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Augusta, Di Mare e la giunta balneare con Pippo Spanò e Montalto

Ultimo aggiornamento lunedì, 10 Luglio, 2023   16:31

AUGUSTA – Tutto pronto per la nuova giunta balneare di Augusta, in grado di esordire subito dopo il delicato consiglio comunale del 10 luglio. Quando la maggioranza dovrà approvare una spinosa variazione di bilancio, per far quadrare i conti ai concerti della megalomane estate augustana. La coalizione “civica” di centrodestra, allargata per la bisogna a Forza italia, ha finalmente partorito gli assessori che andranno a puntellare la sindacatura Giuseppe Di Mare. L’ultimo tassello è arrivato col via libera al consigliere Giuseppe Montalto, indicato da Niki Paci in vista di una sua possibile corsa alle provinciali. In totale sono quattro gli esordienti nella stanza dei bottoni del Comune. Fra tutti spicca Pippo Spanò, primo presidente dell’Autorità portuale, con un passato fra i banchi consiliari e già candidato sindaco forzista. Ma alla poltrona assessoriale arriva in quota Peppe Carta, deputato regionale Mpa e primo cittadino di Melilli. I berlusconiani doc puntano infatti sulla biologa Valeria Coco, ex segretario provinciale di Italia dei valori. Convinta a tornare nell’agone dal pressing del coordinatore Paolo Amato, e dell’onorevole regionale Riccardo Gennuso. Confermato, dopo mesi di indiscrezioni diffuse dallo stesso interessato, l’assessorato a Biagio Tribulato. Che tuttavia terrà pure la poltrona occupata a palazzo San Biagio, mettendo totalmente fuori dai giochi l’assessore uscente Angelo Pasqua. Il quale, prima di cedergli il posto, ne pretendeva le dimissioni per subentragli in aula come primo dei non eletti in Attivamente. Resta malamente fuori Fratelli d’italia, che aveva chiamato in città tutto il suo gotha regionale per aprire una trattativa. Ma evidentemente si proseguirà a “dialogare” coi meloniani di riferimento, continuando a scavalcare la filiera della dirigenza di partito.

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Spazio ai supporter per il bis a sindaco: dopo Tringali via un altro della prima ora, è Sicari?

in copertina e sopra (al centro) il sindaco Giuseppe Di Mare presenta la giunta con al fianco Ombretta Tringali e Rosario Sicari.

Le new entry sono chiamate a traghettare l’amministrazione almeno verso le probabili provinciali del prossimo anno. Quando il presidente del consiglio, Marco Stella, potrebbe essere tentato di correre per tornare nel giro che conta a Siracusa. La solidità della coalizione, tuttavia, potrebbe ancora subire qualche altro scossone. A molti infatti è stato promesso il terzo e ultimo tagliando, per poltrone assessoriali da occupare a ridosso delle comunali 2025. Quando il sindaco tenterà il bis del mandato, tenendo dentro sin da ora i più pericolosi dei potenziali competitori. Ad essere subito sacrificati alle sue future ambizioni, dovrebbero essere due degli ultimi superstiti della giunta portata sul palco elettorale nel 2020. Di Ombretta Tringali, titolare della rubrica Politiche sociali, già si immaginava da tempo. Cioè fin da quando l’associazione culturale supporter, la siracusana Lamba Doria considerata vicina al deputato Fdi Luca Cannata, è improvvisamente sparita dalle tante manifestazioni cerimoniali del Comune. Dove era onnipresente, a scapito persino di solide realtà locali, specialmente quando c’era da fare “rappresentanza” con le coccolate autorità militari. Il probabile sacrificio di Rosario Sicari, invece, nessuno se lo aspettava. Probabilmente nemmeno lui, vista la lealtà mostrata contro ogni buonsenso.

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Niki Paci piazza Montalto, seggio liberato a Intagliata. In consiglio il grillino di “ti scippu a testa”.

L’attuale assessore ai Progetti europei sembrava inamovibile, per Di Mare, avendo dietro il blocco giovanile di Destinazione futuro. Cioè degli ultimi supporter della prima ora, sopravvissuti ai tanti disillusi di una sindacatura dove non distinguono più il trasformismo politico, dall’opportunismo personale. A Sicari comunque viene sacrificata solo la poltrona assessoriale, perché manterrà comunque quella in consiglio comunale. A differenza di Montalto, promosso in giunta col patto di salvare la quota massima di consiglieri-assessori, lasciando a Patrizia Intagliata il suo posto a San Biagio. La prima dei non eletti è considerata vicina a Paci, che così tiene un piede pure in aula. Il rinato leader della galassia centrista moderata, tuttavia, non potrà mettere sul piatto pure il peso aggiuntivo di Manuel Mangano. Il segretario provinciale di Italia viva sembrava essersi nuovamente avvicinato all’amministrazione, che aveva sostenuto all’inizio del mandato consiliare, salvo poi distaccarsene a sorpresa dopo pochi mesi. “Continuo a restare all’opposizione senza alcuna ambiguità, ma senza alcuna pregiudiziale e mantenendo comunque un approccio costruttivo”, dichiara il consigliere renziano. Considerato che gli altri due colleghi forzisti passano in maggioranza, è destinato a perdere il titolo di capogruppo e finire nel Misto. Dove, secondo previsioni, troverà il grillino Uccio Blanco. Che torna nella stessa aula dove è stato protagonista del celeberrimo ti scippu a testa“, eloquentemente mimato al fuoruscito Giuseppe Schermi, che “infastidiva” troppo la precedente amministrazione 5 Stelle. Il pentastellato subentrerà alla dimissionaria Chiara Tringali, che si è dimessa a sorpresa dopo essere stata assunta all’Autorità portuale, nonostante l’assenza di incompatibilità fra i due ruoli.

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Il nodo deleghe frena l’esordio, Carrabbino pronto a diventare il super-assessore di fiducia.

Pippo Spanò.

Quel Porto che alla consigliera d’opposizione è costato una scelta d’onore fra uno stipendio certo e un mandato elettivo incerto, per la maggioranza può diventare invece pietra d’inciampo. In grado di far slittare ancora l’esordio della nuova giunta, quasi quanto le “fastidiose” anticipazioni di stampa. Il nodo delle rubriche ai nuovi arrivati, infatti, non è stato sciolto. E quella alle attività portuali sembra lo snodo da cui tutto si può dipanare. L’attuale occupante Tania Patania è stata indicata assessora solo in occasione del ballottaggio, vinto dal sindaco contro la corazzata Pippo Gulino, grazie anche al sostegno dell’imprenditoria portuale. Ma qualcuno fra loro, evidentemente, ultimamente ha pensato di farne a meno. Perché improvvisamente è apparsa nella black list dei giubilati, per far spazio a Forza italia. La netta reazione delle associazioni di categoria, energicamente sollecite dalla giovane vicesindaca, ne ha blindato la poltrona a scapito di Sicari. Però a Palazzo adesso arriva l’anziano Spanò, che oltre a mezzo secolo di esperienza si porta dietro solidi agganci nell’intera portualità italiana, saldati quando era presidente della Port authority di Augusta e mantenuti negli anni. Mettere questo ingegnere navale all’Urbanistica al posto dell’attuale occupante, il consigliere Giuseppe Tedesco, sarebbe uno spreco: e sia Di Mare che Carta non hanno fama di spreconi. Lo stesso vale per i forzisti, che alla Zes hanno già piazzato il consulente Alessandro Ambrosio, e al depuratore l’ex sindacalista Stefano Munafò. Ritagliandosi spazio sia nelle Attività produttive di Patania, che all’Ecologia tenacemente occupata dal leghista Concetto Cannavà. Per il primo cittadino non sarà facile venire a capo della matassa di ambizioni, tenendo allo stesso tempo sotto il suo controllo le rubriche più “strategiche”. Per cui è facile che alla fine proporrà un taglia e cuci a tutti, caricando ciò che più gli interessa sulle spalle del fidato Pino Carrabino, assessore-immagine alla Cultura. Con la quale, secondo l’allora ministro Giulio Tremonti, “non si mangia”, ma evidentemente “si amministra” bene.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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