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Art1 resta alternativo, no al contratto coi 5s e test ospedale per Speranza

Ultimo aggiornamento martedì, 2 Marzo, 2021   23:02

AUGUSTA – Ad Augusta ci sono “compagni” che non si sono trasformati in followers del nuovo corso giallorosso, e si annidano in Articolouno. Che il 9 settembre sera, proprio mentre il loro segretario nazionale Roberto Speranza chiedeva la fiducia del Parlamento insieme agli altri ministri di Pd e 5 Stelle, hanno sentito l’esigenza di mettere le carte in tavola con l’amministrazione della pentastellata Cettina Di Pietro: niente salvagente elettorale nel 2020 a chi per 4 anni ne ha combinate di tutte e di più. Anche, e soprattutto, nei confronti dell’opposizione. E pazienza se gli alleati naturali dei Democratici hanno velocemente dimenticato calunnie e diffamazioni social dei fake para-grillini, omaggiati dai like dei consiglieri di maggioranza e pure di qualche assessore. Vuol dire che, anziché una coalizione di centrosinistra, l’alternativa alla Destra e al Movimento verrà messa in piedi di chi si riconosce nella Sinistra.

Chiesta deroga dei parametri ospedalieri nelle aree Sin.

E’ questa l’estrema sintesi dei 90 minuti nei quali Giancarlo Triberio, capogruppo consiliare del Centrosinistra, e il dirigente di Art1 Giovanni Ranno hanno affrontato il fuoco di fila della stampa. Ma i due esponenti della Sinistra dalla memoria lunga, non vanno subito al punto. Aprono la conferenza stampa con un colpo ad effetto: la richiesta al “loro” ministero della Salute di scorporare gli ospedali che ricadono nelle aree ad alto rischio di crisi ambientale, dai parametri matematici introdotti per mantenerne in vita i reparti. Ovviamente fornendo alle Regioni le risorse necessarie per riportare quelle corsie in ospedali di “frontiera” come il Muscatello, che se li sono viste togliere senza tenere in conto le specificità sanitarie del territorio su cui operano.

“Ministro riporti Pediatria, monitora le malformazioni”.

“Ad Augusta, per esempio, non c’è più quel reparto di Pediatria grazie al quale si poté scoprire l’alto tasso di malformazioni neonatali riscontrate nel Polo petrolchimico siracusano”, evidenzia la lettera al ministro Speranza. Triberio ricorda che fu grazie al lavoro del primario Giacinto Franco in quel reparto oggi “opportunamente” cancellato, che l’hinterland industriale poté scoprire cosa accadeva e chiedere con forza maggiore tutela ambientale. Una lotta che non si è affatto conclusa, ma quantomeno ha mitigato in parte il far west degli anni d’oro dei petrolieri.

Ranno e Triberio al ministro: dare Chirurgia oncologica.

Gli augustani di Art1 ricordano al loro segretario-ministro che “aver chiuso quel reparto in ossequio a una motivazione meramente aritmetica, significa anche togliere un importate presidio per il monitoraggio sanitario e lo studio scientifico del preoccupante fenomeno”. Oltre “a contrastare nella sostanza col diritto costituzionale alla salute perché si toglie a una popolazione la possibilità di curarsi per patologie strettamente connesse alla specificità del contesto ambientale in cui vive”. Ranno e Triberio citano il caso in Oncologia, di nuova introduzione, i cui benefici per la popolazione sono in parte vanificati dall’assenza di Chirurgia oncologica.

“Risorse a Regioni per presidi necessari in aree critiche”.

Ciò che chiedono lo definiscono“un intervento strutturale di indirizzo politico, ma anche economico, a salvaguardia della salute di questi territori compromessi e a compensazione dei cittadini che vivono nelle aree ad elevato rischio di crisi ambientale”. Ma, politicamente, “il mantenimento o riapertura di reparti necessari in base alle tipologie sanitarie riscontrate e tipiche di ogni territorio anche grazie all’indispensabile strumento della prevenzione”, sono anche un test. Indispensabile a tenere entro i limiti di guardia il dissenso interno di quanti – praticamente tutta la base – non ha proprio digerito l’accordo con un premier e un Movimento che hanno avallato tutto i provvedimenti più destrorsi nella storia della Repubblica.

“Non ci sono intese a cascata da Roma, conta territorio”.

“Non ci sono intese che da Roma scendono a cascata, qui ci sono 4 anni da giudicare; e in questo partito non ci sono Capitani, il nostro capo è il territorio”. Triberio e Ranno lo ripetono in tutte le salse. Anche perché il passaggio è essenziale. Nelle ultime due elezioni dove il gruppo dirigente locale si è particolarmente speso – le regionali con la lista Centopassi e le europee a sostegno dell’indipendente Pietro Bartolo – la cenerentola Art1 è uscita dalle urne davanti l’intera corte del Pd. Questa idea di “costruire la riunificazione della sinistra con partiti e movimenti che parta dai contenuti, e non dai nomi di candidato a sindaco”, mette perciò in forte difficoltà quelle aree democratiche fortemente orientata all’intesa col M5s.

Progetto a Sinistra si rafforza e ostacola un asse Pd-M5s.

Difficilmente la sindaca chiuderebbe un accordo così “pesante” sul piano politico, soltanto con un pezzo di quell’area dem. Il Di Pietro bis colorato di giallorosso, per avere un senso, ha necessità di incamerarsi i garibaldini di Art1 (la squillante polo color fiamma con cui Triberio si è presentato è tutta un programma). Alla grillina gli occorre che “obbedisco” arrivi pure da quelle camice rosse, specialmente adesso che si sono rafforzati col sostegno del consigliere Alfredo Beneventano, ex assessore democristiano di lungo corso. La Sinistra che ha “memoria” inoltre è vista con simpatia da gruppi come Facciamo squadra. O da espressioni della società civile come l’Associazione genitori e figli. Della conferenza stampa non si è perso una battuta Piero Mantinei, ex assessore Ds e sindacalista Cgil di lungo corso, una delle poche figure storiche rimaste al movimento operaio.

“Dem interlocutori privilegiati ma servono idee chiare”.

Sul Pd, Art1 dice che “è uno degli interlocutori privilegiati”. E che dagli incontri precedenti la caduta del Conte 1, “l’indirizzo emerso era di creare una coalizione alternativa ai 5 Stelle”. Ma questo era prima che le segreterie romane dessero un colpo di spugna a storie e programmi elettorali, pur di non andare la voto anticipato. Triberio dice che gli “dispiacerebbe se i democratici augustani hanno cambiato idea”. Riconosce a quel partito di cui è stato l’ultimo segretario cittadino di essere “una forza importante del centrosinistra, ma altrettanto importante è avere le idee chiare“.Ma lì dentro, chi deve garantire chiarezza? E, soprattutto, quanto conta nei dem chi ancora ha delle “idee”?

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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