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Augusta, passati in cavalleria i ristori al Comune per le servitù della Marina

AUGUSTA – Soldi dello Stato per le città soggette a pesanti servitù militari, ma Augusta non ha mai visto un euro nonostante la presenza pervasiva della Marina. Lo ha confermato l’amministrazione comunale, rispondendo a una “richiesta di accesso civico generalizzato” avanzata dal Coordinamento Punta Izzo possibile. L’associazione ecologista aveva scritto il 10 dicembre scorso, per “conoscere se il Comune abbia effettivamente percepito i contributi ed entrate”, previsti da una legge risalente addirittura al 2010. Inoltre, voleva sapere dagli amministratori “per quali progetti e finalità tali fondi siano stati eventualmente impiegati”. La risposta del sindaco, Giuseppe Di Mare, è stata resa nota in un comunicato diffuso dagli ambientalisti il 30 gennaio. Il “riscontro” alle richieste certifica che, “allo stato degli atti”, il bilancio municipale “non risulta aver beneficiato in alcun tempo dei contributi di cui in oggetto”. Ben due amministrazioni precedenti, nonché la stessa gestione commissariale, si sono quindi fatte sfuggire delle “entrate ordinarie” tranquillamente accordate come ristoro. Nonostante, proprio in quegli anni, le casse comunali fossero in un profondo rosso che poi ha portato alla dichiarazione di dissesto.

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Caso sollevato da Punta Izzo possibile, Di Mare: grazie per la segnalazione.

Il documento del sindaco, prima di “ringraziare per la segnalazione, puntualizza però una possibile “portata generale della previsione di legge”. In pratica, l‘amministrazione vuole capirci di più sul diritto sostanziale ad avere quei soldi. “Si rappresenta che sono state attivate le opportune interlocuzioni istituzionali nei confronti del ministero della Difesa, tendenti a chiarire la posizione del Comune ai fini della eventuale titolarità ad accedere ai contributi”, scrive Di Mare. Tuttavia non è stato possibile apprendere quali passi concreti siano stati adottati, verso chi e con quali risultati. Alle richieste di chiarimenti, il primo cittadino ha solo dichiarato che “abbiamo iniziato interlocuzioni per ora verbali, a cui seguiranno a stretto giro note ufficiali per capire comunque se siamo destinatari di questi fondi, perché non sembra sia cosi”. Eppure il Coordinamento fa notare che, “in tempi di crisi economica e finanziaria appare urgente chiedere conto allo Stato e alla Regione della dovuta corresponsione di tali somme, da impiegare in progetti di reale interesse pubblico e sociale”. La normativa richiamata dagli ambientalisti, infatti, assegna i ristori anche alle Regioni “maggiormente oberate dai vincoli e dalle attività militari“. Si tratta di “un contributo annuo“, la cui destinazione però è vincolata.

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Mai arrivati i fondi dello Stato destinati alla Regione per i Comuni di interesse militare.

sopra e copertina: la base della Marina.

Se lo Stato ha corrisposto fondi alla Sicilia per le servitù imposte dalle forze armate, si è trattato di soldi “da destinarsi alla realizzazione di opere pubbliche e servizi sociali, nei comuni nei quali particolari tipi di insediamenti incidono maggiormente sull’uso del territorio“. Da Palermo, si apprende oggi ufficialmente, non è mai arrivato nulla. Nonostante la base di Marisicilia occupi quasi per intero il litorale cittadino di ponente, che si affaccia sul porto Megarese. Un’occupazione che recentemente si è allargata al parco del monumentale hangar per dirigibili, a nord dell’abitato. E da quasi un secolo si estende pure all’intero comprensorio di Punta Izzo, che chiude il golfo Xifonio a levante dell’isola. Un’area storico-naturalistica dove l’omonimo Comitato chiede da anni la smilitarizzazione, nella quale fra l’altro è in programma il ripristino del vecchio poligono per il tiro leggero. Considerata la consistente presenza della Marina in termini di dislocazione territoriale, sarebbe difficile sostenere che Augusta non rientra nell’elenco dei beneficiari “con popolazione fino a centomila abitanti, in cui esistono insediamenti militari (caserme, depositi, o altre infrastrutture)”. D’altronde, lo stesso Codice dell’ordinamento militareclassifica Augusta, insieme a Melilli, fra i 48 comuni militarmente importantiin Italia. In provincia di Siracusa sono gli unici, e in Sicilia condividono la classificazione solo con Messina, Trapani, Pantelleria, le Egadi e le Pelagie.

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A settembre la conferenza di servizio sui parametri dei ristori rimasti sulla carta.

Fra l’altro, fa rilevare il Coordinamento, già lo scorso settembre “la conferenza Stato-Regioni ha espresso il proprio parere favorevole sullo schema di decreto del ministero della Difesa”. Il quale, “di concerto con il ministero delle Finanze, per il quinquennio 2015-2019 ha fissato i parametri ai fini della corresponsione del contributo alle regioni a statuto speciale“. Resta inoltre da vedere se le amministrazioni comunali dell’ultimo decennio si sono fatti sfuggire anche gli indennizzi automatici, previsti dalla stessa legge 2010. Ne beneficiano quelle città dove “il diritto di proprietà e di impresa può essere soggetto a limitazioni“, perché si trova “in vicinanza delle basi navali nonché “delle opere e installazioni permanenti e semi-permanenti di difesa”. A questi comuni “è dovuto un contributo annuo pari al 50 per cento dell’ammontare complessivo degli indennizzi, spettanti ai proprietari degli immobili siti nei comuni stessi”. E deve essere annualmente erogato, indipendentemente dalla presentazione delle domande di indennizzo”. Ovviamente, sempre se qualcuno non glielo fa passare in cavalleria.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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