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Porto Augusta: Todaro blinda il consorzio e consiglio senza deputati

AUGUSTA – E’ già scontro politico sulla seduta consiliare del 12 settembre, dove l’amministrazione di Augusta si confronterà con la governance dell’Adsp, riguardo il project financing che introduce a Punta Cugno il monopolio dei servizi a terra per il prossimo quarto di secolo. E non ha raffreddato il clima nemmeno l’incontro degli operatori portuali col monopolista palermitano, organizzato l’8 settembre al municipio dal sindaco Giuseppe Di Mare con la presenza di Giuseppe Todaro, presidente della capofila Osp. Nella stessa serata è arrivata la polemica dei consiglieri di Pd e 5 Stelle, che insieme all’ex sindaco Pippo Gulino e altri tre colleghi di minoranza hanno contestato la decisione della presidenza del consiglio di non invitare in aula la deputazione. Nonostante un’esplicita richiesta in tal senso fosse stata protocollata il 5 settembre, a integrazione di quella del 22 agosto dove invocavano una riunione urgente e monotematica. Il presidente Marco Stella, col supporto dei gruppi di maggioranza, ha invece derubricato l’argomento a uno dei tanti altri punti all’ordine del giorno. E “negato verbalmente” l’invito a far partecipare pure gli onorevoli regionali e nazionali. In merito ha puntualizzato che “la convocazione del consiglio è avvenuta seguendo puntualmente il regolamento, aggiungendo di non aver “nulla da replicare” alla contestazioni mosse dall’opposizione. Che adesso tira le sue conclusioni, ancora prima del dibattito a palazzo San Biagio.

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Minoranza contro Stella per no a deputazione in aula: ora sappiamo con chi sta l’amministrazione.

L’ex sindaco Pippo Gulino.

“Tale presa di posizione, oltre ad essere irrispettosa nei confronti di deputati e senatori che, rammentiamo a chi non lo ricordasse, sono rappresentanti eletti dal popolo, fa chiaramente comprendere da quale parte sta questa amministrazione“. La polemica “constatazione” arriva da Milena Contento, Giancarlo Triberio, Roberta Suppo, Uccio Blanco e Ciccio La Ferla, che insieme a Gulino hanno diffuso un aspro comunicato. La decisione di Stella è suonata come un tentativo di spegnere i riflettori, su una vicenda che tocca molto da vicino Palazzo di città, per il potenziale conflitto d’interessi che ha coinvolto la vicesindaca Tania Patania. Le due aziende familiari dell’assessora al Porto, infatti, sono le uniche augustane presenti nel consorzio con sede nella Srl di Palermo. Nel progetto di finanza promosso da una cordata di 5 soci figurano pure due piccole cooperative catanesi del settore smaltimento rifiuti. “Noi stiamo con le imprese, i lavoratori portuali e con la città di Augusta“, sottolinea il documento della minoranza. Che annovera fra i firmatari quell’ex sindaco che negli anni Novanta mobilitò la politica di mezza Sicilia, per non far cancellare la Port authority a Punta Cugno. Ora l’approccio manageriale ai servizi portuali assunto dalla erede Adsp, congiunta con Catania dopo la riforma delle Autorità, secondo i sei consiglieri potrebbe vanificare tutto. “Considerato che, a nostro modo di vedere e interpretando lo stato di preoccupazione di tutti gli operatori portuali, la realizzazione di tale progetto venticinquennale porterà inevitabilmente alla crisi del comparto, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro“.

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Di Mare lo fa incontrare coi portuali ma il presidente Osp li gela col no a nuovi soci nel monopolio.

Salvatore Todaro in un bar del centro prima di incontrare i portuali augustani.

Il crollo del settore portuale locale sarebbe però stato escluso seccamente da Todaro, durante l’incontro pomeridiano coi portuali nel salone Rocco Chinnici. Il vertice, iniziato in ritardo dopo un forzato passaggio al bar per aver trovato chiuso il portone del comune, inizialmente doveva essere con una delegazione qualificata. Un poker di grossi imprenditori a tu per tu col super manager, che a Palermo presiede pure la manutenzione stradale e la raccolta rifiuti della partecipata Rap, dopo averne presieduto l’aeroporto. Il gruppo ristretto di operatori augustani puntava a sondare su misure concrete di compartecipazione per Punta Cugno, ed evitare che il futuro monopolio di diritto potesse poi diventarlo anche nei fatti. Ma il faccia a faccia è stato successivamente allargato a tutti gli interessati, anche se non direttamente coinvolti negli ipotizzati progetti del consorzio. Col risultato che molte delle aziende economicamente più rappresentative hanno rinunciato all’assemblea, dove fra l’altro era appositamente convenuta una robusta e determinata rappresentanza dei soci catanesi. Altrettanto determinato e spiccio sarebbe stato il presidente di Osp, già monopolista nei porti della Sicilia occidentale, liquidando come infondati i timori imprenditoriali e occupazionali. Secondo le impressioni di alcuni partecipanti alla riunione, avrebbe però escluso un ampliamento della componente societaria nel consorzio, accennando invece alla possibilità di subappalti. Tutto è condizionato alla gara che Adsp intende indire rapidamente, anche se i tempi stretti per cordate concorrenti e il diritto di prelazione sulle eventuali offerte al ribasso, la rendono quasi un passaggio formale. Sempre se in mezzo non ci si mettono i parimente robusti e determinati studi legali incaricati dai vecchi concessionari dei servizi.

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Spada di Damocle Anac sul decreto Adsp: project financing è rischio per concorrenza e canoni.

Francesco Di Sarcina, presidente Adsp fra l’alllora governatore Nello Musumeci e Giancarlo Cancelleri, all’epoca viceministro 5 Stelle.

Oltre al pasticcio del parere acquisito dal Comitato di gestione, poi risultato solo informatograzie a un ulteriore decreto con la “correzione di errore materiale, sulla scelta della Adsp pesa anche una direttiva dell’Anac riguardante proprio le “procedure di project financing nei servizi”. Secondo il “Comunicato del presidente” emesso il 12 gennaio 2022, “nell’ambito dell’attività di indagine conoscitiva sulle procedure di Project Financing (PF) circoscritta ai servizi e finalizzata ad individuare le problematiche più significative e frequenti nell’applicazione del modello PF, sono emerse alcune criticità già segnalate dall’Autorità nella Relazione al Parlamento dell’anno 2020 con riferimento ai lavori”. In particolare, avverte l’Agenzia nazionale anticorruzione, “il modello di PF, nelle procedure caratterizzate dal diritto di prelazione del promotore, anche in ambito di servizi risulta imperniato su una sostanziale posizione di monopolio del promotore e su una diffusa assenza di concorrenza derivante dal diritto di prelazione previsto dall’art. 183, comma 15 del Codice e dal vantaggio competitivo del promotore. Quest’ultimo, in concreto, assume il totale controllo della commessa pubblica sin dalla fase iniziale non solo sotto il profilo progettuale e degli interventi da realizzare in PF ma anche sotto il profilo economico con possibili ricadute negative sulla fase di esecuzione (per es. varianti, riequilibro dei costi, indicizzazione dei canoni concessori, ecc..)”.

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Assoporto plaude alla cordata che promette protocolli d’intesa e di non pestare i piedi ad alcuno.

Marina Noè.

Un rischio, questo dei canoni soggetti alle necessità di profitto del monopolista, che Assoporto però non coglie. Una nota della presidente Marina Noè ai soci, dopo l’incontro con Todaro, li tranquillizza circa l’intenzione del consorzio di sottoscrivere protocolli d’intesa e non interferire con le attività locali. Aggiungendo che la cordata monopolista si occuperà di attività che per il 90 per cento non vengono ancora rese negli scali di Augusta e Catania. Forza italia, invece, non la pensa affatto come l’ex assessora regionale all’Industria durante la presidenza di Totò Cuffaro alla Regione. I forzisti, ancora freschi d’ingresso nella giunta Di Mare, con un comunicato del 31 agosto evidenziavano invece che il progetto di finanza “potrebbe causare una pesante ricaduta, con potenziale chiusura di aziende locali anche storiche e perdita di posti di lavoro”. Dopo quell’allarme a mezzo stampa da un suo alleato strategico per le entrature nei Palazzi, il sindaco aveva riunito la maggioranza per compattarla in vista della seduta consiliare. Ma se apparentemente ha convinto a fare quadrato intorno a Patania pure gli alleati più perplessi, non sembra aver raggiunto l’obiettivo con tutti i portuali. I quali sanno che una poltrona elettiva può cambiare col volgere quinquennale delle legislature, mentre la sedia del monopolista locale sarà occupata dalla sua rampante vice per 25 anni. Cinque in più di quanto la Adsp Sicilia occidentale ha permesso a Osp per il porto di Palermo.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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