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Augusta è elettrizzante: cabina Enel dà il benvenuti in centro storico

AUGUSTA – Benvenuti ad Augusta, città “elettrizzante”. E’ infatti una imponente cabina Enel il nuovo biglietto da visita per il centro storico. A posizionare lo squillante manufatto proprio all’ingresso dell’isola, laddove il viadotto Federico Secondo si innesta con i giardini pubblici, è stata la stessa amministrazione comunale. Che ha persino stanziato quasi 16 mila euro per il fabbricato, comprato rispettando gli standard forniti dalla società elettrica. Il Comune ha scelto anche l’impattante collocazione che cancella il panorama dal viale pedonale di levante, e accoglie i visitatori in arrivo dal ponte sullo Xifonio con un nuovo “bastione”, che nulla ha da spartire con le vicine fortificazioni spagnole. Un pugno nell’occhio che ha provocato la sollevazione social e mobilitato gli ambientalisti. I quali adesso si chiedono se quella vistosa costruzione che sbarra la veduta su Punta Izzo, abbia mai avuto il nulla osta della Soprintendenza. Anche perché sorge in un’area espressamente vincolata dal Piano paesaggistico, come zona di massima tutela. In quanto ricadente nel contesto classificato come Area archeologica del Castello Svevo e dei Forti Garcia e Vittoria”.

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Legambiente: Soprintendenza verifichi il rispetto dei vincoli di massima tutela nella zona villa.

sopra e copertina: la cabina Enel ai giardini pubblici.

“Ignoriamo chi abbia assunto la deprecabile e improvvida decisione di installare la cabina, in un luogo che non può né deve essere compromesso”, polemizza Legambiente. Che sulla vicenda ha diffuso un comunicato dove chiede “al sindaco di intervenire presso i suoi uffici per impedire lo sconcio, e procedere alla immediata rimozione dell’ingombrante struttura”. Il circolo augustano, inoltre sollecita laSoprintendenza di Siracusa di verificare se, e, in base a quali criteri, sia eventualmente stato rilasciato un parere paesaggistico”. Ma è una richiesta retorica, quella che avanza Domenico Ciacchella nel documento diffuso alla stampa il 19 agosto. Perché “sembra francamente impensabile che quell’obbrobrio possa aver ricevuto un parere positivo e, in ogni caso, riteniamo inaccettabile la collocazione in tale posizione”. Dopo la decisione di cancellare il palmeto all’ingresso della Borgata, per far posto a un McDonald’s circondato dall’asfalto, l’amministrazione comunale incappa nell’ennesima polemica sulla sua politica per il verde pubblico.

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Un altro sfregio paesaggistico ai giardini pubblici dopo la potatura devastante degli alberi.

Viali senza ombra a un anno dalla potatura fuori tempo.

Già lo scorso anno i viali della villa erano stati “sfregiati”, da una potatura degli alberi abnorme e fuori stagione. Tanto che dopo un anno le piante non sono state in grado di ricostituire l’originaria volta arborea, lasciando diversi viali sostanzialmente privi di ombra. Poi è arrivata la privatizzazione dell’intera zona intorno il palco della musica, attraverso l’affidamento in concessione del piccolo Bar Uzzo, andato in porto nonostante dubbi e obiezioni sull’ampia porzione di giardini pubblici sottratta alla libera fruizione. A ridosso di Ferragosto è spuntato il caseggiato Enel con vista sul golfo, che di cabina ha la definizione burocratica ma non proprio le dimensioni. Eppure, nella determina dei Lavori pubblici data 6 luglio, quel fabbricato acquistato da una ditta di Agrigento era “da collocare nel piano stradale esistente posto a Sud (via Xifonia) della struttura ex piscina comunale”. Poi è finito piazzato dove c’era il sottopasso in disuso per la vasca della Gigi Turchio, ora coperto e interrato.

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Ciacchella: impatto insopportabile, Piano provinciale non consente modificazioni paesistiche.

Villa zona rossa nella mappa dei vincoli paesaggistici.

Eppure, fa notare Legambiente, in quella zona di massima tutela 3 non sono consentite trasformazioni dei caratteri morfologici e paesistici”. Un vincolo che ai Lavori pubblici non poteva assolutamente sfuggire, perché proprio le mappe online del Piano provinciale colorano la villa di un inequivocabile rosso. Invece la piscina dove si trovava la vecchia cabina Enel è colorata in giallo. Ed è stata proprio la demolizione del fatiscente impianto sportivo, a imporre lo spostamento dei trasformatori a carico del Comune. Ma nessuno poteva immaginare la scelta finale, fra l’altro adottata da amministratori che si fanno vanto del rilancio culturale cittadino. Evidentemente confinato solo a spettacoli e presentazioni, perché non hanno mostrato difficoltà nel via libera alla Regione per opinabilissime demolizioni al castello. Mentre il promesso restauro al palco della musica era “nei primi cento giorni”, ma non si è visto ancora nulla. In compenso, nota Ciacchella, è arrivata “la collocazione in quel luogo della cabina elettrica, che appare assurda e del tutto inopportuna. L’impatto paesaggistico è insopportabile, poiché oblitera e compromette irrimediabilmente la visuale da qualunque posizione l’osservatore si ponga sul viale dei giardini pubblici”.

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Interrogazione 5 Stelle “e mozione per trasloco perché l’amministrazione tarda a rispondere”.

L’ex piscina comunale in demolizione.

Legambiente sostiene che “non ci sono ragioni tecniche che possano impedire di collocarla altrove, così da evitare di procurare danni rilevanti al bene paesaggio“. Fra l’altro i cablaggi non sarebbero ancora stati effettuati, e si tratterebbe perciò di spostare semplicemente il prefabbricato. Una spesa modesta per il Comune, considerato inoltre che la collocazione sarebbe stata effettuata a cura della ditta che sta demolendo la piscina. Contattato per chiarimenti, dall’assessore Angelo Pasqua non è arrivata risposta. Forse i Lavori pubblici, o lo stesso sindaco Giuseppe Di Mare, si riservano la replica in consiglio. Quando dovranno dare conto all’interrogazione presentata dal gruppo consiliare 5 Stelle. I grillini hanno pure presentato una mozione di indirizzo, per “la rimozione e migliore riallocazione della cabina in questione”. Infatti, “temiamo che le risposte alle nostre domande tarderanno ad arrivare, come è ormai consuetudine per questa amministrazione”. I pentastellati non sono un pulpito autorevole, riguardo a tempistica e modalità di risposta adottate dalla loro precedente amministrazione. Ma il cambio di passo promesso dai successori, sembra ora fermarsi sulla frontiera che separa propaganda e trasparenza. Un confine spesso sottile, come un filo elettrico.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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