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“Cittadini per i cittadini”, la lezione dei precari al Comune M5s di Augusta

Ultimo aggiornamento martedì, 2 Marzo, 2021   22:45

AUGUSTA – “La scrivente organizzazione sindacale invita l’Amministrazione ad agire immediatamente, anziché perdere il proprio tempo a scaricare ad altri le proprie mancanza e inefficienze”. L’Ugl torna a sollevare il problema personale al Comune di Augusta, partendo dalla questione Anagrafe. Dove “la carenza di organico di almeno 4 unità determina disservizi all’utenza, oltre a caricare di lavoro i rimanenti addetti”. Il comunicato diffuso il 20 agosto da Sebastiano Bongiovanni, esprime “preoccupazione per il fatto che questi disagi continuino a ripetersi come se nulla fosse”. Considerato che fin dall’ottobre dello scorso anno la giunta era stata avvertita, che gli imminenti pensionamenti avrebbero svuotato quell’ufficio.

L’Ugl: disservizi all’Anagrafe colpa dell’amministrazione.

“Nessuno ha avuto voglia di sentirci”, accusa il sindacato autonomo. Dichiarando “piena solidarietà ai dipendenti che sono costretti a operare senza essere tutelati”. L’utenza infatti si trova di fronte a un disservizio che è acuito dal piano ferie. E come accade in questi casi, il disagio trova come primo, e quasi sempre unico interlocutore l’incolpevole impiegato. Bongiovanni ricorda “che ancora presso il Comune ci sono circa 80 dipendenti precari da 30 anni, che svolgono nonostante tutto il proprio lavoro con grande senso di responsabilità e professionalità”.

Cgil, Cisl, Uil avevano lanciato l’allarme pensionamenti.

Un problema che gli amministratori 5 Stelle hanno ereditato dalle “amministrazioni precedenti”. Ma che in 4 anni di Palazzo, ormai a fine mandato, sembra rimasto allo stesso punto in cui l’hanno trovato. “Chiediamo un confronto costruttivo e l’avvio di un dialogo reale e concreto, in merito ai trasferimenti ed incarichi posti in essere dall’amministrazione a seguito degli imminenti pensionamenti che hanno creato disagi per i lavoratori e disservizi alla stessa cittadinanza”, avevano scritto il 3 agosto Cgil, Cisl e Uil. Erano stati i segretari provinciali Funzione pubblica della triplice sindacale, a prendere posizione“dopo la delibera di giunta emanata ad aprile, relativa alla struttura organizzativa dell’ente”.

Caduta nel vuoto l’offerta di soluzioni dai sindacati.

Il documento di Franco Nardi, Daniele Passanisi e Alda Altamore rivela che avevano “dato disponibilità a offrire un valido contributo al fine di superare questa impasse”. Proponendo la discussione su “una oculata rimodulazione del personale esistente, affiancata a un’adeguata formazione; ma a queste richieste avanzate a fine maggio e il 12 luglio, l’amministrazione non ha dato seguito ad alcuna risposta”. Un atteggiamento che ha caratterizzato sin dall’inizio i rapporti fra amministrazione 5 Stelle e sindacati, anche se non tutto è ascrivibile al “caratteraccio” di chi guida il Palazzo pro-tempore.

La democrazia diretta che si ritorce contro i lavoratori.

La mancanza di dialogo, in realtà, è frutto di un approccio politico più vasto e “complessivo”. Figlio di una visione diretta a scardinare i corpi intermedi di rappresentanza, dagli ordini professionali alle organizzazioni sindacali. Una disintermediazione veicolata attraverso la semplicistica formula della “democrazia diretta”, che sembra aver contagiato persino molti degli iscritti al sindacato. Fino a quando non sono andati a sbattere personalmente con la “sostanza” nascosta dietro quell’ambiguo slogan. 

“Dal Palazzo atteggiamento di ostentata superiorità”.

“Non possiamo assistere a un atteggiamento di ostentata superiorità e tono di indifferenza da parte dell’amministrazione, che continua a snobbare le richieste avanzate dalle organizzazioni sindacali che curano i legittimi interessi dei lavoratori”, lamentano Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl. Ricordando all’amministrazione M5s che fra questi ci sono “gli 84 precari, che dal mese di marzo attendono di avere notizie sullo stato dell’arte relativo alla loro stabilizzazione”.

“Volontariato” e senso di responsabilità evitano collasso.

Ora che la scadenza del mandato amministrativo si avvicina, la propaganda social non riesce più a reggere il passo con la realtà. Come appunto quella della macchina amministrativa, con cui alla fine tutti gli elettori vanno a interfacciarsi per un motivo o per l’altro. Facendo i conti con un Comune che si regge praticamente sul “volontariato” dei precari, e sul senso di responsabilità di tutti gli altri dipendenti. Ed è quello che ora dicono senza mezzi i termini anche i sindacati di categoria.

Soluzioni pasticciate per carenze di programmazione.

“Sostituire senza una visione chiara chi va in pensione con personale non formato proveniente da altri servizi, non giova sicuramente alla comunità”, evidenziano Nardi, Passanisi e Altamore. I quali sottolineano“che i dipendenti continuano a garantire servizi alla cittadinanza accollandosi pesanti responsabilità che non gli appartengono”. E questo, “nonostante l’amministrazione non paghi loro gli arretrati delle risorse decentrate”. Cgil, Cisl e Uil aggiungono che quei lavoratori bistrattati “magari rischiano di essere additati come coloro che hanno provocato le inefficienze amministrative dell’Ente”. Ma se i segretari provinciali della Funzione pubblica avessero assistito alle sedute consiliari dal 2015 a oggi, quel “magari rischiano” se lo sarebbero sicuramente evitato.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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