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Adsp, Roma ci ripensa sul presidente: veleni dal centrosinistra

Ultimo aggiornamento domenica, 6 Giugno, 2021   11:35

AUGUSTA: Roma forse ci ripensa per la nuova governance, e sull’Autorità portuale di Augusta e Catania esplode la polemica. Partito democratico e Articolouno di Siracusa sono scesi in campo al fianco dei 5 Stelle, appena dagli ambienti governativi è arrivata l’indiscrezione che il ministero alle Infrastrutture starebbe per fare marcia indietro, sulla promozione di Enrico Chiovelli a presidente della Adsp del Mare di Sicilia orientale. I partiti della prevedibile alleanza giallorossa alle regionali 2022 hanno subito alzato gli scudi, per difendere il dirigente ministeriale spedito a febbraio come commissario per farsi le ossa nei traffici marittimi. Dopo una lunga carriera in ambiti estranei al management navale, l’ingegnere romano era stato indicato dal ministro Enrico Giovannini ignorando i candidati locali e le relative sollecitazioni arrivate dai Comuni di pertinenza, nonché dalla stessa Regione Siciliana. Una “intesa negata”, sostenuta dalle amministrazioni comunali del Petrolchimico e dalla città metropolitana etnea, che ha infilato in un imbuto la gestione della più strategica Port authority del Mediterraneo centrale. Ed è proprio questa paralisi che il governo di Mario Draghi vorrebbe evitare, specialmente alla vigilia del Piano nazionale per la ripartenza finanziato dall’Unione europea, nonostante i malumori arrivati da pentastellati e “soci” del centrosinistra. Pertanto si sarebbero riaperte le discussioni con le segreterie della maggioranza parlamentare, per trovare una soluzione diversa a quella targata solo Pd5S. D’altronde lo stesso burocrate non avrebbe interesse a essere oggetto di uno scontro a oltranza, facendosi etichettare come appendice di una precisa parte politica e mettendo la sua carriera statale alla mercé dei mutevoli assetti nei Palazzi del potere.

Art1, Zappulla: basta bandierine politiche sul porto.

Giancarlo Triberio e Pippo Zappulla

Mentre a Roma tutto sembra tornare in discussione, a Siracusa il centrosinistra infiamma la polemica. “Basta con le bandierine politiche”, scrive Art1, in un comunicato del segretario regionale Pippo Zappulla. Il documento, sottoscritto anche dal consigliere augustano Giancarlo Triberio e dal segretario cittadino Giovanni Ranno, dice che “quanti lo stanno osteggiando devono spiegare ai cittadini, al sistema delle imprese e ai lavoratori le vere ragioni”. I firmatari premettono di non avere “alcuna vicinanza politica”, però gli danno merito del “completamento di alcuni lavori importanti relativi al rifiorimento delle diga foranea e altri lavori di potenziamento del porto di Augusta”. In sostanza, si chiedono se la sua colpa sia solo quella “di non essere indicato dal centrodestra e da esponenti più o meno autorevoli dello stesso schieramento”. Avvertendo che “in ogni caso il nome alla fine definito dovrà rispondere esclusivamente ai criteri di competenze al servizio dello sviluppo: qualsiasi altra scelta troverà la nostra ferma contrarietà e denunzia pubblica”. Articolouno poggia la sua difesa d’ufficio a Chiovelli sul fatto che “a spingere per la sua nomina ci siano, e pubblicamente, le forze sociali. In realtà sono stati solo i sindacati catanesi, insieme a Sicindustria. Le segreterie siracusane di Cgil, Cisl e Uil hanno invece osservato un eloquente silenzio, così come Confindustria Siracusa. E chi nell’imprenditoria portuale ha parlato, non si è affatto trovato concorde con l’entusiasmo di Zappulla e compagni.

Assoporto, Noè: finora copia-incolla di progetti vecchi 20 anni.

Assoporto parla di “solite logiche, di chi vuole che tutto cambi per non cambiare nulla”. Il comunicato diffuso dalla presidente Marina Noè dice che “la giusta opportunità di crescita passa anche attraverso una governance adeguata”. Osservando che “sino ad ora non abbiamo visto nessun reale cambiamento, e assistiamo a una Catania ostaggio del traffico commerciale portuale senza una stazione marittima degna di una tra le più belle città della Sicilia, senza adeguati spazi da offrire al mondo delle crociere che presto ripartirà. Ad Augusta, invece, si va avanti con il copia e incolla di progetti vecchi di ormai un ventennio, senza prospettive adeguate alle dimensioni del porto”. Insomma, almeno sotto il profilo imprenditoriale, l’associazione dei portuali la vede diversamente da Articolouno. E anche dallo stesso Pd siracusano, che ha svegliato dal torpore la sua segreteria.

Pd, Adorno: sostituzione Chiovelli è operazione clientelare.

Su Salvo Adorno pesa la richiesta di dimissioni arrivata da 33 componenti su 72 dell’Assemblea Pd, che lo accusano di “un anno nel quale il partito è rimasto immobile, senza saper sviluppare un’azione incisiva in grado attrarre consenso, nel quale nessuna delle sporadiche iniziative assunte è stata concordata e condivisa”. Eppure il segretario provinciale se n’è venuto fuori con presa di posizione che appiattisce i democratici sulle posizioni dei grillini, riguardo la presidenza Adsp a Chiovelli. “L’impressione è che la richiesta di sostituzione risponda solo a vecchie e usurate logiche di potere, le stesse che hanno portato la Sicilia all’attuale stato di crisi strutturale”, dichiara a mezzo stampa l’esponente dem. Aggiungendo che ”tutto ciò è inquietante perché sembra avvalorare l’idea di un asse politico che mira a una mera sostituzione con figure omogenee alla destra che i sindaci e il presidente rappresentano, oppure ancora peggio, sembra adombrare che i veri motivi per cui si chiede la sostituzione siano pubblicamente indicibili, come spesso avviene in politica”. Sommando la considerazione che “rivendicare un commissario siciliano a tutela degli interessi locali, appare pretestuoso e mostra tutte le debolezze politica di una operazione clientelare”, Adorno si lancia in una polemica che subito si trasforma in boomerang.

Stella replica: il Pd dello scippo sede a Catania non ha autorevolezza.

Marco Stella e Peppe Di Mare.

“Il Partito democratico che ha scippato l’Autorità portuale di Augusta in favore di Catania quando stava al governo dell’Italia e della Sicilia, il Pd di Siracusa che allora aveva un assessore regionale nella giunta di quel Rosario Crocetta che diede parere favorevole allo scippo facendolo concretizzare, quello stesso partito oggi parla del futuro di Punta Cugno per bocca di un segretario provinciale del quale mezza dirigenza ne ha già chiesto le dimissioni per incapacità politica”, nota subito Marco Stella. Il presidente del consiglio comunale augustano ricorda come Bruno Marziano, oggi regista politico della segreteria provinciale ma all’epoca nel governo della Regione, non mosse un dito per impedire un colpaccio confezionato dal sindaco catanese Enzo Bianco e dal ministro Graziano Delrio. Affrettandosi anzi a mettere un suo fedelissimo nel Comitato di gestione dell’Autorità portuale, spostata alle falde dell’Etna con una decisione tutta interna all’establishment democratico e affidata alla presidenza di Andrea Annunziata, ex sottosegretario nel governo Ulivo. “Credo che Adorno e il Partito che ancora formalmente rappresenta a Siracusa non abbiano l’autorevolezza necessaria a criticare chicchessia su questa richiesta, avanzata dai Comuni di mezza Sicilia e dal Governo regionale, di una governance Adsp legata al territorio e non ai diktat delle segreterie romane”, affonda Stella.

Il fronte sindaci-Musumeci e le chance dei loro candidati alle regionali,

Nella necessità di attaccare il centrodestra per sostenere le tesi sulla governance sponsorizzate dai grillini, Adorno non si è reso conto che le sue considerazioni gettavano invece una luce ambigua proprio sul recente passato del Pd in tema di Adsp. “Evidentemente c’è chi ancora coltiva nostalgia di quei ‘bei tempi’, insieme ai nuovi alleati arrivati da un #cambiamento che si è concretizzato solo nella loro dichiarazione dei redditi, attacca a sua volta Stella. In sostanza si intesta la difesa politica di quanto operato dal sindaco augustano Peppe Di Mare, il primo a esporsi per mettere in piedi il fronte della “discontinuità” alla Port authority. Il presidente del consiglio comunale di Augusta sa di rinvigorire le polemiche dell’opposizione consiliare, per una posizione niente affatto super partes come invece richiesta dal ruolo istituzionale. Ma il gioco vale la candela, considerato che sembra puntare alla candidatura per le regionali. Finora non era mai accaduto che le amministrazioni della zona industriale siracusana e quella di Catania facessero fronte comune con la Regione contro Roma, sulle questioni della portualità nel lato orientale della Sicilia. E questo, aldilà del risultato finale ancora tutto da vedere, è già un grosso vantaggio in campagna elettorale. Che nessuno con un po’ di esperienza in politica, e un’amministrazione alle spalle, si farebbe scappare.

Pd-5s, un nemico e tour comuni per far digerire l’alleanza alla base.

Giancarlo Cancelleri e Anthony Barbagallo (foto pd).

Partito democratico e 5 Stelle lo comprendono perfettamente che la saldatura fra Comuni concorrenti da sempre, è per loro elettoralmente pericolosa se vogliono evitare un bis del governatore Nello Musumeci. Tanto che “parte in questo weekend un tour tra i comuni dell’Isola, che vedrà fianco a fianco il segretario del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo, e il sottosegretario alle Infrastrutture ed esponente del Movimento 5 Stelle, Giancarlo Cancelleri”. Il comunicato congiunto del 4 giugno parla di ”una ‘passeggiata’ in numerosi comuni siciliani per lavorare e rafforzare l’alleanza tra il Pd e il M5s, in particolare nei territori, molti dei quali andranno al voto nella prossima tornata di amministrative. Barbagallo e Cancelleri saranno, nella prima parte del weekend, in diversi comuni della Sicilia Orientale. I due leader regionali non nascondono che “scendiamo in strada e incontriamo i siciliani con l’obiettivo di proporre una solida alleanza, e una alternativa alle macerie prodotte dal governo Musumeci”. Scontato che abbiano mobilitato le segreterie locali per spingere l’alleanza in ogni modo, evocando un nemico comune in grado di farla calare a militanti che si sono insultati per un decennio sui social. Meno scontato era che lo zelo in qualche dirigente di periferia finisse per ricordare a tutti quanto quella politica parla allo specchio.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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