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Augusta, il depuratore fa passi avanti ma è giallo sui costi in bolletta

AUGUSTA – Mille e 700 euro a testa, neonati e centenari compresi, e la “Città di Augusta” avrà dal governo un depuratore tutto suo. Poi i 35 mila augustani censiti dovranno mantenerselo con le bollette idriche, procurandosi almeno 800 mila euro solo per l’esercizio ordinario. Ma il conto esatto la struttura commissariale lo consegnerà solo più avanti, quando probabilmente sarà ormai troppo tardi per trovare soluzioni più economiche. Intanto gli ingegneri incaricati dallo Stato hanno spiegato al consiglio comunale, appositamente riunito il 15 marzo all’ora di pranzo, come saranno spesi i 60 milioni stanziati da Roma per sottrarsi alle pesanti multe dell’Unione europea. Al netto di Iva, progettazione e oneri vari, 32 milioni e mezzo saranno impiegati per le nuove condutture. Da posizionare sopra quelle vecchie, ritenute irrecuperabili anche se mai usate. La stazione di pretrattamento per l’ultimo pompaggio, battezzata “P zero” e piazzata alle spalle del distributore Esso, costerà un milione e 200 mila. Di euri ce ne vorranno 3 milioni e 100 mila, invece, per il collettore finale che la collegherà a Punta Cugno. Dove con 8 milioni e 400 mila si recupererà quello che si può del vecchio impianto di depurazione, abbondantemente vandalizzato. Una volta rimesso in sesto e ammodernato per le necessità di 57 mila abitanti, alla fine scaricherà le acque chiare al centro del porto. Tramite una conduttura che corre lungo il pontile consortile, lo stesso dove attraccheranno i contestati depositi galleggianti di Gnl.

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“Conferenza servizi vicina, senza intoppi burocratici cantieri da 60 milioni aperti già a gennaio”.

Giuseppe Di Mare.

Scartata definitivamente l’ipotesi di allacciarsi subito all’impianto Ias partecipato dalla Regione, che per i reflui urbani funziona perfettamente anche a prova di Procura più ostica, il depuratore “cittadino” inizia l’iter per la sua effettiva realizzazione. Che il sindaco Giuseppe Di Mare indica ottimisticamente in “una questione di pochi giorni”, confortato dalle assicurazioni del sub-commissario Riccardo Costanza, circa l’imminente conferenza dei servizi. “Cantieri aperti già a gennaio se non ci sono ritardi burocratici”, confermano i suoi collaboratori alla stampa, a margine della seduta. Dove una sparuta pattuglia dell’opposizione cerca di tenere animato il confronto, volutamente amputato del contraddittorio con gli ambientalisti. La capogruppo grillina Roberta Suppo rimarca polemicamente di averne chiesto espressamente la presenza. Ma il presidente Marco Stella replica che “non è stata lesa alcuna legge dello Stato“, nel negare la partecipazione delle associazioni.

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Ambientalisti esclusi dal contraddittorio in aula su un progetto pieno di punti irrisolti.

La planimetria della rete di adduzione al depuratore.

Eppure lo stesso sub-commissario alla depurazione riconosce che “dei nostri 63 interventi in Sicilia, è questo il Comune con la maggiore attenzione in tema di cittadinanza attiva“. Lo testimonia una petizione online con quasi 500 firme, che addirittura propone una tubazione alternativa sui fondali del porto, il cui promotore cerca di illustrare personalmente a palazzo San Biagio. Tuttavia la seduta non è aperta a interventi del pubblico, perciò tocca alla consigliera Milena Contento sobbarcarsi un contraddittorio dialettico che risente dell’assenza ambientalista. Eppure le associazioni ecologiste sarebbero state utili, per chiedere ad esempio cosa accadrà ai reflui se il depuratore si blocca. E dove verranno liberati quelli della stazione “P zero“, se il guasto dovesse superare le 11 ore assorbite dal polmone di emergenza. Quando qualche punto poco chiaro viene sollevato, l’aula si accontenta delle sbrigative spiegazioni fornite. Forse abbagliata dai 52 chilometri di nuovi collettori da mettere a bando, nei quali tuttavia non sono compresi quelli che dovranno collegare Agnone Bagni e tutta la Costa Saracena. Resta fuori dal finanziamento pure il rifacimento della rete fognaria nell’Isola, e nelle zone dove le acque nere finiscono a mare mischiate a quelle meteoriche.

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Niente vendita d’acqua depurata alle industrie, ignorate fonti rinnovabili per i costi energetici.

Riccardo Costanza.

Nonostante tutto, comunque, “Augusta è la città che ha ricevuto il maggiore finanziamento pro capite”. Gli ingegneri incaricati dallo Stato parlano anche di 3 cantieri da aprire in contemporanea, e di lavori che dureranno due anni e 2 mesi. Però la data di inizio è nelle mani della burocrazia, e della politica che la governa. Fra l’altro la progettazione si è focalizzata sulla necessità di sottrarsi all’infrazione europea, lasciando “buchi” da riempire riguardo i costi di gestione, tutti a carico degli utenti. Dai banchi della maggioranza, Roberto Conti chiede se l’acqua depurata possa essere venduta alle industrie, che attualmente la prendono dal sottosuolo abbassando la falda potabile per centinaia di metri. La risposta parla genericamente di “un impianto predisposto per un refluo riutilizzabile”, dando l’impressione che la questione non se la sono posta. Così come non sembrano essersi posti più di tanto il problema del pesante costo energetico, e del ricorso a fonti rinnovabili per alleggerirlo, sollevato da Contento. Che nel Cda di Ias si è vista recapitare bollette elettriche da “500 mila euro al mese”.

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Spese di gestione non quantificate: andranno tutte nelle bollette emesse da una società privata.

Milena Contento, Roberta Suppo.

Anche la domanda di Marco Niciforo sui costi complessivi di gestione, ottiene una risposta vaga circa un dossier che verrà obbligatoriamente allegato a ridosso della conferenza dei servizi. “In base all’esperienza”, cioè a naso, i progettisti azzardano una cifra intorno gli 800 mila euro. Senza precisare se saranno al mese o all’anno, se includenti onorari professionali e stipendi, nonché comprensivi del “necessario” servizio di vigilanza. O se invece quella somma vicina al milione di euro riguarda solo le spese tecniche di esercizio per il trattamento, includendo nella cifra la manutenzione dei 27 impianti di sollevamento, e gli oneri per il periodico smaltimento dei fanghi in discarica. Comunque l’amministrazione comunale si è già messa al riparo dalla prevedibile impopolarità, del presente e del futuro, quando salate bollette idriche quantificheranno ai suoi elettori la scelta governativa di finanziarle un proprio depuratore. Le intestazioni sulle fatture saranno della società privata a cui andrà l’appalto per il Servizio idrico integrato, assegnato dall’Ambito territoriale ottimale.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

2 thoughts on “Augusta, il depuratore fa passi avanti ma è giallo sui costi in bolletta

  1. Dall articolo si evince che dato che il depuratore costa e costa anche mantenerlo e’ meglio continuare a scaricare la merda a mare. Tanto essendo dal punto di vista ambientale Augusta una citta’ di merda unica nel suo genere in Europa ed essendo la popolazione indifferente in cambio dello stipendio….merda piu’ merda meno .
    non cambia tanto

    1. Gentile lettore, nell’articolo si racconta di una seduta consiliare con la struttura commissariale statale e se qualcosa si evince, semmai, riguarda una progettazione che non sembra abbia tenuto in giusto conto il costo nel tempo della soluzione scelta, che poi cadrà interamente a carico delle utenze. Il progetto redatto era l’unico possibile per avere la depurazione? Si poteva raggiungere lo scopo in altro modo, magari spendendo lo Stato un po’ di più ora, e pagando poi meno i cittadini augustani che devono mantenere il tutto? Non lo sappiamo, né hanno messo in condizione di capirlo, né tantomeno di fare una scelta. Se in casa serve un’auto perché si è tutti a piedi e il/la capofamiglia si presenta con un suv Mercedes, sicuramente qualcuno col sale in zucca gli chiederà se ha calcolato quanto peseranno le rate e l’assicurazione nel bilancio familiare, e se per fare il tragitto quotidiano Borgata-Monte non c’era una vettura altrettanto utile allo scopo ma meno impegnativa economicamente.

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