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Augusta, c’è la giunta Di Mare ma il consiglio è “già” un caso per avvocati

AUGUSTA – La nuova amministrazione comunale di Augusta ora fa sul serio. In contemporanea con l’insediamento della giunta Peppe Di Mare e la distribuzione delle deleghe ai 7 assessori, il 26 ottobre la sua coalizione ha presentato istanza per farsi attribuire il premio di maggioranza. La richiesta all’ufficio centrale elettorale del Comune, sottoscritta da 15 candidati nelle 3 liste che hanno superato lo sbarramento, contesta l’interpretazione che estende al ballottaggio il metodo proporzionale per l’assegnazione dei seggi in consiglio. L’apparentamento “tecnico” di Attivamente e Democratici progressisti alle 3 liste di Pippo Gulino, aveva fatto toccare quota 52 per cento all’alleanza del candidato poi sconfitto. Cristallizzando in questo modo le presenza a Palazzo San Biagio, così come erano sostanzialmente venute fuori dalle urne del 4 e 5 ottobre. Lo “spareggio” del 18 e 19, alla fine, ha messo il vincente nella necessità di trovare sostegno in aula. Cercandolo proprio fra i banchi avversari, poco propensi a concederglielo se non dietro uno stravolgimento degli assetti politico-elettorali. Un prezzo troppo alto, per chi non aveva formalizzato nuove alleanze al secondo turno. E che ha vinto la difficilissima scommessa di arrivare a Palazzo di città, puntando esclusivamente sull’appeal personale.

Le civiche del sindaco si appellano a sentenza del Tar.

sopra: la nuova giunta attende l’insediamento ufficiale.
copertina: D’Augusta, Costa, Carrabino, Cappiello, Di Mare, Patania, Tringali, Sicari .

La mossa del cavallo che vuole sparigliare i giochi di una opposizione che – almeno teoricamente – si ritrova maggioritaria in consiglio, si fonda su alcune sentenze amministrative in materia elettorale. Interpretazioni giuridiche messe a punto da un paio di docenti universitari catanesi, che nelle intenzioni dovrebbero condizionare la proclamazione degli eletti evitando la ripartizione proporzionale. Ed eventualmente costituire il presupposto per un ricorso, nel caso che l’ufficio elettorale confermi l’orientamento della vigilia. La tesi sostenuta è quella di applicare il 52 per cento solo al risultato delle liste collegate al primo turno, quorum che le guliniane Nuovo patto per Augusta, Civica per Augusta e Augusta 2020 non avevano raggiunto. Una sentenza al Tar di Catania nel 2016, poi avallata dal Cga l’anno dopo, conferma “l’effetto di trascinamento e l’attribuzione alle liste collegate al Sindaco eletto al ballottaggio della maggioranza assoluta dei seggi nella percentuale del 60 per cento (salva, anche in questo caso, l’ipotesi che altra lista o gruppo di liste collegate abbiano già superato al primo turno il 50 per cento dei voti validi)”.

Proporzionale o premio maggioranza appesi a un “già“.

Gli avvocati di Cambiaugusta, 100 per Augusta e Destinazione futuro, si appellano a quel già per dare a Di Mare una maggioranza che l’apparentamento voleva sottrargli. E’ dunque col significato da conferire a un avverbio, presente pure nella legge elettorale 1992 così come modificata nel 2016, che la coalizione vuole dare al nuovo sindaco i numeri per navigare con tranquillità. Il che spiega anche l’impasse nelle trattative per cercare fra l’opposizione i consiglieri necessari a puntellare l’amministrazione dentro San Biagio. Ma a leggere per intero quella sentenza dei giudici amministrativi, senza estrapolare passaggi avulsi dal contesto, la prima impressione è che l’apparentamento di Gulino ha davvero bloccato il premio in seggi all’avversario. D’altronde, dopo le indiscrezioni sull’imminente contestazione, lo stesso ufficio centrale elettorale del Comune avrebbe espresso l’orientamento verso un consiglio composto col proporzionale. Tanto che la coalizione civica con la vittoria di Pirro sembra voglia ora scavare pure nella regolarità formale degli atti di apparentamento, avvenuto quando Gulino era in isolamento al reparto Covid di Siracusa. Insomma, la minoranza al governo della città vuole dare battaglia prima di affrontare la prova d’aula in inferiorità numerica.

Deleghe distribuite in streaming: D’Augusta vicesindaco.

La firma dell’assessora Ombretta Tringali.

Nel frattempo Di Mare ha affidato le deleghe ai suoi assessori nel corso di una conferenza stampa nel salone Rocco Chinnici, diffusa in diretta da un paio di testate web. Un cambio di passo rispetto la precedente amministrazione grillina, “allergica” a ogni comunicazione istituzionale che non passasse sui social presidiati dai loro agguerriti militanti. Il nuovo è più consono stile a Palazzo passa anche da un rimescolamento delle rubriche, che ha fatto storcere il naso a qualche addetto ai lavori. Non tanto perché Urbanistica è stata affidata allo storico Pino Carrabino insieme la più congeniale Cultura. Ma quanto perché Ecologia – ad esempio – è stata affidata al vicesindaco Beniamino D’Augusta, mentre Ambiente, Sanità e Salute sono andate a Cosimo Cappiello. Per i profani della macchina Comune sembra un quiz da “trova le differenze”, ma per i dirigenti comunali è una scelta che spiazza. Perché li costringe a districarsi nei meandri delle competenze, come quella che stacca Edilizia scolastica (a Ombretta Tringali) dai Lavori pubblici (in capo a D’Augusta). Lo stesso vale per Attività produttive (a Rosario Costa), scorporata da Sviluppo economico insieme ad Aree di sviluppo industriale e artigianale (a Tania Patania).

Il sindaco: assessorati assegnati ma siamo una squadra.

“Siamo una squadra”, ha subito messo la mani avanti Di Mare. Facendo capire che le rubriche sono solo una comodità operativa, ma le scelte strategiche saranno per forza collegiali. I suoi assessori infatti sono tutti esordienti nella difficile arte di amministrare una città, anche se rispetto ai predecessori grillini hanno curriculum e competenze pregresse decisamente più corpose. Per cui c’è molta curiosità su come daranno sostanza a deleghe nuove di zecca, in grado di distinguere questa amministrazione da tutte quelle che l’hanno preceduta. Così c’è la rubrica alle Zone economiche speciali (Patania); quella alle Politiche comunitarie (Rosario Sicari); quella alla Promozione della città (Tringali); quella a Brucoli e periferie (Costa); quella ai Rapporti con il consiglio comunale (Cappiello); quella al Contrasto alla povertà, cui viene pure affiancata la delega ai Diritti e benessere degli animali (D’Augusta). Il sindaco si è tenuto per sé Bilancio e Finanze; una scelta che alla penstastellata Cettina Di Pietro è costata molto, in termini di operatività. Ma la sindaca grillina aveva i paletti del dissesto, il successore invece si trova con i bilanci sostanzialmente risanati e sostanziosa liquidità in cassa. Una grande opportunità, se non fosse per il problema maggioranza che a San Biagio può legargli le mani. Ed è così che quando Augusta sembra finalmente uscire da un quinquennio di inefficiente “dittatura” consiliare 5 Stelle, si ritrova nuovamente di fronte all’incertezza. Di già“.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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