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Augusta, Di Mare “liquida” i 5S: al suo primo bilancio gli restituisce i gettoni

AUGUSTA – “Abbiamo scherzato”. I grillini di Augusta diffidano il Comune per riavere il famoso 30 per cento dei gettoni presenza, che si erano auto-decurtati fra il 2015 e il 2017. Intorno quel taglio “autolesionistico” dei propri consiglieri, il Movimento 5 stelle ci aveva fatto anni di campagne elettorali su “soldi dei cittadini che tornano ai cittadini”. Ma la maggior parte dei “portavoce” in consiglio hanno poi cambiato idea, presentando il conto per farseli restituire, quando gli elettori hanno negato il bis alla loro amministrazione. E c’è una certa dose di ironia quando il nuovo sindaco Peppe Di Mare rimarca la retromarcia pentastellata, nella seduta consiliare del 13 settembre mattina. “Nel bilancio al vostro esame le somme a cui avevano prima rinunciato, per poi richiederne il pagamento con atti di diffida, sono appostate e saranno liquidate“. Così il primo strumento finanziario della sindacatura civica uscita dalle comunali di ottobre 2020, debutta “liquidando” in tutti i sensi i residui del quinquennio pentastellato. Che non annoverano soltanto i 30 mila euro chiesti indietro dai pentiti del grillismo prima maniera, ma soprattutto un modo di approcciarsi all’attività amministrativa. “Ci è stato consegnato un bilancio tanto ordinato contabilmente quanto rigido e asfittico sul fronte della gestione, impostato e governato quasi per giustificare il non programmare, il non prendere decisioni”, dice il primo cittadino.

Il sindaco: cambio di passo nella spesa, i predecessori grillini avevano rinunciato ad amministrare.

“I numeri desunti dal consuntivo 2020 mostrano limpidamente tutto questo: su circa 150 milioni di entrate ne sono stati accertati appena un terzo, 54 milioni, afferma Di Mare, che ha trattenuto per sé la delega alle Finanze. All’aula sottolinea che “sul fronte delle spese risultano impegnati poco meno di 33 milioni“; cioè, i predecessori volevano impiegare “poco più di un quinto delle entrate: troppo poco, anche per una gestione in dissesto finanziario nel quinquennio 2015-2019/2020″. Il sindaco è duro con l’ex amministrazione pentastellata:“Un bilancio così orientato è stato il frutto della scelta tutta politica di rinunciare ad amministrare la città, di nascondersi dietro al dissesto per non agire e lasciare marcire i problemi”. Quando era capogruppo d’opposizione, è stato protagonista di tante battaglie sulla riscossione. Ora si sente in dovere di “riferire a questo riguardo della consistenza del fondo crediti di dubbia esigibilità, quasi interamente formati da tasse comunali non pagate negli anni”. Cita pure un passaggio del collegio di revisione:“Le criticità che sono presenti nel rendiconto 2020 sono da imputare essenzialmente nella mancata riscossione dei tributi. Dal 2015 a oggi abbiamo residui attivi solo di Tari (per non parlare dell’idrico) di circa 25 milioni. Sono troppi per un Comune come Augusta”.

Satura la discarica di Lentini, Comuni in emergenza: forti aumenti in vista per la tassa rifiuti.

I banchi della maggioranza consiliare di Augusta.
copertina: il sindaco Peppe Di Mare e il presidente del consiglio Marco Stella.

Di Mare aggiunge che “lo stesso ammontare del fondo crediti di oltre 27 milioni (dato che può solo crescere) ci spinge ad intervenire sull’efficienza della riscossione tributaria“. Più bollette per tutti, quindi, nonostante il momentaccio dovuto alla pandemia. Ma anche più tasse a tutti. L’amministrazione ammette infatti che “ci saranno ulteriori aumenti nella tassa rifiuti“. Proprio quando si presentava in aula col diploma di “uno dei pochi Comuni in regola con la scadenza del bilancio”, è arrivato il fax che annunciava il collasso della discarica a Lentini. Già per buttare la spazzatura “i compattatori devono mettersi in fila di notte, con costi lievitati”. Ora l’allungamento del chilometraggio verso impianti più distanti farà gonfiare la spesa da ripartire fra le utenze. “La ridotta capacità di ricevimento di rifiuto indifferenziato da parte della discarica di contrada Coda Volpe della Sicula Trasporti, pone tutti i 21 comuni della Srr di Siracusa davanti a una difficoltà oggettiva che rischia di mettere in crisi l’intero sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti“, ammette Francesco Italia, sindaco capofila. Il primo cittadino del capoluogo avverte con un comunicato che “già stasera a Siracusa ci troviamo costretti a sospendere la raccolta delle frazioni di plastica e metallo: una scelta dolorosa ma necessaria, in attesa che i tecnici e la società di gestione del servizio trovino delle soluzione adeguate per evitare l’emergenza“.

Niciforo: recuperate tasse non pagate dalla Marina e compensazioni non riscosse da imprese.

L’incombente crisi dell’immondizia tuttavia non guasta il clima di ottimismo nella maggioranza, per uno strumento finanziario che Di Mare sintetizza con l’eloquente “abbiamo riacceso i motori”. Il capogruppo Marco Niciforo snocciola un po’ di dati a conferma:Un milione e mezzo per la ristrutturazione del Palajonio; 426 mila euro per la manutenzione di strade, marciapiedi e uffici; 587 mila euro per riparazioni pozzi e rete idrica; 264 mila euro per un centro di riuso all’ex Plastionica“. Il consigliere di Augusta2020 tocca poi il capitolo dei “recuperi” negli introiti per le casse comunali. Cita l’incasso previsto dei 4 milioni dal contenzioso con la Marina militare per arretrati non versati”. Parla del milione di euro ottenuto da Terna come compensazione per l’attraversamento di un elettrodotto“. E dei “400 mila euro da Blusole in compensazione per l’installazione di un impianto fotovoltaico“. Per Andrea Lombardo il cambio di passo si conteggia “nella differenza fra i 14 milioni e 800 mila euro di spese in conto capitale nel 2020, e i 22 milioni e 460 mila nel 2021”. Il consigliere di Destinazione futuro imputa la differenza “alla capacità di ricorrere ai finanziamenti“.

L’opposizione si sfalda e lascia l’aula, ma per la maggioranza la partita inizia ora col rimpasto.

Roberta Suppo, capogruppo 5S e i banchi dell’opposizione a inizio lavori.

“Il cavallo si vede a lunga corsa”, replica Roberta Suppo, sintetizzando un punto di vista condiviso pure dai nuovi supporter del sindaco. La capogruppo 5S poi prende sostanzialmente le distanze dai “pentiti del gettone”, ricordando che la giunta grillina ha lasciato il suo 30 per cento nelle casse municipali per realizzare l’ambulatorio veterinario. L’ex vicesindaca è l’unica della minoranza a entrare nel merito della contabilità, avanzando dubbi sulla certezza di alcune entrate ancora da riscuotere. Poi lascia i lavori prima della votazione finale, insieme ai resti di un’opposizione arrivata già sfilacciata. Assenti i due più esperti di Palazzo, l’ex sindaco Pippo Gulino e l’ex assessora Milena Contento, il peso del dissenso è ricaduto sui gulianini sopravvissuti alla diaspora verso la maggioranza. I primi a defilarsi dal settore irriducibili sono Corrado Amato e Mariangela Birritteri. La coppia forzista si dilegua dopo aver marcato l’alterità dai provvisori vicini di seggio, dichiarando astensione su una pregiudiziale dei pentastellati relativa al Piano triennale opere pubbliche, che invece è sostenuta dal capogruppo Giancarlo Triberio e dal renziano Manuel Mangano. I due avevano anche abbozzato una raffica di emendamenti, ma uffici e revisori li hanno dichiarati inammissibili per vistosi errori nella formulazione. Alla fine rimane il consigliere riferimento di Italia viva, all’esordio come oppositore, a dare l’unico voto contrario a un bilancio passato con 14 favorevoli. Un atto che è un giro di boa amministrativo ma soprattutto politico, perché ora si aprono le danze sul rimpasto. E lì i conti sono molto più complicati da far quadrare.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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