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“Pd Augusta, non c’è Vita”: Nicita trova Triberio e il caso segretario

AUGUSTA – Giancarlo Triberio “torna a casa” con la benedizione di Antonio Nicita, e nel Partito democratico scoppia subito il caso segreteria. Non è certamente un pomeriggio che si aspettava, quello del senatore alla sua prima visita ad Augusta. Il commissario provinciale è arrivato a palazzo San Biagio, il 21 gennaio, per battezzare il rientro del capogruppo consiliare nel Pd. Il ritorno del “consigliere comunale e segretario cittadino del partito nel suo momento più buio”, cioè quello seguito al traumatico scioglimento dell’amministrazione che i democratici sostenevano, deve segnare la definitiva ricomposizione della frattura con Articolouno. Che in città proprio i dem hanno pagato, venendo superati tutte le volte che i due “gemelli diversi” si sono confrontati nelle urne. La ricucitura deve rivitalizzare un partito in difficoltà nel più importante Comune della provincia, e l’auditorium Liggeri sorprendentemente riempito testimonia che almeno la fase 1 – della curiosità – è riuscita. In platea ci sono il sindaco di Carlentini, Giuseppe Stefio, e l’ex assessore regionale Bruno Marziano. E ci sono sia Pippo Gulino che Milena Contento, consiglieri e amministratori di lungo corso, che con l’ex di Art1 condividono lo stesso gruppo d’opposizione.

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Alla prima visita da commissario scoppia la grana della segreteria silente sull’amministrazione.

in piedi, Bruno Marziano.

Con un pubblico come raramente deve averne trovati nei tour provinciali, il senatore vola alto sui temi della politica nazionale ed europea. Fino a quando un elettore più incavolato degli altri non si alza a mostrare il “re nudo”, chiedendo conto del religioso silenzio osservato dal Partito democratico di Augusta dopo le comunali 2020. Silenzioso sulle primarie, sulle regionali, sulle politiche. E soprattutto sull’amministrazione Giuseppe Di Mare, “la cui ossatura è chiaramente di Destra per l’esibito sostegno a Fratelli d’italia e l’esplicito appoggio dalla Lega, sottolinea Triberio. Ma lo ha notato solo lui. Perché per il segretario cittadino Luca Vita, “il Pd non avendo consiglieri non poteva istituzionalmente stare all’opposizione”. Una latitanza che in sala molti criticano a viva voce. Aggiungendo un’altra grana al commissario che ancora deve gestire il malumore sul bidone tirato a Glenda Raiti, il cui seggio in Parlamento è sfumato dopo che il segretario regionale se l’è preso, al posto di quello che già occupava all’Assemblea siciliana. “Avrei preferito un altro esito della vicenda, ho già invitato Anthony Barbagallo a una visita in provincia“, glissa Nicita.

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Il senatore illustra il nuovo Partito democratico: più spazio al Centro e agli eredi di don Sturzo.

La sala di palazzo san Biagio.

E non è l’unica acrobazia in cui il commissario provinciale si deve esibire, per non farsi tirare dentro rese dei conti ineludibili. L’intervento del senatore tocca perciò temi più tranquilli. Dice che il nuovo Pd, cui forse cambieranno nome, “deve dare spazio al Centro e a quelle culture politiche che vengono dal popolarismo“. Indica “nella scalabilità un rischio per il partito”, che inoltre si deve far trovare pronto al possibile collasso “dell’unico governo di Destra-Destra in Europa, ad eccezione dell’Ungheria“. Una crisi innescata “dalle europee 2024, che se sanciranno la fine della luna di miele con Giorgia Meloni avranno effetti” nella coalizione governativa. Il professore vicino a Enrico Letta rilancia il tema consolidato dell’europeismo, ma ammette che “una certa idea di globalizzazione è fallita”. Poi parla delle iniziative sulla raffineria Lukoil e sul depuratore Ias. Ponendo la questione diversificazione nella zona industriale, “dove non deve più essere possibile che tutto ruoti intorno un unico impianto consortile, la cui problematiche possono innescare una crisi di sistema”. Nicita alla fine invita “a iscriversi al partito, impegnato in un’importante fase costituente”. Ma non fa cenno alle candidature per la segreteria nazionale, che fra un mese vedranno i tesserati chiamati alle primarie. Art1 propende per Elly Schlein, ma non è detto che ad Augusta lo veda spostarsi su Stefano Bonaccini. “Non ci interessa stare in un’area o in un’altra, ma cogliere l’occasione più unica che rara di costruire il Pd”, puntualizza Triberio.

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Il consigliere di Art1 “torna a casa” e attacca Di Mare per il selfie con Auteri: dimmi con chi vai…

Antonio Nicita e Giancarlo Triberio (in copertina con Luca Vita).

D’altronde, il progetto neo-centrista è chiaro. Sia dai ragionamenti di Nicita, cresciuto alla scuola democristiana del padre Santi, ex presidente della Regione tuttora rimpianto da molti protagonisti della Prima repubblica augustana. Ma anche dal discorso di Triberio, che strizza l’occhio “agli avversari che hanno difficoltà a restare con la Destra”. Specialmente quelli che dopo le elezioni di settembre si sono trovati “con un governo regionale mai visto finora, per come abbia cominciato subito a litigare”. Punzecchia Di Mare per il selfie dove esibisce sui social la stretta intesa con “l’amico mio” Carlo Auteri, deputato regionale Fdi vicino all’onorevole Manlio Messina e al ministro Francesco Lollobrigida. “Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”, ironizza il consigliere. Il riferimento è ai 3 milioni e 700 mila euro stanziati per far ben figurare la Sicilia al festival del cinema a Cannes, dati senza gara a una società con sede in Lussemburgo, proprio dall’assessorato regionale in mano a quella corrente Fdi sin dalla scorsa legislatura. Il consigliere Pd conclude che “il civismo del sindaco è fumo negli occhi, la sua è un’amministrazione di Destra che guarda ai pochi, noi invece vogliamo costruire un’alternativa che guarda ai tanti”. O almeno a tutti gli altri.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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