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2 Giugno, Salvo Di Salvo da cronista di paese a cavaliere della Repubblica

LENTINI – “Un grande riconoscimento alla qualità del giornalismo siracusano e alla tenacia dei suoi cronisti, che continuano a garantire l’informazione di prossimità, vitale per ancorare le comunità locali ai valori della democrazia fondata sul lavoro e sulla legalità“. Assostampa e Unione cronisti non hanno dubbi che ci sia molto di più, dietro la prestigiosa onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica concessa a Salvo Di Salvo. Perché non si tratta solo di “un giusto riconoscimento alla professionalità di un collega, che da 30 anni copre un contesto socialmente complesso come quello del Lentinese“. Ma arriva anche in un momento in cui quelle zone dove la mafia aleggia sempre come una cappa invisibile, si trovano soffocate da scelte prese sulle loro teste: strette fra una Regione che vuole trasformarne le campagne nella pattumiera di Sicilia, e un ministero dell’Interno che impone al Comune capofila di Lentini misure draconiane per sfuggire al dissesto. E’ per questo che il titolo concesso dal presidente Sergio Mattarella a un corrispondente di paese, e proprio di quei paesi, va molto oltre l’onorificenza all’attuale tesoriere dell’Ordine regionale dei giornalisti. Perché diventa la misura con cui una categoria, sempre più bistrattata, può pesare la vitalità del suo ruolo nei contesti lontani dai riflettori dei grandi media. Dove i Gattopardi di ieri e di oggi farebbero il bello e cattivo tempo a piacimento, senza quel sottile diaframma delle corrispondenze che danno voce alla società silenziata.

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Assostampa e Unci: incoraggiamento a giornalismo d’impegno civile dopo chiusura redazioni.

Nelle scuole per il World freedom press day (foto Giuseppe jr Ferraro).
copertina, Salvatore Di Salvo con la prefetta Giusi Scaduto.

“E’ un riconoscimento arrivato quando tutti i grandi quotidiani dell’Isola hanno chiuso le redazioni in provincia”, notano Prospero Dente, segretario provinciale di Assostampa, e Massimo Ciccarello, presidente della sezione Unci di Siracusa. Il comunicato congiunto di Associazione della stampa e Gruppo cronisti osserva la tempesta perfetta delle chiusure nella carta stampata, e il “massiccio oscuramento delle televisioni private dovuto a un miope riassetto delle frequenze”. Il quale ha spento dal digitale in chiaro 3 tivù locali su 4, staccando così il microfono sia alla pluralità di informazione, che a interi pezzi della società. E allo stesso tempo sono state “cancellate le ultime fucine dove forgiare il mestiere di cronista”. Perciò, sottolinea il documento, “l’onorificenza conferitagli dal Capo dello Stato e consegnatagli il 2 giugno dalla prefetta Giusi Scaduto per la festa della Repubblica, non costituisce solo il punto di arrivo di una carriera fondata sul rispetto delle persone, pur senza rinunciare a raccontare la verità dei fatti”. Quel Cavalierato è da “considerare anche come un incoraggiamento”. Soprattutto “per tutti quei cronisti che si affacciano oggi a un giornalismo sempre più povero di mezzi economici, e purtuttavia ancora straordinariamente ricco di contenuti professionali e di impegno civile“.

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Esordio nel 1984 a Cammino, poi la palestra della nera al Giornale di Sicilia nell’era dei corleonesi.

Orazio Mezzio e Di Salvo nella nuova redazione di Cammino.

Di quel giornalismo malpagato e spesso “a gratis”, eppure vitale nel dar voce alle periferie, la firma Salvatore Di Salvo ne incarna uno degli esempi. Nel 1984, diciannovenne, inizia a collaborare da Carlentini col settimanale diocesano Cammino. Un foglio di opinione e cronaca bianca, che sopravviverà a ogni tempesta come la Chiesa millenaria cui presta voce. Passando dalle direzioni ricoperte da prelati siracusani, a quella laica affidata all’ex corrispondente da Sortino, Orazio Mezzio. Fino a diventare, nel marzo di quest’anno, l’unico giornale ad aprire una redazione fisica quando tutti gli altri le hanno dismesse. Quel legame, il collaboratore dal Lentinese non lo ha mai reciso. Neanche quando, fresco di tesserino da pubblicista, nel 1993 è approdato alle più impegnative cronache del Giornale di Sicilia. Dove lo spazio in pagina si guadagnava con le notizie di nera, negli anni in cui il locale clan Nardo era il braccio operativo dei corleonesi in questo pezzo di Sicilia. Un periodo in cui il riferimento dei “biondini” a inizio carriera era l’Humphrey Bogart del “è la stampa bellezza”, cinico tabagista in abiti sgualciti. Un mito che il cronista carlentinese non ha mai coltivato, quantomeno nei modi e nell’abbigliamento. Portando invece la sua dura esperienza sul campo dentro la vellutata Unione cattolica stampa italiana. Dove nel 2021 diventa il secondo siciliano a entrare nel direttivo nazionale, e il primo a ricoprirne il ruolo di segretario.

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Giornalista e Cavaliere: rafforzata la responsabilità a raccontare le storie del nostro territorio.

Alla direzione di Radio Una Voce Vicina (foto fb),

“Un giornalista che da sempre si impegna per un racconto contraddistinto da verità e rispetto oggettivo delle notizie”, commenta Vincenzo Varagone, presidente nazionale dell’Ucsi. Definendolo “un ottimo testimone di un giornalismo di qualità, con la capacità di raccontare rispettando la persona, ma anche di trovare storie e testimonianze con uno sguardo sempre rivolto al bene”. Domenico Interdonato, presidente dell’Ucsi Sicilia, aggiunge che “è un punto di riferimento per l’impegno costante e concreto nella sua attività di impiegato amministrativo al Comune di Carlentini, nel giornalismo, nel volontariato sociale, religioso e culturale”. Inoltre definisce “pregevole il suo impegno dedicato alla formazione dei giornalisti”. Anche il presidente dell’Ordine di Sicilia, Roberto Gueli, parla di “spiccata sensibilità umana e professionale”. Mentre il sindaco di Carlentini, Giuseppe Stefio, scrive che “la città è grata verso il suo concittadino per aver portato lustro all’intera comunità”. Di Salvo affida ai social il suo commento. “Sono felice perché mi incoraggia a esprimere – come cittadino e come professionista – i valori meravigliosamente interpretati dalla nostra Costituzione, nei quali credo profondamente, e sono grato perché è un dono inaspettato”. Ma è nella conclusione del suo post, la cifra del corrispondente così unanimemente congratulato. C’è tutto il suo approccio da direttore di un’emittente che si chiama “Radio Una Voce Vicina“, quando scrive che il Cavalierato “rafforza la consapevolezza e la responsabilità al servizio, a saper raccontare le storie di uomini e donne del territorio”.

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