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“Augusta, porto di famiglia”: i 5 Stelle contro un Niciforo nel comitato Adsp

AUGUSTA – “Nel silenzio della opinione pubblica, abbiamo appreso della recente designazione del fratello del consigliere Marco Niciforo quale componente del comitato di gestione dell’Autorità di sistema portuale“. Inizia con un appunto agli elettori per la loro “distrazione”, il comunicato del gruppo 5 Stelle di Augusta sulla designazione dell’ingegnere Dario Niciforo, quale rappresentante del Comune in seno alla Adsp. Il documento, diffuso alla stampa e sui social l’8 giugno, definisce “tale nomina gravemente inopportuna e poco rispettosa di quel senso di fiducia a cui gli amministratori politici del nostro territorio dovrebbero aspirare”. L’affondo contro il capogruppo di maggioranza e il sindaco Giuseppe Di Mare, parla di “ennesimo segnale di debolezza dell’amministrazione, per cui chi è salito sul carro del vincitore deve in qualche modo averne un ritorno”. Il primo cittadino replica che “siamo sempre apertissimi al confronto ma determinati a compiere tutte le scelte che la città richiede, assumendoci la responsabilità politica e istituzionale delle decisioni che creeranno le migliori opportunità per il nostro territorio”. Tuttavia è possibile che la vicenda non si chiuda con un botta e risposta a mezzo stampa. C’è infatti un pezzo dell’opposizione che ha ancora il dente avvelenato col vecchio compagno di strada alle comunali, quando Augusta2020 era nella cabina di regia della mancata sindacatura Pippo Gulino.

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Sconfitti sulla presidenza Port authority, i pentastellati si “rifanno” sulla scelta del Comune.

Il gruppo 5 Stelle

Il rancore mai sopito è nato dalla scelta di Niciforo di sfilarsi dalla coalizione sconfitta, per sostenere un trionfatore al ballottaggio che aveva bisogno di numeri nell’aula consiliare. Un cambio di campo segnato da polemiche al vetriolo, da parte degli alleati rimasti col cerino in mano. Che peraltro non gli ha fruttato alcun assessorato, dopo un rimpasto dove per il resto della maggioranza c’è stato il posto in giunta. Polemiche che i pentastellati hanno osservato alla finestra, fino a quando le vicende della governance Port authority hanno messo i due movimenti uno contro l’altro. Specialmente dopo che Palazzo di città ha rivendicato il ruolo decisivo sulla presidenza a Francesco Di Sarcina, emersa dalla dura competizione con le candidature sponsorizzate dai 5S. “Attualmente sul sito dell’Adsp non è stato ancora pubblicato il curriculum vitae dell’ingegnere Niciforo, quindi non possiamo apprezzare le esperienze passate che ne hanno determinato la nomina; confidiamo che il presidente Di Sarcina voglia renderlo velocemente pubblico, in modo da poterne essere tutti edotti”, scrivono i grillini.

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“Moglie dipendente Adsp, fratello nel comitato di gestione”: vendetta 5S su capogruppo ostile.

Marco Niciforo.

Per i 5 Stelle è ora arrivato il momento di consumare la vendetta politica, contro l’avversario che più si era esposto contro le loro aspirazioni. “Questa amministrazione non è stata neppure sfiorata dal dubbio che sia inopportuno nominare in seno al comitato il fratello del consigliere, nonché cognato di una dipendente, moglie del consigliere medesimo”, polemizzano con tanto di punto esclamativo finale. Il documento prosegue caustico contro il capogruppo di maggioranza. “Siamo ragionevolmente certi che i toni rabbiosamente spesi in passato dal consigliere Niciforo sulla governance dell’Autorità portuale – ‘una Ferrari guidata da nani’ – nel futuro vireranno al sereno”. Un colpo sotto la cintura che l’interessato incassa senza commentarlo coi giornalisti. Anche se a Palazzo lo hanno sentito sfogarsi “sulla persistenza di una politica populista, che vorrebbe condannare tutti perché colpevoli di aver messo nel posto giusto la persona giusta, ma con il cognome sbagliato”. Ci pensa comunque Di Mare a sottrarlo dal caso parentele. “Per questioni di stile, meglio non addentrarsi in questioni che attengono al privato delle persone – che di sicuro non sfuggiranno ai consiglieri del gruppo M5s – e che devono restare estranee al dibattito pubblico“, dichiara il sindaco. Senza tuttavia rinunciare a difendere una sua scelta, che era prevedibile scatenasse accuse di nepotismo. “Per noi, come è sempre stato dall’inizio, vale unicamente la regola delle competenze. In quest’ottica si inquadra la nomina di una persona ,il cui assoluto e limpido profilo professionale è riconosciuto in città, e negli ambienti di lavoro”.

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Scelto un ingegnere già manager con Lukoil e Snamprogetti, Di Mare: avremo grandi risultati.

Giuseppe Di Mare e Francesco Di Sarcina.

Palazzo di città schiva anche i dubbi sul percorso che ha portato a una designazione, che si poteva facilmente immaginare fosse tacciata di “familismo“. Di Mare perciò puntualizza che “la nomina è di stretta competenza del sindaco, come stabilisce la norma, e ho valutato alcune candidature nell’alveo del dettato normativo”. Alla fine è prevalsa quella dal cognome politicamente ingombrante, ma col curriculum dove figurano due master, di cui uno in logistica e trasporti. Oltre a una lunga serie di ruoli manageriali, alcuni svolti in aziende del calibro di Lukoil e Snamprogetti. Esperienze che magari al Comune immaginano potranno venire utili per non farlo trovare spiazzato, quando l’Autorità portuale dovrà affrontare l’evoluzione dei traffici petroliferi legati alla transizione energetica. Il primo cittadino infatti sottolinea che “abbiamo creato una grande sinergia con l’attuale governance della Adsp e con tutti gli operatori portuali. Dunque, la strada è tracciata e siamo certi che finalmente ci saranno importanti risultati per il nostro porto”. In sostanza fa capire che la polemica è di natura squisitamente politica, perché la portualità locale non ha nulla da ridire sull’ingegnere col fratello architetto che siede nella maggioranza. “Quindi avanti con il grande lavoro che ci aspetta, al fianco del presidente Di Sarcina che abbiamo fortemente voluto ad Augusta, sulle cui capacità e disponibilità sappiamo di poter fare affidamento”, taglia corto il sindaco. Chiudendo un “caso” che nemmeno la stessa minoranza ha cavalcato più di tanto.

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Il silenzio-assenso di Gulino e il lavoro del sindaco per piazzare un augustano in quota Regione.

Pippo Gulino.

La designazione risale a diverse settimane addietro, e nei corridoi del Palazzo la notizia si era diffusa in tempo reale. Però l’opposizione si è presa tempo, forse alla ricerca di una posizione comune. Che poi non è arrivata, lasciando i grillini soli a esporsi. Sorprendentemente ha taciuto Gulino con tutto il suo gruppo Patto per Augusta, nonostante i motivi personali e politici per cavalcare la “questione di famiglia”. Ma l’ex sindaco, dopo i primi veleni per essere stato scaricato da Niciforo l’indomani della sconfitta, si è poi defilato dalla scena consiliare. Sono così i redivivi pentastellati a riprendersi l’agenda degli oppositori che non guardano in faccia nessuno. “Nel frattempo, il fustigatore Nello Musumeci – al quale era stato chiesto aiuto per stoppare alcuni candidati alla presidenza dell’Adsp non graditi all’amministrazione – ‘dimentica’ di nominare il componente di pertinenza (del presidente della Regione, ndr) al Comitato di gestione, che così rimane monco. Anche questo nel silenzio più assoluto di tutti”, nota il comunicato 5 Stelle. Di Mare però assicura che, “nonostante il momento delicato a Palermo, stiamo esercitando tutta la nostra centralità come già avvenuto per la nomina Di Sarcina”. Un lavoro sotto traccia, che non impedisce al gruppo 5s di tirare le sue conclusioni. “All’improvviso viene meno l’interesse per le sorti della nostra portualità che, al tempo, era invece nel cuore di tanti. Oggi le caselle sono tornate al loro posto, si starà pensando che tutto è bene quel che finisce bene”. E il partito di Conte non si rassegna a essere l’ultimo che chiude la porta.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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