONLINE di Scritto mercoledì, 10 Marzo, 2021 22:54 AUGUSTA – Niente premio di maggioranza, il consiglio comunale di Augusta resta così com’è. Lo ha sentenziato il Tar di Catania nell’udienza del 10 marzo, rigettando il ricorso avanzato da 8 candidati delle liste in corsa con il sindaco Peppe Di Mare. Gli aspiranti consiglieri avevano contestato la distribuzione dei 24 seggi da parte dell’ufficio elettorale centrale, fatta secondo un criterio proporzionale. Si erano rivolti al tribunale amministrativo appellandosi a un “presunto refuso” nelle istruzioni delle Autonomie locali. Nonché alla “analogia” con alcune sentenze in materia di apparentamenti alle amministrative, ritenute “non pertinenti alla questione in esame”. Un esito che era stato previsto anche nella stessa coalizione dei ricorrenti. Tanto che qualcuno si era sfilato dall’allettante tentativo di ribaltare la composizione di Palazzo San Biagio, convinto di rimetterci pure le spese di giudizio. Le quali alla fine sono state comunque compensate fra le parti, “in ragione della natura e della peculiarità della controversia”.Difficile che il netto dispositivo della sentenza ora lasci spazio per un appello al Cga. Fra l’altro la chiusura della vicenda ora libera la maggioranza dalla zavorra ricorso, considerato che per avere i numeri in aula aveva dovuto imbarcare molti degli ex avversari. Cooptati a sostenere uno schieramento politico che allo stesso tempo li voleva rimandare a casa, attraverso l’istanza alla magistratura amministrativa. PER APPROFONDIRE: Sindaco Augusta, la mossa del cavallo: un ricorso contro il proporzionale Stella: una sentenza necessaria per la serenità di tutti. sopra e copertina, Marco Stella eletto presidente del consiglio. Regista dell’intesa che ha fatto uscire dalle secche l’amministrazione Di Mare, è stato il presidente del consiglio Marco Stella. Per rispetto alla carica “super partes”, si sottrae a un commento sugli effetti politici del ricorso. Limitandosi a dire come “fosse necessario, per la serenità di tutti, che un legittimo dubbio sull’interpretazione della legge trovasse un riscontro nella sede opportuna”. L’esito del Tar, che lascia tutto inalterato, “consente di andare avanti nell’attività d’aula con maggiore speditezza e coesione”. Diplomaticamente si dice “dispiaciuto” per le aspettative deluse dei vecchi compagni di avventura in campagna elettorale. Ma allo stesso tempo dichiara anche che avrebbe “provato dispiacere per il passo indietro, a cui sarebbe stato costretto chi si è speso in questi mesi con generosità e impegno, per far ripartire la città in un momento molto difficile a causa della pandemia“. E non per quella, sembra tentato di aggiungere. Ma se lo pensa, lo tiene per sé. Come pure svicola sulle intuibili telefonate di chi adesso ha interesse a rivedere la propria permanenza all’opposizione. PER APPROFONDIRE: Augusta, Stella: patto maggioranza resta anche se Tar cambia il consiglio Amato: opposizione non costruttiva ora non verrebbe capita. Cristina Stelo, coordinatrice Azzurro donna La prima a sganciarsi dalla minoranza potrebbe essere Forza italia. La fresca responsabile augustana di Azzurro donna, Cristina Stelo, ha presentato un ricorso al Tar sull’attribuzione delle preferenze a Maria Grazia Patti. La consigliera eletta è entrata nella pattuglia transitata a sostegno del sindaco Di Mare, dopo il ballottaggio perso da Pippo Gulino. Perciò, se il 23 marzo le tesi della candidata ricorrente sono accolte dai giudici amministrativi, la maggioranza perderebbe un seggio scendendo a 14. Mentre i forzisti a San Biagio diventerebbero due, con Corrado Amato che già siede all’opposizione. Ma fino a quando vi resterebbero? “Abbiamo una città talmente disastrata che una posizione non costruttiva non sarebbe capita”, dichiara significativamente Paolo Amato, coordinatore cittadino dei berlusconiani. “La campagna elettorale è finita, ora dobbiamo lavorare tutti nell’interesse di Augusta“, aggiunge l’esponente Fi. Puntualizzando che già ora “non stiamo facendo vera politica d’opposizione”, e ventilando che “a giorni potrebbe arrivare qualche sorpresa per quanto riguarda la costituzione di un nostro gruppo consiliare“. Per formarlo servono minimo 3 consiglieri, per cui fra i superstiti delle fila guliniane dovrebbe già essercene almeno uno tentato da “un partito di centrodestra in crescita nella Sicilia“. PER APPROFONDIRE:Augusta, a volte ritornano: Paolo Amato si candida all’Ars con Forza italia Tar: niente premio, rispettare rappresentanza democratica. In attesa che il Tar scriva fra due settimane il secondo e conclusivo capitolo delle comunali 2020, il primo sembra destinato all’archivio. I giudici hanno seppellito la pretesa di avere il premio di maggioranza, facendo conto solo sui risultati del primo turno e non sulla somma delle preferenze ottenute dalle liste che si sono collegate al ballottaggio. “L’attribuzione va determinata all’esito complessivo della consultazione elettorale, tenendo conto anche dei successivi apparentamenti”, recita la sentenza. Aggiungendo che “tale lettura appare la più idonea a fornire un punto di equilibrio tra le esigenze di governabilità, e quelle altrettanto rilevanti di rispettare il principio della rappresentanza democratica. Tenuto anche conto delle peculiarità proprie del ballottaggio, dove non esiste più la possibilità di un voto disgiunto e si esprime solo la preferenza per il candidato sindaco collegato”. Anche per la pretesa necessità di un assenso delle liste al primo turno, di accogliere al secondo altri simboli sulla scheda accanto ai loro, la motivazione di rigetto spiega che “la convergenza delle dichiarazioni si struttura come biunivoca: candidato sindaco – nuove liste”. PER APPROFONDIRE: Augusta: apparentamenti chiusi, il nuovo sindaco è ostaggio del consiglio Opposizione senza collante, inizia corsa alla maggioranza? Pippo Gulino. Aldilà delle pacificanti dichiarazioni rilasciate da Stella per necessità di cronaca, in realtà il sindaco avrebbe avuto tutto l’interesse a un esito diverso. L’apparentamento di Gulino con due delle liste a sostegno di Massimo Carrubba, aveva fatto superare la soglia blocca-premio del 51 per cento. Di Mare perciò sapeva già prima del ballottaggio che sarebbe rimasto ostaggio del consiglio, in caso di vittoria. Infatti, il successo gli ha fruttato solo 5 consiglieri. Ai 5 Stelle sono andati invece 3 seggi, e 6 alla coalizione carrubbiana. Mentre le liste guliniane del primo turno hanno conquistato 9 poltrone, salite a 10 con quella riservata al candidato sconfitto nella sfida finale. C’è voluto un mese di trattative, rimescolamenti e clamorosi cambi di campo per arrivare all’attuale maggioranza di 15. Avverso la quale solo il gruppo grillino ha mostrato compattezza, nonostante il travaglio interno che ha scosso il meet up in alcune delle sue fondamenta storiche. Negli altri 2 gruppi consiliari d’opposizione, il collante sembrava essere proprio il ricorso pendente. Pensavano fosse una bomba innescata per l’amministrazione, ma alla fine sembra che stia per daflagrare proprio in mezzo a loro. 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