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Adsp Augusta: Musumeci boccia Chiovelli, via libera a Garofalo

AUGUSTA – Nello Musumeci boccia il “romano” Enrico Chiovelli alla presidenza dell’Autorità portuale di Augusta e Catania, aprendo la strada al messinese Vincenzo Garofalo. Con un atto che segna netta discontinuità dal predecessore Rosario Crocetta, perfettamente allineato coi Palazzi romani, l’attuale presidente della Regione Siciliana rispedisce al mittente la designazione nata nelle segreterie di Pd e 5S, scavalcando le indicazioni arrivate dalla politica locale a trazione centrodestra“Non si esprime l’intesa sul nominativo”, ha scritto in una lettera al ministero delle Infrastrutture, datata 14 maggio. Il documento riconosce alla scelta ministeriale “qualificate caratteristiche professionali nel settore dei trasporti”. Ma aggiunge che “tuttavia deve evidenziarsi come il designato non abbia mai ricoperto ruoli di vertice presso strutture portuali, ad eccezione della recente esperienza commissariale” proprio a Punta Cugno. Il vero affondo del governatore arriva però quando scrive che quella “circostanza mal si concilia con la scelta di un profilo in grado di avviare nuove linee di sviluppo per la portualità, in discontinuità con il passato“. Un passaggio che riprende l’appello arrivato il 22 aprile dai Comuni industriali del siracusano, contro una scelta ministeriale “avvenuta senza alcuna considerazione alle rimostranze della classe politica locale, degli operatori portuali e dei dipendenti sulla scelta di una nuova governance“. 

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Di Mare, Carta e Gianni: apprezzamento al governatore, ora un presidente siciliano.

Il sindaco Peppe Di Mare col commissario Adsp Enrico Chiovelli.

Dalle amministrazioni di Augusta, Priolo e Melilli è arrivato quasi immediato un apprezzamento per la puntuale attenzione data dal presidente Musumeci alle problematiche di questa zona industriale, che guarda al porto commerciale di Punta Cugno come fonte di sviluppo alternativo e complementare al modello petrolchimico“. I sindaci delle 3 città affacciate sul Golfo Megarese, in questo nuovo documento congiunto diffuso il 15 maggio, aggiungono che “occorre sottrarre la nomina a logiche spartitorie che sono esclusivamente funzionali agli equilibri politici romani, senza tenere in alcun conto le necessità delle nostre popolazioni”. L’augustano Peppe Di Mare, il priolese Pippo Gianni e il melillese Giuseppe Carta scrivono che ora si deve “individuare un nuovo presidente dell’Autorità portuale fra le eccellenze professionali presenti in Sicilia, in grado di coniugare approfondita conoscenza del territorio e discontinuità con le precedenti governance che nessun progresso apprezzabile hanno apportato alla Adsp“.

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Port authority, in pole position ex deputato Fi già presidente Autorità di Messina.

Questa intesa negata, che a molti sembra dovuta alla moral suasion del sindaco augustano nelle stanze del governatore, sembra comunque solo un primo passo. Che dovrebbe preludere a quello decisivo di un presidente più in sintonia con le amministrazioni comunali e la giunta regionale. Infatti la bocciatura di Chiovelli è arrivata a 5 giorni dal termine ultimo, trascorso il quale l’assenso si dava per acquisito. Il ritardo nel partorire un diniego di poche righe, fa pensare alle trattative per individuare un’alternativa siciliana da contrapporre a quella romana. In tal senso, per la presidenza Adsp avrebbe preso quota l’ex deputato forzista Garofalo. Stranamente, la berlusconiana Stefania Prestigiacomo punterebbe invece su un altro nome. Ma sul messinese ci sarebbe la convergenza di Musumeci e dei sindaci del Petrolchimico, nessuno dei quali ascrivibile a Forza italia, che ad Augusta fra l’altro si trova pure all’opposizione. L’ingegnere ha già presieduto la Port authority di Messina, e il suo nome sembra non abbia trovato ostacoli col ministro dem Enrico Giovannini. Complice forse il fatto che l’asse Pd-5S per le amministrative a Roma è miseramente naufragato, per la lamentata“inaffidabilità dei grillini“. In più c’è il fatto che i democratici hanno già incassato lo spostamento del salernitano Andrea Annunziata dalla Adsp augustana a quella di Napoli-Salerno, e magari non hanno intenzione di fare barricate-boomerang coi pentastellati su Punta Cugno.

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Punta Cugno assente dal report sui traffici merci che contano in Italia.

Alla Port authority di Augusta la casella resta vuota, e non solo per la poltrona presidenziale. La governance uscente, in linea coi predecessori, in realtà non è riuscita a inserire lo scalo commerciale nella lista dei porti italiani protagonisti per il transhipment. Lo certifica impietosamente il Fedespedi economic outlook“, redatto dal Centro studi della Federazione nazionale delle imprese di spedizioni internazionali, dove Augusta non compare proprio. Eppure, riguardo le “tendenze dello shipping internazionale”, il report di aprile dice che nel 2020 i porti stranieri nel Mediterraneo hanno avuto “un aumento del 2,6 per cento rispetto al 2019“, riguardo il tonnellaggio di merci viaggianti coi container. Mentre “i principali porti italiani nel 2020 hanno movimentato 10,68 milioni di Teu, lo 0,8 per cento in meno rispetto al 2019″. Si tratta comunque di “una diminuzione contenuta rispetto alla crisi complessiva del Paese, anche se va osservato che il volume di container movimentato dai nostri porti non varia in modo significativo da anni, oscillando su valori di poco superiori ai 10 milioni di Teu“. 

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Sono stati solo i sindaci a fare asse con Gioia Tauro, porto record per i container.

L’assessora al Porto, Tania Patania.

Il “Quadrimestrale di informazione economica” della Fedespedi scrive che “la flessione ha riguardato tutti i porti, tranne quelli di Gioia Tauro e di Savona. Il primo ha goduto del passaggio di proprietà del terminal Medcenter da Contship Italia a MSC, che ha concentrato sul porto calabrese parte della sua attività di transhipment”. Fra l’altro proprio il sindaco Di Mare e quello di Gioia Tauro, Aldo Alessio, il 26 marzo hanno stilato un documento congiunto. Dove scrivono che i rispettivi porti “possono avviare una politica di cooperazione su specifiche attività, per creare sinergie e realizzare un vero e proprio sistema portuale di quarta generazione”. Il documento spiega che “il sistema cosi realizzato, attraverso un processo forte di digitalizzazione che sfoci in un Port community system, diverrebbe il primo sistema portuale per traffico merci d’Italia, capace di puntare alle due parole chiave del Piano nazionale di ripresa: digital e green”. L’assessora comunale al Porto, Tania Patania, ha poi puntualizzato che  “l’obiettivo è quello di cogliere appieno le opportunità offerte dalla collocazione dei due porti lungo le rotte commerciali, specie nel rinnovato e positivo interesse che il governo ha manifestato nel riaffermare la natura mediterranea del Paese”.

Scalo megarese tenuto fuori dal grande giro, Assoporto: offuscava altri porti.

Una sinergia con Gioia Tauro che l’Assoporto augustana ha “salutato con entusiasmo”. Perché, scrive in un comunicato del 27 marzo, “non è nuovo l’interesse che l’America prima e la Cina poi hanno manifestato per il porto di Augusta, per la sua posizione baricentrica tra il canale di Suez e Gibilterra. L’Italia era leader europea nei rapporti con i paesi a sud d’Europa, ruolo di fatto ceduto alla Francia e alla Germania che, sempre più, stanno presenziando nei Paesi di questo mare”. La presidente dei portuali, Marina Noè, aggiunge che “Augusta rappresenta l’ultimo avamposto italiano per il corridoio trans-europeo, ma allo stesso modo il primo porto di collegamento con il resto del mondo: proprio queste sue caratteristiche, probabilmente, l’hanno costretta a giocare un ruolo marginale, perché diversamente avrebbe potuto offuscare le potenzialità di altri porti“. E guardare la lista dei primi 14 scali italiani per traffico container, elaborata da Fedespedi, il giudizio non sembra campato in aria. In quell’elenco Punta Cugno non c’è. A differenza di Cagliari, Bari, Salerno e Napoli, tanto per restare al Sud. Se l’ultima governance Adsp ha mostrato “un segno di vivacità che marca il cambio di passo rispetto al passato”, come sostiene il deputato grillino Paolo Ficara, evidentemente non è in quelle statistiche che va cercata.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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