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Augusta si militarizza, nuove opere a Punta Izzo: addio parco?

AUGUSTA: Si allontana il parco eco-culturale a Punta Izzo. Nel promontorio che chiude il golfo Xifonio, “sembra destinato a rafforzarsi il ruolo quale zona di addestramento militare”. A denunciarlo è il Coordinamento che si batte per valorizzare la zona storico-naturalistica di Augusta. Un comunicato diffuso proprio a Natale segnala che “il comando di Marisicilia ha di recente appaltato alcuni lavori”, riguardanti “infrastrutture di supporto logistico per gli equipaggi di volo e gruppi subacquei che in quest’area svolgono regolari esercitazioni”. Si tratta di “un appalto del valore di poco inferiore ai 160 mila euro che, al di là della sua entità, conferma la volontà della Difesa di consolidare l’impiego di un lembo di costa sottoposto al massimo livello di tutela paesaggistica”. La decisione della Marina, formalmente presentata come “adeguamento a norma” di strutture già esistenti, si aggiunge a quella di un nuovo campo di tiro dove si trova un vecchio poligono mai ufficialmente dismesso”.

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La Difesa intensifica il programma di potenziamento della base.

L’ammodernamento del comprensorio di Punta Izzo si aggiunge a una serie di progetti in cantiere, che fanno chiaramente intravedere una nuova militarizzazione del territorio. Recentemente la Marina si è incamerata una parte cospicua del parco Hangar, che da decenni era aperto alla pubblica fruizione, per un utilizzo che non è stato ufficialmente reso noto. E’ inoltre in itinere il progetto del terzo ponte di accesso all’isola, da realizzare coi fondi della Difesa e condividere col traffico civile per superare le resistenze delle associazioni ambientaliste. Il viadotto salderà infatti l’area dell’arsenale con gli insediamenti della Difesa a Campo Palma, isolando di fatto il centro abitato dal “suo mare” che bagna il porto Megarese. A questi interventi si sommano le due banchine destinate ad accogliere la nuova classe Fremm, che si allungheranno dentro la rada commerciale per 300 metri riducendo gli spazi al traffico mercantile.

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Da Ammiragliato “piena disponibilità” alla smilitarizzazione solo a parole.

Punta Izzo, sopra il poligono e il copertina il comprensorio per le esercitazioni militari (foto Coordinamento).

Fra riadattamento di vecchie strutture e rinnovati programmi di spesa militare, si può intravedere il particolare interesse dell’Italia per la geo-politica nel Mediterraneo centrale. Solo che Augusta, come accaduto un secolo fa, si trova nuovamente a subire decisioni calate dall’alto. Trovandosi espropriata del suo territorio, per una ragion di Stato dai contorni indefiniti. Sotto la pressione di associazioni ambientaliste come Legambiente e “Punta Izzo possibile”, da qualche anno il Comune ha tentato timidi approcci con la Marina per la smilitarizzazione di alcune aree naturalistiche. Ma la “piena disponibilità” esibita dall’Ammiragliato con gli amministratori di turno, si è poi concretizzata con azioni di segno opposto. Come appunto il nuovo poligono di tiro, riesumato dalle ceneri di quello dismesso alla fine del Novecento. “Un ecomostro in area inedificabile, trattandosi di un fabbricato in cemento armato eretto a pochi metri dalla battigia come nei più classici esempi di abusivismo edilizio”. La considerazione di Gianmarco Catalano, portavoce del Coordinamento, forse non prende in considerazione le necessità di una base che deve addestrare i marò a difesa del perimetro. Ma resta il dato di fatto che la città si sta trasformando, a sua insaputa, in una sorta di avamposto di frontiera. Dove il moltiplicarsi di vistose ancore navali piazzate in bella vista, insieme a cimeli bellici collocati in pompa magna, piuttosto che valorizzazione culturale sembra scivolare verso la propaganda militarista.

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Il Coordinamento: Marina disattende istanze popolari e obblighi di tutela.

Il Coordinamento, ”alla luce dei nuovi lavori appaltati per l’addestramento di velivoli e unità navali, ha indirizzato a Marisicilia una formale istanza di accesso civico con la quale si richiede di chiarire la tipologia delle opere appaltate. Nella stessa istanza si domanda inoltre di accedere all’autorizzazione paesaggistica, che resta obbligatoria per ogni intervento di trasformazione edilizia a Punta Izzo”. Analoghi tentativi di ostacolare il poligono di tiro sono andati ad infrangersi con interpretazioni estensive dell’interesse nazionale. E appare poco probabile un destino diverso per quest’ultima iniziativa, se la politica non fa la sua parte seriamente. Soprattutto quella locale, spesso irretita da fanfare militari che sotto le divise medagliate nascondono il pifferaio di Hamelin. “La prospettiva di riconvertire Punta Izzo in parco eco-culturaleconclude Catalano continua così a infrangersi contro i piani della Difesa che, indifferenti all’alternarsi dei governi nazionali, disattendono l’istanza popolare di smilitarizzazione e gli obblighi giuridici di tutela di questo promontorio dalla straordinaria valenza naturalistica, archeologica e culturale”.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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