Augusta 5 Stelle, stampella di Palazzotto li mette ko: salta il gruppo ERROR404.ONLINE di Scritto domenica, 16 Ottobre, 2022 22:42 AUGUSTA – I 5 Stelle di Augusta perdono il gruppo consiliare. Con una pec partita il 15 ottobre dal suo indirizzo istituzionale, il nuovo consigliere Federico Palazzotto ha definitivamente preso le distanze dal Movimento. Si era già platealmente allontanato nella seduta consiliare del 13, parlando di “incomprensioni” sorte la settimana precedente, subito dopo il suo sorprendente esordio a Palazzo San Biagio. Quando aveva lasciato l’aula insieme a Roberta Suppo e Chiara Tringali, che in accordo con l’ala dura della minoranza avevano deciso di far saltare il numero legale sulle cruciali variazioni di bilancio. Un tentativo di far emergere la crisi dentro la maggioranza, scoppiata dopo il “tradimento” consumato alle regionali sulla candidatura di Giuseppe Carta. Ma il cuneo da infilare nelle crepe a Palazzo di città, si era infranto per la stampella offerta all’amministrazione dai due consiglieri riferimento di Forza italia. Ai quali si era aggiunto a sorpresa il neo-eletto grillino, tornato indietro apposta per associarsi al voto di astensione. Espresso dai berlusconiani più che altro per salvare le apparenze, perché nei fatti garantiva l’adozione dell’atto durante la prima convocazione. PER APPROFONDIRE: Augusta, “Carta” sbagliata: Fi e un pezzo di 5S puntellano Di Mare I grillini restano in due e vanno nel Misto, traballa pure il Centro democratico di Mangano. Manuel Mangano, Corrado Amato e Mariangela Birritteri.copertina: Federico Palazzotto, Roberta Suppo e Chiara Tringali. Quella assicurata a Giuseppe Di Mare dai forzisti e dal grillino “indipendente“, era una vittoria più politica che sostanziale, perché in ogni caso il sindaco aveva i numeri per centrare il risultato alla seconda chiamata. Tuttavia ha permesso al primo cittadino augustano di mandare a vuoto la “vendetta” trasversale ordita dal collega di Melilli, dopo che gli aveva reso improvvisamente difficile l’elezione all’Assemblea siciliana. E allo stesso tempo ha consentito al Palazzo di frantumare il fronte dell’opposizione consiliare, con le loro stesse mani e senza concedere contropartite di rilievo. Se i costi dell’operazione salva maggioranza non sono forse evidenti nell’immediato, i benefici invece si. I 5 Stelle superstiti perdono voce in conferenza dei capigruppo, finendo nel Misto guidato dal vicepresidente del consiglio comunale, il “filogovernativo” Biagio Tribulato. Mentre traballa fortemente il Centro democratico popolare, l’altro dei due gruppi superstiti nella minoranza, rappresentato in aula dal renziano Manuel Mangano. La cui carica è tuttavia in ostaggio di Corrado Amato e Mariangela Birritteri, coi quali si è consumata la prima rottura già durante le variazioni di bilancio, quando il capogruppo ha lasciato i lavori senza essere seguito dai due colleghi di Forza italia. Una frattura che sembra destinata ad allargarsi, visto che l’orientamento dei berlusconiani è di ripetere il soccorso all’amministrazione nei momenti di difficoltà. PER APPROFONDIRE: Augusta, prove tecniche fra Fi e Iv: nasce il Centro democratico popolare Palazzotto scarica il Movimento: leale con gli elettori, non a chi mi ha fatto sentire estraneo. Amato in consiglio aveva spiegato l’allontanamento di Fi dalla minoranza intransigente, con la decisione di “fare il bene di Augusta prima di tutto”. Un concetto che risuona nel successivo sganciamento di Palazzotto dai 5 Stelle. “Sono entrato nell’aula da consigliere di opposizione e resto all’opposizione, ma il mio modo di intendere l’opposizione è in chiave costruttiva”, scrive il grillino pentito. Aggiungendo che “ho in testa l’interesse esclusivo della città, e non dell’amministrazione di turno”. Ai vecchi compagni nella lista del Movimento, puntualizza che “posso essere leale con gli elettori che mi hanno dato fiducia due anni fa, e non fedele a una struttura partitica che mi ha fatto subito sentire corpo estraneo”. La sua permanenza lampo nel gruppo consiliare pentastellato, “di cui sostanzialmente non ho fatto parte se non per qualche ora”, non sarebbe quindi frutto di un disegno politico. Che magari prevede una convergenza più formale con Forza italia, da tempo interessata ad avere un gruppo tutto suo per un maggiore peso nei rapporti con l’amministrazione. La rottura invece avrebbe radici nel malessere comune alla base M5s, sempre più scollegata dai loro “portavoce“. Una vecchia deriva verticistica che si è alimentata col buon risultato delle politiche, ottenuto in città nonostante il fallimentare quinquennio alla guida del Comune, e la sostanziale scomparsa del meet up. PER APPROFONDIRE: Augusta, Di Mare bidona tutti e fa eleggere Auteri: rimpasto in vista Il fiume carsico che erode i pentastellati dopo l’eclissi del senatore e il ritorno dell’ex sindaca. Cettina Di Pietro. Qualcosa sta accadendo nei 5 Stelle, scavando come un fiume carsico dopo che l’augustano Pino Pisani ha perso il seggio di senatore. E dopo che l’ex sindaca Cettina Di Pietro si è intestata la futura segreteria provinciale del Movimento. Riemergendo nella politica attiva dopo due anni sabbatici, e “appropriandosi” dei vasti consensi espressi sulla scheda dell’uninominale alla Camera, che portava il suo nome prestampato. Nel giro di pochi giorni da quella svolta elettorale, Marco Patti si è improvvisamente dimesso da consigliere. “Dopo un’attenta analisi, ho rassegnato le dimissioni a causa di perduranti e gravosi impegni personali e familiari, che non mi permettono di contribuire in maniera costante ed efficace all’azione politica affidatami”. Al più votato dei pentastellati alle comunali 2020 doveva subentrare Aurora Di Grande, figlia del collaboratore parlamentare di Pisani. Ma è rimasta in carica giusto il tempo di presentare in aula le dimissioni, subito dopo aver giurato da consigliera. “In questi due anni la mia vita è cambiata e nei prossimi mesi dovrò viaggiare molto per completare il mio percorso formativo, e non mi sembra opportuno accettare un tale incarico sapendo già che sarei molto assente”. Eppure gli attivisti pare avessero insistito per farle posticipare la rinuncia, almeno per un po’ di tempo. Considerando fra l’altro che i suoi studi futuri sarebbero stati “indirizzati comunque verso l’ambito politico“. PER APPROFONDIRE: Augusta torna ai 5 Stelle, Di Pietro: ora un Campo largo siracusano Vetriolo fra eletti M5s:”Fa la vittima ma conosceva le regole”.”Fedeltà non annulla la coscienza”. Palazzotto con la capogruppo 5s Suppo. L’arrivo di Palazzotto a San Biagio era stato comunque salutato con “un grande benvenuto, certi che sarà un ottimo nuovo elemento della piccola ma determinata compagine del gruppo consiliare”. Ma nel Movimento non avevano tenuto in conto che il nuovo eletto, dopo essere stato praticamente ignorato per due anni, fosse ora poco propenso a farsi notificare decisioni preconfezionate. Dopo il suo improvviso dietrofront alla seduta di esordio, i pentastellati erano stati costretti a bacchettarlo pubblicamente. “Decidere di restare a stampella della maggioranza è un segnale politico, che è arrivato forte e chiaro”. Ma si erano ben guardati da andare oltre, come ai vecchi tempi quando sui social si dava del “venditori di pentole” a chi disobbediva al diktat. Stavolta bisognava salvare la faccia politica e, allo stesso tempo, garantire la sopravvivenza numerica del gruppo consiliare. I grillini hanno preso posizioni più dure solo quando sono stati teatralmente scaricati, appena si sono rivisti in aula col disobbediente. “Adesso tenta la carta del vittimismo ma aveva aderito al Movimento ben prima dalla candidatura e, almeno in apparenza, ne condivideva le regole e la linea politica”. La nota stampa diffusa da Suppo e Tringali dopo il brusco congedo, lamenta che “ha preferito agire in violazione totale di ogni principio di lealtà“. La replica del neoeletto è arrivata bruciante. “Alle due colleghe ricordo soltanto la differenza tra la lealtà a cui fanno riferimento e la fedeltà richiesta, che applicata alla politica annulla le coscienze“. Un’accusa che non è nuova, da chi negli anni ha lasciato il M5s. Ripagata da una immediata richiesta pubblica di dimissioni, che stavolta non c’è stata. Magari perché si teme che a scorrere l’elenco dei votati si ritroverebbero pure peggio di adesso? La Juta a Montevergine, un inno alla diversità di Antonella Dell’Ortomartedì, 4 Febbraio, 2025In Campania per la candelora la tradizionale “Juta a Montevergine” E proprio sulla cima di questa montagna calcarea – il santuario si trova a oltre 1200metri di altezza -, è custodita l’immagine della Madonna Nera, una delle sette sorelle. Premio Francesca Mansi 2025, radici di terra e di mare nelle scuole della Costiera di Redazionesabato, 1 Febbraio, 2025La IX edizione del Premio per l’Ambiente vuole stimolare gli studenti della Costiera amalfitana a “creare” un ponte tra passato e futuro: storia, cultura e sostenibilità. 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