Da barcone della morte a opera d’arte, ceduto al Comune per esporlo ERROR404.ONLINE PRIMO PIANO di Massimo Ciccarello Scritto mercoledì, 24 Aprile, 2019 17:12 Ultimo aggiornamento mercoledì, 3 Marzo, 2021 00:20 AUGUSTA – Punta Izzo ce la teniamo per i lidi esclusivi e il poligono di tiro, invece di farci un parco naturalistico per tutti. Del misterioso via vai di navi atomiche dentro la rada densamente popolata, non ne vogliamo nemmeno parlare. Accontentatevi del barcone. La Marina si scarica la seccatura di custodire a proprie spese il relitto fatiscente, recuperato al largo col suo carico di cadaveri. E lo regala al Comune di Augusta per farci quello che vuole, probabilmente un “Giardino della Memoria” sulle tragedie dei migranti. L’atto di cessione del relitto da parte del ministero della Difesa, è stato “formalizzato” proprio il giorno della visita al porto del ministro Danilo Toninelli. Anche se l’iter risale al 18 aprile, cioè a 4 anni esatti dal naufragio in cui morirono oltre 700 africani, rimasti in maggior parte sconosciuti. “Giardino della Memoria con la collaborazione di tutti”. La notizia è stata lanciata con un comunicato firmato dalla sindaca Cettina Di Pietro, e dal portavoce del “Comitato 18 aprile”, Enzo Parisi. “Si potrà così iniziare, con la collaborazione di tutti, a creare un luogo dove conservare e fare memoria del fenomeno più rilevante del nostro secolo – le migrazioni – di cui Augusta è stata ed è testimone e protagonista negli ultimi anni”, riporta il documento. Dove viene pure scritto che la proposta del coordinamento costituito da ambientalisti, parrocchie, sindacati e associazioni di volontariato, “è stata sposata dall’amministrazione e condivisa anche dal consiglio comunale, che ha approvato una mozione“. Evitato definitivamente lo scippo orchestrato da Milano. Il lancio congiunto Comitato-Comune ricorda pure che dal 30 giugno 2016 quel relitto è oggetto di un forte dibattito sul suo destino finale. Dopo i 10 milioni spesi dal governo di Matteo Renzi per strapparlo dai fondali e catalogare il dna di corpi irriconoscibili, la Marina intendeva demolirlo. L’università di Milano lo voleva invece per il suo museo delle migrazioni, riuscendo anche a farsi stanziare 600 mila euro nella finanziaria. Fondi spariti dopo il cambio di governo, dal Pd a pentaleghista. La mozione di Art1 condivisa dai consiglieri 5 Stelle. Quello che il documento a 4 mani non dice è che Articolouno si è dovuto battere per far restare quel barcone, visto che il Palazzo traccheggiava con lettere al ministero senza costrutto. E talvolta indirizzate al funzionario meno adatto a dare risposte positive. I grillini augustani alla fine si sono convinti a farne una mozione condivisa, in uno di quei rari momenti in cui l’interesse della città ha prevalso sulle logiche di appartenenza. Intuendo che se quel natante fatiscente e un po’ macabro lo volevano i milanesi, ci doveva pur essere un perché. I nodi per trasferire il relitto a San Giuseppe del Monte. Il barcone della morte recuperato (foto tratta dal sito del ministero dell’interno)Foto di copertina, il monumento eretto a Lampedusa dedicato alle tragedie del mare. Ora che il barcone-simbolo è a tutti gli effetti “proprietà” degli augustani, per l’amministrazione iniziano i veri problemi. La Marina lo tiene ancora in un suo piazzale, fino a quando il Comune non andrà a prenderselo. Solo che quell’ammasso di ferraglia ha bisogno di restauro, per essere esposto come un’opera d’arte nel “Giardino della Memoria”. L’area dove collocarlo già ci sarebbe, ed è quella retrostante la parrocchia di San Giuseppe Innografo al Monte. Solo che lì non si riescono nemmeno a cambiare le lampade difettose, figurarsi a organizzare un trasferimento così costoso e tecnicamente complesso. Il memoriale sarà pertanto una delle tante eredità che saranno lasciate alla prossima giunta comunale. Serve uno sponsor per restauro e trasporto: già c’è? A meno che, ovviamente, non ci sia già pronta la “sorpresa” di uno sponsor eccellente. Che magari si farà carico di tutto e in tempi brevi, utili per la campagna elettorale. Perché dopo tanti tentennamenti e ambiguità sulla questione migranti – compresa la conferma di Toninelli sulla politica dei porti chiusi, fatta proprio alla Capitaneria augustana – questa tempistica sul barcone sembra piuttosto una “operazione 5 Stelle simpatia”. Resa nota giusto qualche ora dopo la “scampagnata” del ministro ai Trasporti a Punta Cugno, sui cui problemi non ha speso pubblicamente una sola parola. Il Comitato 18 Aprile rilancia il tema della solidarietà. Il Comitato 18 aprile di questi “giochetti” comunicativi poco si cura. Puntando alla sostanza di far diventare nuovamente protagonista il tradizionale spirito solidaristico, in questa città portuale da sempre aperta allo straniero. Ma adesso assaltata da una Lega “rifondata” all’insegna del più sfrontato opportunismo, che bombarda i gruppi social locali con messaggi riesumati dai secoli bui della storia. Contraddizione grillina con la politica dei porti chiusi. La Piattaforma 5 Stelle, dopo aver allevato un elettorato e una classe di “portavoce” intolleranti e marcatamente destrorsi, ora si trova scavalcata dai “maestri” leghisti. Cerca di recuperare elettori a sinistra, con messaggi che contraddicono radicalmente gli stessi mantra recitati incessantemente fino a qualche settimana prima. L’improvviso interesse “culturale” verso un barcone di morti riesumato dai fondali, cozza vistosamente col crudele disinteresse verso i barconi dei vivi lasciati in mezzo al mare. Svolta M5s pro-migranti per fermare Bartolo in lista Pd. Se poi il Pd candida come indipendente uno come il medico lampedusano Pietro Bartolo, proprio in questo collegio per le europee, allora tutto suona di acrobazia elettorale. E c’è da scommettere che l’improvvisa “donazione” a un Comune amministrato dai 5 Stelle, da parte di un ministero della Difesa governato da una pentastellata, riserverà qualche altro colpo di scena proprio a ridosso del voto. Anche se fra il dire e il fare ci sarà sempre di mezzo quel mare dov’è stata lasciata la Sea Watch. La Porta d’Europa a Lampedusa, opera dell’artista campano Mimmo Paladino