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Augusta, parco hangar militarizzato: mistero su progetti Marina

AUGUSTA – Il parco dell’Hangar e quei “fini istituzionali delle Forze armate” sull’area dove è stato raso al suolo un bosco di eucalipti, e in cui ora “non sono previste opere di ripiantumazione di specie arboree e arbustive autoctone”. Augusta e i suoi dintorni si avviano a tornare una grande piazzaforte, a quasi un secolo dalla decisione dell’Italia fascista di farne l’avamposto militare per l’espansione imperialista del Mediterraneo. E’ una delle suggestive chiavi di lettura che sembra offrire la lettera di Marisicilia notificata all’ambientalista Gianmarco Catalano, riferimento del Comitato Punta Izzo possibile per le questioni legali, in risposta a una richiesta di accesso agli atti circa il nuovo recinto nella zona dell’idroscalo. Il documento datato 22 gennaio e firmato dal contrammiraglio Andrea Cottini, premette che “la recinzione attualmente è di tipo provvisorio”. Ma poi aggiunge subito che “per la realizzazione della recinzione perimetrale definitiva, è stato rilasciato apposito parere favorevole a cura della Soprintendenza di Siracusa“. La Marina quindi ammette che “fortificherà” una zona verde di pertinenza del demanio Difesa, dove fin dal dopoguerra si poteva accedere liberamente. E puntualizza che “le finalità delle opere evidenziate attengono ai fini istituzionali”. Mantenendo però il riserbo su cosa intende realizzare nei terreni che sta blindando.

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Marisicilia: rispetto per storia e paesaggio è interesse anche di nostri militari residenti.

La recinzione provvisoria al parco dell’hangar (foto Comitato Punta Izzo).

La base navale è ormai storicamente parte integrante del tessuto sociale di Augusta, per cui all’Ammiragliato sono coscienti che militarizzare nuovamente questo polmone verde alle porte della città non sarà senza traumi. Perciò si affrettano a chiarire che “questo Comando Marittimo Sicilia amministra i beni demaniali destinati alla difesa militare, conciliando gli obiettivi istituzionali governativi con i precipui interessi della locale collettività”. Intuendo l’opposizione degli ambientalisti e le perplessità dei comitati di valorizzazione per un monumento unico come l’hangar dei dirigibiliaggiungono che questa rioccupazione del parco sarà “nel rispetto delle norme ambientali, paesaggistiche e di tutela del patrimonio storico culturale“. La Marina poi enfatizza “l’intrinseco interesse degli stessi militari in servizio presso la Base, che in gran parte sono anche residenti in città o nei prossimi dintorni”. Il cortese “di conseguenza si resta a completa disposizione per fornire qualsiasi documento o informazione in nostro possesso, al fine di consentire alla cittadinanza il diritto di esercitare forme di controllo diffuse sul nostro operato”, sembra la cordiale chiosa di chi tiene molto ai rapporti di buon vicinato. Senonché il contrammiraglio poi scivola proprio sulla “trasparenza“.

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Ammiragliato irritato con Catalano: ricerca solo spunti per ostacolare Forze armate.

a sinistra Gianmarco Catalano con Enzo Parisi di Legambiente.

Cottini infatti scrive a Catalano che “la ripetuta attivazione di pubblici funzionari per l’ostensione di atti afferenti situazioni note o oggetto di pregresse, anche vie brevi, attività d’informazione costituisce un aggravio lavorativo, certamente legittimo, ma di cui non se ne comprende a fondo l’efficacia”. Però è la stoccata finale dell’alto ufficiale al semplice militante, che inconsapevolmente solleva molte domande sui progetti della Marina per il parco dell’Hangar. Il comandante di Marisicilia giudica le puntuali richieste del tenace ambientalista come “verosimilmente indirizzate alla spasmodica ricerca di spunti utili per circoscrivere lo spazio d’azione della Forza Armata“. Ma una normale richiesta di accesso civico generalizzato agli atti del Comando, in che modo può ostacolare i piani della Difesa? Perché questa irritazione per le scontate curiosità circa la banale recinzione di un’area verde, per oltre mezzo secolo fruita liberamente dai civili? Quale progetto “accessibile” mediante una normale pec, vogliono tenere lontano dai riflettori della pubblica opinione? Interrogativi che gettano una luce particolare sulla conclusione del documento, dove si afferma che “le Forze Armate sono poste al servizio della collettività e per questa operano senza risparmio di energie, confidando nella consapevolezza dei cittadini che per poter disporre di un servizio pubblico essenziale e altresì necessario che l’erario metta a disposizione risorse materiali in misura adeguata”.

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Ossigeno per l’informazione: troppa insofferenza su domande legittime dell’attivista.

Il parco hangar rimilitarizzato dopo mezzo secolo di libera fruizione (foto Comitato).

Forse al parco Hangar la Marina non intende fare nulla di diverso che una recinzione a regola d’arte, su un terreno di sua pertinenza. E quella sottolineatura sulla “necessità” di adeguate “risorse materiali” da parte dello Stato, non è che il comprensibile sfogo di chi fa i salti mortali per svolgere il suo delicato compito militare, facendo quadrare conti civili sempre più esigui. Intanto però il nervosismo del contrammiraglio su una richiesta di notizie ai sensi di legge sulla trasparenza, si è attirato l’attenzione di Ossigeno per l’informazione. L’osservatorio “su informazioni giornalistiche e notizie oscurate”patrocinato dall’Ordine dei giornalisti e dalla Federazione nazionale della stampa italiana, il 14 aprile si è occupato del caso Cottini-Catalano. “Le domande dell’attivista e il fastidio dell’ammiraglio”, titola il reportage sulla vicenda firmato da Alberto Spampinato. Dove spiega che la storia “merita attenzione perché è una riprova dell’insofferenza con cui molti soggetti pubblici accolgono le legittime domande dei giornalisti, le richieste di informazioni che sono tenuti a soddisfare”.

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Osservatorio Ordine-Fnsi: diritto informazione è per tutti, non solo per giornalisti.

L’hangar francese dove hanno fatto un museo dei dirigibili.

Ai sensi di legge Catalano giornalista non è, perché non ha mai preso il tesserino professionale, ma pubblica da anni articoli pacifisti ed ecologisti sulle testate online specializzate. Ma questo è secondario, per un osservatorio il cui nome “richiama un concetto elementare: ogni società libera e democratica ha bisogno vitale di libertà di informazione e di espressione, come il corpo umano ha bisogno di ossigeno”. Il sito di monitoraggio di OdgFnsi, in partneship con Ansa e Centro Pio La Torre, si occupa della vicenda Augusta perché “questa insofferenza è diffusa, si esprime in vari modi, ostacola la libertà di informazione ed è l’anticamera di quei comportamenti ben più gravi che Ossigeno continua a registrare e costituiscono vere e proprie violazioni del diritto di informazione. Diritto che tutti (non solo i giornalisti) devono avere l’opportunità di esercitare liberamente”. L’articolo si conclude con la puntualizzazione che “prestiamo attenzione anche a queste vicende perché, ci ha insegnato Georges Bernanos, molte volte ‘le piccole cose hanno l’aria di nulla, ma ci danno la pace'”. Una pace che l’hangar nato per la guerra sembrava aver trovato, e ora appare sul punto di smarrire senza che nemmeno si possa sapere il perché.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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