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Augusta: cancro, diossine e piano di protezione civile all’anno zero

AUGUSTA – Troppe puzze industriali e troppe morti per cancro precoce: cosa sta accadendo ad Augusta? Lo chiederà a gran voce una manifestazione cittadina, che sta incubando per fine mese anche se non c’è ancora una risposta a quella domanda, e nemmeno su un’eventuale correlazione. Ma fra tanti sospetti spontanei, e nessuna spiegazione ufficiale, c’è però la certezza che in caso di calamità ci si dovrà affidare solo all’istinto individuale. O alla buona sorte. Perché a un anno dall’incendio Ecomac, che ha disperso diossina nell’atmosfera dell’hinterland petrolchimico, la più popolosa città del comprensorio non ha un piano di protezione civile aggiornato. E nemmeno una Consulta sull’ambiente con le associazioni ecologiste, che il consiglio comunale aveva approvato per istituzionalizzare il dibattito sul tema prevenzione. Stop veleni e Rinnova augusta lo hanno adesso ricordato all’amministrazione Giuseppe Di Mare, con una nota dove ne sollecitano “l’immediata attivazione, al fine di promuovere un democratico confronto e dibattito”. Le due organizzazioni ne hanno dato notizia con un comunicato diffuso il 19 ottobre, dove si “appellano al buon senso di chi ci rappresenta, affinché non trascorra un ulteriore anno per l’attivazione”. Infatti, scrivono i portavoce Cinzia Di Modica e Omar Pennisi, “sono sempre più numerosi i giorni con molestie olfattive: ma devono essere i Comitati a promuovere l’app Nose, piuttosto che chi li rappresenta dentro il Palazzo”. Un buco comunicativo del Comune, dalle conseguenze imprevedibili in caso di fuoriuscite pericolose da qualche raffineria.

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Stop veleni e Rinnova augusta: si è perso un anno prezioso senza la Consulta per l’ambiente.

Cinzia Di Modica.

“Riteniamo che si sia perso un anno di tempo, nel corso del quale sono stati numerosi gli argomenti che potevano essere discussi all’interno della Consulta”, accusano Stop veleni e Rinnova augusta. Citando ad esempio che “il nuovo appalto per la raccolta dei rifiuti, poiché il vecchio è già scaduto alla fine di luglio, poteva essere un momento di confronto con chi vive quotidianamente nel territorio“. Così come la collegialità con le associazioni ambientaliste poteva affrontare “anche la depurazione delle acque reflue, per informare i cittadini sullo stato del lungo iter amministrativo”, anziché riceverne notizie frammentarie a mezzo Facebook. Ma soprattutto, sottolineano Di Modica e Pennisi, “il Piano di protezione civile sarebbe stato un importante argomento di confronto. Considerato che si disconoscono le aree di protezione civile, che peraltro sono attualmente scarsamente segnalate”. Quando addirittura non sono scomparse, come potrebbe essere accaduto col naturale rifugio aperto di Campo Palma, ormai interamente recintato e militarizzato.

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Legambiente: a Palermo subito provvedimenti per diossine da Bellolampo, qui nulla per Ecomac.

sopra e copertina: l’incendio alla Ecomac.

“Il punto è che esiste un Piano della prefettura per la zona industriale, solo che va coordinato con quello comunale”, spiega Enzo Parisi. Secondo il portavoce di Legambiente, la criticità è proprio in questo doppio binario non ancora messo a registro. “Le aree di raccolta non sono più segnalate, e le modificazioni urbanistiche nel territorio potrebbero averle fatte sparire oppure rese inadatte”. Altrettanto allarmante è la situazione delle vie di fuga, alcune delle quali “sono di fatto difficilmente accessibili per i mezzi dei pompieri o le ambulanze“. Ma il cuore del problema sono le evidenti carenze del sistema di emergenza ad Augusta, in caso di nube tossica. Parisi ricorda che “quando c’è stato l’incendio alla Ecomac, gli avvisi sono stati contraddittori e tardivi, lasciando la popolazione nell’incertezza su come comportarsi”. E ricorda anche che “i dati sulle diossine venivano rilevati a Priolo e Melilli, ma non ad Augusta”. Inoltre, aggiunge il dirigente di Legambiente, “non c’è stato alcun intervento di tutela della salute”. A differenza di quanto ha fatto il Comune di Palermo quest’estate dopo l’incendio alla discarica di Bellolampo, “quando le centraline hanno rilevato concentrazioni di diossine oltre la soglia di sicurezza, fino a 5 chilometri di distanza”. Che poi, nota l’ambientalista, “è la stessa lontananza dei nostri comuni industriali dall’impianto andato a fuoco l’anno scorso”. Il quale raccoglieva carta e cartone da riciclare, che si è poi scoperto era pure autorizzato a stoccare diversi tipi di rifiuti pericolosi in contemporanea, fino a un massimo di 21 tonnellate.

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Parisi: Priolo pubblica le fermate delle raffinerie, Augusta le riceve ma non informa la gente.

Enzo Parisi.

Oltre all’evento eccezionale, ma non imprevedibile né imprevisto, nel Petrolchimico c’è pure una “ordinarietà” che Augusta non sembra attrezzata ad affrontare. Parisi fa notare che “le aziende comunicano quando fanno una fermata, e nel giro di breve tempo l’informativa viene pubblicata dal Comune di Priolo, a differenza di quanto non fa il nostro che la riceve anch’esso”. Una disattenzione che diventa sempre meno tollerabile, dopo lo stillicidio quotidiano di annunci funebri con la dicitura vittima del cancro“, riguardanti decessi precoci per una patologia che in genere ha decorsi più lunghi. “Su questa evidente mortalità per tumore in giovane età ancora non ci sono dati definitivi”, osserva prudentemente il portavoce di Legambiente, “nonostante la divergenza di vedute che abbiamo con la presidenza della Lilt locale”. La quale non ha mai rivelato i dati sullo screening mammografico delle augustane, incorporandone i risultati nella più tranquillizzante media provinciale, comprensiva degli esami effettuati nella zona Sud con un’economia agricola e turistica.

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Di Mare: Piano emergenze da riscrivere, Consulta ambiente attivata quando lo saranno le altre.

Giuseppe Di Mare.

Ma aldilà delle cause tutte da discutere, è indubbio che una fuoriuscita di sostanze tossiche inodori troverebbe la popolazione impreparata. Il sindaco assicura che “il piano di protezione civile è in fase di redazione, quando avremo una bozza seguirà l’iter di condivisione con il territorio, previsto giustamente dalla legge”. Di Mare tuttavia puntualizza che “la redazione è un percorso difficile”, perché “di fatto si tratta di una scrittura ex novo“. E ammette che “quello attuale è troppo vecchio, non è mai stato adeguato negli ultimi anni”. Compresi quelli della precedente amministrazione 5 Stelle, in cui Pennisi è stato assessore all’Ecologia sul finire del mandato. Ma il primo cittadino stavolta evita la facile polemica politica, su un tema come la salute che sta alimentando preoccupazioni, anche alla luce dei progressivi tagli alla sanità pubblica. Tuttavia svicola sulla Consulta per l’ambiente, limitandosi a dire che “quando attiveremo le altre sarà attivata anche questa, fermo restando la possibilità di ogni associazione di dare il contributo fattivo a prescindere”. Anche se visti i numerosi precedenti, resta tutto da vedere cosa se ne farà poi la sua amministrazione dei suggerimenti ricevuti dagli ambientalisti.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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