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Augusta, parte inchiesta sui lavori in piazza Mattarella coi fondi Pnrr

AUGUSTA – Una circolare ministeriale sui fondi Pnrr, rigidamente vincolati alla valutazione ex-ante di conformità al principio di non arrecare danno significativo all’ambiente”. La relazione agronomica che doveva valutarlo preventivamente, allegata solo ad appalto assegnato e a lavori avviati abbattendo gli alberi, quando già era partita la mobilitazione degli ambientalisti insieme a un esposto ai carabinieri. E l’inchiesta aperta dalla Procura di Siracusa sul presunto danneggiamento del patrimonio arboreo, che mette sotto la lente d’ingrandimento gli atti di una gara da 5 milioni euro assegnata dal Comune di Augusta a una ditta locale, per riqualificare a verde la Borgata togliendo quasi tutto quello già esistente. Si complica la vicenda di piazza Mattarella e dei suoi rigogliosi ficus estirpati con la pala meccanica, per fare spazio a una soleggiata spianata per concerti e sagre. Le sbrigative operazioni di smantellamento del giardinetto pubblico esistente, erano state fermate dal presidio degli ecologisti già all’indomani dell’abbattimento delle prime sette piante ad alto fusto. Ma dal 12 aprile il cantiere della Conor srl è inattivo, nonostante le risolute assicurazioni del sindaco Giuseppe Di Mare al consiglio comunale, circa “un’opera che noi inaugureremo a gennaio 2025”.

Interrogazione sui ficus abbattuti con la pala meccanica, il sindaco: sono specie invasive.

sopra e copertina: piazza Mattarella dopo l’avvio dei lavori.

Paradossalmente sono proprio quelle dichiarazioni del primo cittadino nella seduta dell’8 maggio, a gettare una luce obliqua sul procedimento seguito dall’ente appaltante, ora finito nel fascicolo affidato al pm Stefano Priolo. Rispondendo a una penetrante interrogazione dell’opposizione sulla vicenda, Di Mare dice infatti che “io sono uno che si fida dei tecnici e di chi capisce le cose del settore”. Un modo scaltro per difendere una delibera del piano triennale votato dalla sua maggioranza, e concretizzata dalla giunta di centrodestra, accollando eventuali criticità su impiegati vincolati d’ufficio al silenzio. E di affermazioni contestabili, al sindaco ne farebbero dire diverse. “Qualcuno dice che è meglio eliminarli anche perché sono piante alloctone, che oggi non si possono neanche piantare nella città di Augustapoiché “sono considerate invasive“, sostiene il capo dell’amministrazione. A supporto dello sradicamento cita pure un articolo del regolamento edilizio, secondo il quale “la rimozione deve essere adeguatamente motivata da una relazione progettuale e agronomica“. Ma in termini strettamente giuridici, come deve essere letta una disciplina precettistica, “rimozione” ed estirpazione non sono sinonimi. Allo stesso modo di un cartello stradale dove “zona rimozione” indica lo spostamento forzato dell’auto, non la sua rottamazione.

Scheda tecnica ministero: specie non invasiva, adatta ai parchi, resiste a siccità e vento di mare.

a sinistra piazza Mattarella com’era, accanto il rendering di come diventerebbe con la nuova area concerti.

Uccio Blanco replica in aula negando che gli alberi da abbattere siano invasivi, “anzi sono adatti per le piazze, e non lo dico io ma il ministero dell’Ambiente“.  E in effetti la tesi della “invasività”, sostenuta dai progettisti e sposata acriticamente dal Comune, si poggia esplicitamente sulla Watch list della flora alloctone d’Italia“, redatta da Carlo Blasi, Francesca Pretto e Laura Celesti. Ma si tratta di una ricerca pubblicata nel 2008 dall’Università di Roma 1. Mentre il riferimento del consigliere 5 Stelle è al più recente progetto Qualiviapartito nel 2015, pubblicato sul sito ministeriale del dicastero Agricoltura ed elaborato in collaborazione con l’Associazione vivaisti italiani. La scheda tecnica del ficus microcarpa lo definisce “specie sempreverde e non invasiva“, dalla “tolleranza medio-alta a siccità e salinità”, nonché caratterizzata da una “buona adattabilità alle condizioni urbane. Fra gli “usi suggeriti” vengono espressamente indicati “parchi e giardini, alberatura stradale, piazze, piazzali e aiuole”. Anche alla voce “trapiantabilità media”, la scheda smentisce chi ha detto al sindaco “che sono piante destinate a morire” se spostate. Eppure la relazione agronomica citata in consiglio, secondo quanto legge il presidente Marco Stella, “ha confermato le scelte progettuali” sulla estirpazione e successiva piantumazione di altre specie arboree. A redigerla è uno studio di Avola, che tuttavia l’ha messa nero su bianco solo il 24 aprile, quando già era scoppiato il caso. Prima di quella data, secondo l’ufficio tecnico comunale, “ha fatto un’analisi sommaria”. Evidentemente esposta informalmente, e peraltro direttamente alla ditta appaltatrice anziché al Comune, che doveva invece averla autonomamente e preliminarmente.

Fondi Ue vincolati “ex ante” a principo Dnsh ma relazione agronomica redatta dopo avvio lavori.

la Conor srl presenta in conferenza stampa la riqualificazione della Borgata.

La riqualificazione di piazza Mattarella, infatti, è stata finanziata col Pnrr. E i paletti fissati dall’Europa sono stringenti, pena la revoca dei fondi. Per evitare appalti che poi restano senza copertura, disastrando le finanze di chi li ha banditi, nel 2022 il ministero dell’Economia ha aggiornato la Guida operativa per il rispetto del principio di Non arrecare danno significativo all’ambiente“. Si tratta del cosiddetto Dnsh“, che richiede una precisa “Valutazione ex ante del principio di conformità“. Per misurare la compatibilità del progetto proposto, con questo criterio “Do no significant harm” imposto dall’Ue, uno degli strumenti sono i Criteri ambientali minimi“. La Guida spiega che “rappresentano le specifiche misure volte all’integrazione delle esigenze di sostenibilità ambientale per varie categorie di appalti della pubblica amministrazione, e si inseriscono tra gli strumenti di politica per i cosiddetti ‘appalti pubblici verdi‘”. Puntualizzando che i Cam in vigore a settembre 2022 si riferiscono” anche a “verde pubblico e arredo urbano. Quindi non a caso la riqualificazione della Borgata prevede di piantare “162 alberi e 400 cespugli”, come snocciolano i progettisti nella conferenza stampa di presentazione al Comune. Ma nel principio Dnshimposto da Bruxelles sembra difficile far rientrare la doppia spesa di togliere alberi, peraltro alcuni cinquantenari e tutti in buona salute, per metterne altri che devono avere il tempo di crescere. A meno che ovviamente, in via preliminare al progetto finale, non ci siano ragioni fondate e ben documentate per estirpare e ripiantare. Eppure, nel verbale della seduta consiliare, l’ufficio tecnico ammette che “sostanzialmente il progetto sin dall’origine prevedeva l’abbattimento di questi alberi”.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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