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Fava va al liceo per insegnare la politica che non aspetta le Procure

Ultimo aggiornamento mercoledì, 3 Marzo, 2021   18:44

AUGUSTA – “La politica non deve inseguire la magistratura”. La lezione di Claudio Fava è solo in apparenza rivolta ai liceali di Augusta, il 29 marzo arrivati all’auditorium della Cittadella per “un percorso di cittadinanza attiva”sul tema ambiente e legalità“. Quando il presidente della Commissione antimafia regionale prende il microfono, infatti, conclude una carrellata di interventi iniziata dalla sindaca Cettina Di Pietro. Che riscopertasi fervente grillina dopo il tracollo del Pd alle ultime politiche, aveva trasformato il suo “saluto” in scaletta nel solito “ci vuole l’intervento dei giudici per far rispettare le regole”.Si riferiva alle industrie, ma è un refrain 5 Stelle adottato per ogni occasione. Per questo il leader di Centopassi, che su giustizialismo e “moVimento” ha idee precise, ha subito voluto mettere le cose in chiaro con gli studenti del Megara che ascoltavano.

Giovanni Ranno, dirigente provinciale Articolouno e il capogruppo del Centrosinistra, Giancarlo Triberio, accolgono Claudio Fava fondatore di Centopassi

Fava: non è politica fare cassa di risonanza alle inchieste

Ovviamente non sarebbe stato “educativo” uno scontro frontale con la pentastellata, perciò Fava ci ha girato intorno. E’ il suo portavoce a chiarire il pensiero, a margine dei lavori, spiegando che“l’obiettivo della politica deve essere di arrivare prima, non fare cassa di risonanza alle inchieste”. E che “non ci si può limitare a dire che tutto fa schifo, ma bisogna saper distinguere“. Eppure Di Pietro c’ha provato a mischiare, come prassi nella comunicazione M5S. Arrivata con l’abituale ritardo, quel tanto per far notare l’entrata in scena, la sindaca ha esordito con una breve lezione sulle Autorizzazioni integrate ambientali. Che adesso vanno opportunamente distinte fra quelle di competenza ministeriale e regionale, considerato che a Roma governa il suo partito. Anzi, al ministero dell’Ambiente c’è proprio un grillino. Il quale, dopo un anno sulla poltrona, ancora si tiene alla larga da una delle zone più “calde” della nazione sul tema inquinamento.

Rita Pancari, docente e coordinatrice cittadina di Libera

Di Pietro: lasciata senza notizie sul rischio ambientale

Però c’è un inedito nel discorso della grillina sul tema raffinerie: la larvata critica alla prefettura“In occasione dell’ultimo incidente nella zona industriale, non c’è stata il minimo di comunicazione all’autorità comunale; ho dovuto apprenderlo da Facebook, dice al microfono. Senza citare però l’autorità con la quale i sindaci si interfacciano in casi come questo, che è appunto il prefetto. Inoltre, quale responsabile della salute della popolazione, in situazioni critiche dovrebbe attaccarsi al telefono fin quando non gli danno retta. Se l’ha fatto e non le hanno risposto, non è dato sapere. Ha però tenuto a far conoscere il suo pensiero su “ciò che non doveva accadere a Melilli“.Dove l’amministrazione ha preso l’iniziativa, “sfiorando il procurato allarme”su un fuori servizio che non dava pericolo.

Lauretta Rinauro, coordinatrice provinciale di Libera. parla nell’auditorium della Cittadella

Don Prisutto: i giudici arrivano a cose fatte

Insomma Di Pietro si è auto-assolta sull’assenza di comunicazione ai suoi cittadini in ambasce, cercando di far passare il concetto che in caso fumi anomali dalle ciminiere è meglio non allarmare inutilmente. Poi ha ceduto il microfono a don Palmiro Prisutto. Che senza aspettare le risposte delle “autorità competenti” è andato di notte“insieme ad altri quattro” volenterosi a fermare i camion col polverino dell’Ilva di Taranto. Sbarcavano a Catania il rifiuto industriale che la Puglia non voleva, per portarlo vicino Augusta col favore delle tenebre.“Nel nostro territorio le violazioni sono parecchie”, ha detto l’arciprete. Evidenziando che “la magistratura interviene quando sono accadute”.

i liceali del “Megara” leggono brani di Giuseppe Fava

Parisi, Legambiente: vigilare senza aspettare le Procure

Perciò è compito degli ambientalisti storici come Enzo Parisi, intervenuto subito dopo, tenere alta la vigilanza senza aspettare le Procure. Nei pochi minuti a disposizione, il dirigente regionale di Legambiente ha potuto ripercorrere solo alcune delle lunghe battaglie contro le potenti lobby industriali e la politica connivente. Ha ricordato“l’avvento di una classe di avvocati specializzati in risarcimenti da inquinamento, alcuni dei quali protagonisti del sistema Siracusa“.Quel sistema di corruttela che aveva trasformato alcuni tribunali in una palude, avrebbe “avuto inizio” proprio da un’inchiesta sulle violazioni ambientali. L’ecologista ha proposto la cittadinanza onoraria al “pretore d’assalto”Nino Condorelli, la cui attività in zona negli anni Settanta può definirsi antesignana di Mani pulite.

don Prisutto, Rinauro, il capitano Rossella Capuano e il dirigente scolastico Renato Santoro

Il pm Riolo: multe salate più efficaci del codice penale

L’intervento di Parisi non era di quelli che potessero mettere a suo agio il sostituto Stefano Riolo, intervenuto subito dopo. Però il magistrato ha evitato spunti diversi da una relazione di circostanza, dicendo che“non c’è lavoro che tenga senza il rispetto dell’ambiente“.E spiegando che per tutelarlo dagli abusi “le sanzioni amministrative sono più efficaci di quelle penali“. Un concetto che ha anticipato il ragionamento di Fava, secondo il quale chi inquina “ha la consapevolezza che grazie al ricatto occupazionale riesce a risparmiare”.Il fondatore di Centopassi racconta che la fame di lavoro fece scegliere Comiso come base per i missili nucleari. Che la stessa “fame” consente di permettere al business privato di gestire il 90 per cento dello stoccaggio rifiuti in Sicilia. E alle bonifiche di restare sotto il 7 per cento.

Fava, presidente Commissione regionale antimafia, col sostituto procuratore Stefano Riolo

Rinauro, Libera: che la parola oggi venga a tutti

Il presidente dell’Antimafia siciliana sottolinea agli studenti come “ci possano essere comportamenti che non sono penalmente rilevanti, eppure sono infami. E che bisogna battersi per cambiare uno stato di cose insopportabile per la dignità e il vivere civile “senza rimettere questo compito alle sentenze della magistratura”. La giornata di lezione su “ambiente e legalità” aperta dalla docente Rita Pancari e dal dirigente scolastico Renato Santoro, si chiude con una rappresentanza di liceali che legge alcuni passi degli scritti di Giuseppe Fava. Ed è nell’esempio del giornalista di Palazzolo Acreide “zittito” dalla mafia a Catania che, proprio all’inizio, la coordinatrice provinciale di Libera, Lauretta Rinauro, sintetizza il senso dell’iniziativa:“Uomo dotato di parole, in un contesto in cui dominava il silenzio. Che la parola oggi venga a tutti”.

la scuola che insegna a resistere alla logica dell’indifferenza
Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

2 thoughts on “Fava va al liceo per insegnare la politica che non aspetta le Procure

  1. Ho assistito personalmente quasi per caso alla “lezione” di Claudio Fava. Parole vere, toccanti che fanno riflettere su tante cose. Ho avuto, haime’ modo di vedere la reazione dei ragazzi delle ultime file, molti dei quali conosco personalmente come persone intelligenti. Erano distratti, annoiati, attenti a tutto meno che alle perle che venivano destinate loro. Una ragazza ha fatto avanti e indietro davanti a me fermandosi persino a 10cm da me impedendomi la vista senza nemmeno rendersene conto tanto era mentalmente assente. Sono questi i ragazzi del futuro? Persone intelligenti che non hanno nessuna intenzione nemmeno di capire il problema? Sono andata via con un senso di tristezza. Io che alla loro età quando sentivo parlare di inquinamento pregavo per la dismissione delle industrie petrolchimiche, loro che sentendosi spronare non sono nemmeno mentalmente presenti.

    1. Tutti siamo stati ragazzi, pure chi scrive. E spesso ho fatto caciara e sono uscito prima del tempo su argomenti che poi mi hanno visto in strada a lottare, con la voce o una penna in mano. Ogni pianta ha il suo tempo per spuntare, l’importante è arare il terreno per piantarci il seme. Iniziative come quelle descritta nell’articolo fanno esattamente questo, a prescindere dai risultati momentanei. Il senso di tristezza, personalmente, lo riservo a chi “non ci arriva” nemmeno dopo una vita.

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