Tu sei qui
Home > ERROR404.ONLINE > Faraone a Brucoli, carcere delle proteste: per la direzione è tutto tranquillo

Faraone a Brucoli, carcere delle proteste: per la direzione è tutto tranquillo

AUGUSTA – “Di penitenziari ne ho visitati tanti, ma questo è uno dei peggiori”. Davide Faraone non usa giri di parole quando esce dal sopralluogo a Piano Ippolito, la sera del 10 settembre. Il senatore di Italia viva è arrivato al carcere di Brucoli accompagnato dal consigliere comunale Manuel Mangano, per accertarsi di una situazione che i sindacati segnalano pronta a esplodere. Al punto che un deputato Fdi, Andrea Delmastro, ne ha pure fatto oggetto di una interrogazione al ministro della Giustizia. Il parlamentare renziano ha toccato con mano le pesanti carenze dell’Istituto di pena, “sulle quali concordano tanto i detenuti che i responsabili della struttura”. Problematiche che riguardano principalmente i bracci di detenzione, “sovraffollati e in parte inadeguati agli standard”. Alle quali fanno da contraltare i vistosi buchi in organico della polizia penitenziaria, “cui mancano 80 unità”. Ma nonostante tutto ha trovato una situazione sotto controllo, “solo qualche protesta in forme civili registrate dopo i trasferimenti dalla Campania“. Questo almeno, sottolinea a più riprese il capogruppo di Iv a Palazzo Madama, “è quanto ha riferito la direzione”. Un racconto “tranquillizzante” che però cozza con le denunce arrivate dalle organizzazioni dei lavoratori. E che getta una luce particolare sui risultati di una ispezione in loco, corredata dalla “richiesta di schede informative”.

PER APPROFONDIRE: Brucoli è un “carcere” per tutti: le guardie protestano sui turni massacranti

Minimizzato il rifiuto del cibo per una settimana, al senatore negate pure le aggressioni alle guardie.

Faraone, fanno notare i sindacati, è arrivato a Brucoli solo due giorni dopo che si è placata la rivolta del cibo. Per una settimana, i 450 detenuti hanno rifiutato il vitto fornito dallo Stato. Una protesta accompagnata da “scodelle sbattute tre volte al giorno per parecchi minuti” nelle sbarre, come racconta l’interrogazione parlamentare. La quale fra l’altro sorvola sul fatto che alcuni più esagitati si sarebbero persino rifiutati di rientrare in cella. Una situazione che si è placata quando i carcerati con maggiori disagi hanno avuto alcune concessioni, come un aumento dei chili permessi per i pacchi dall’esterno. Ma la lacuna più importante nella visita del senatore riguarda la sicurezza degli agenti, che a più riprese quest’anno hanno denunciato violenze da parte dei carcerati. “Mi è stato detto che non si sono registrate aggressioni“, dichiara il parlamentare renziano ai giornalisti, nella conferenza stampa davanti i cancelli. Se pronunciata in questi termini dai suoi accompagnatori dentro il carcere, sarebbe un’affermazione singolare. Poiché lo stesso responsabile dell’ufficio che cura la gestione del personale sarebbe stato esentato dai turni di servizio nei bracci, per una lesione alla spalla riportata nei mesi scorsi durante un’aggressione.

PER APPROFONDIRE: Agenti aggrediti a Brucoli, i sindacati: siamo “prigionieri” del carcere

Il senatore Iv: penitenziario col doppio di carcerati, con docce ancora comuni e problemi con l’acqua.

Manuel Mangano durante una protesta per l’acqua sporca in centro.
copertina, il consigliere comunale col senatore Davide Faraone dopo la visita a Piano Ippolito..

Fra schede di segnalazione già esistenti al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, e quelle chieste alla direzione di Brucoli, il parlamentare-ispettore forse si farà un’idea più completa sul fuoco che cova sotto la cenere. Dalla quale già adesso si levano evidenti segnali di fumo. “E’ una struttura in emergenza, con condizioni disumane, dice Faraone. Spiegando che “contiene il doppio dei carcerati, senza condizionamento durante la canicola estiva; una parte delle celle inoltre è senza doccia interna e bisogna ricorrere a quelle comuni, con difficoltà a evitare assembramenti e persino ad avere acqua calda“. L’acqua è un problema in sé, a prescindere dalla sua temperatura. “Perché durante l’estate ci sono stati problemi nella fornitura comunale, e si è dovuto ricorrere al rifornimento con autobotti, polemizza Mangano. Il consigliere d’opposizione fa notare il disagio “dei reclusi che non potevano permettersi le bottiglie di minerale, dovendo attingere a ciò che sgorgava poco invitante dai rubinetti”. Il senatore ha “parlato a lungo coi detenuti”, accompagnato dalla direttrice Angela Lantieri e da un paio di guardie. Tuttavia non ha chiesto la presenza di qualche sindacalista, in grado di integrare la narrazione delle problematiche con tutti i punti di vista.

PER APPROFONDIRE: Fughe, aggressioni e cellulari in cella, a Brucoli inviano rinforzi: 1 agente

Il Covid a Piano Ippolito, 3 detenuti in isolamento: ma in quanti si sono vaccinati, personale compreso?

I sindacati avrebbero fatto notare ad esempio che un penitenziario per 250 detenuti è arrivato a contenerne fino a 600, durante le precedente direzione, senza che ci fossero le stesse tensioni registrate di recente. Avrebbero spiegato al senatore che 80 unità in più alle attuali 190 sono l’optimum, ma che intanto si può cominciare con le 60 contemplate nella nuova pianta organica redatta dal ministero. Indubbiamente, a rendere tutto più difficile è stata la pandemia. “E’ stata chiusa l’officina e l’aula scolastica ha scarsa frequentazione”, cita per tutte Faraone. Ma sono venute meno quasi tutte le attività di reinserimento, che col vecchio direttore Antonio Gelardi avevano fatto di Brucoli un modello. Il Covid è entrato nel carcere, “con 3 detenuti contagiati durante i colloqui familiari e ora isolati in un reparto speciale“. Ma Faraone si è dimenticato a chiedere quanti, fra carcerati e poliziotti, fossero vaccinati. Secondo stime ufficiose, per entrambe le categorie si parla dell’80 per cento di immunizzati. Una buona parte di quelli senza copertura vaccinale rientrerebbe nella casistica degli incompatibili col siero, piuttosto che a quella dei no-vax militanti. Per tutti i reclusi, vaccinati o meno, il rischio contagio si sta comunque traducendo in visite familiari rarefatte e difficoltà nei colloqui con gli avvocati. Quando riescono a parlare col difensore, spesso i tempi sono troppo stretti per le migliori strategie processuali.

PER APPROFONDIRE: Augusta, altro agente aggredito al carcere:”Riaprire Pianosa per i violenti”

Interrogazione dell’onorevole Delmastro sulle forti tensioni fra i sindacati e la direttrice Lantieri.

La protesta dei sindacati di polizia penitenziaria dell’1 settembre (foto Webmarte).

Il tour carcerario del senatore non ha affrontato il nodo dei rapporti tesi fra direzione e sindacati. Eppure Faraone conosce l’iniziativa dell’onorevole Delmastro, dove si evidenzia che “da tempo le sigle sindacali sono in contrasto con la direzione, e si sono più volte rivolte al Provveditore della Sicilia per chiedere un cambio al vertice della struttura”. Il parlamentare Iv si limita a dire che l’azione del collega Fdi “serve ad accendere i riflettori, ma vorrei essere più operativo”. Tuttavia sembra sottovalutare le tensioni nel personale, che rende ingestibile una situazione già oggettivamente difficile. “In una nota unitaria del 4 settembre, le sigle hanno riportato di una grave condotta antisindacale posta in essere dal comandante di reparto e dal direttore della struttura – racconta l’interrogazione al ministro –, i quali avrebbero dato ordine di non far accedere ai locali del bar gli agenti presenti alla manifestazione che necessitavano di acquistare delle bottiglie d’acqua, consentendo l’accesso solo in caso le delegazioni avessero accettato di partecipare alla riunione di contrattazione convocata dal direttore per la stessa data”. Forse il ministero chiarirà in Parlamento se è stato un irrituale “dispetto”, o un legittimo mezzo di pressione verso chi l’1 settembre manifestava davanti il carcere. Fatto sta che la protesta del cibo è iniziata subito dopo quel sit in di Osapp, Sinappe, Uspp, Fns Cisl, Cnpp e Cgil. E questo dovrebbe indicare qualcosa, a chi ha il compito istituzionale di leggere gli umori in un mondo carcerario attraversato da troppi scandali.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

Lascia un commento:

Top