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Legambiente Augusta: si ricomincia col petcoke, fate presto col Piano aria

Ultimo aggiornamento mercoledì, 3 Marzo, 2021   18:29

AUGUSTA – “I nemici del clima”. Legambiente Augusta non usa giri di parole per il petcoke arrivato il 18 gennaio nella rada Megarese, con destinazione finale “Buzzi-Unicem“. Si tratta di 7.500 tonnellate destinate ad alimentare gli altiforni della cementeria e a contribuire – secondo gli ecologisti – in maniera significativa al superamento delle soglie d’inquinamento, già registrate nel 2019 dalle centraline installate nella vicina contrada San Cusumano. Questo primo carico del 2021, approdato con il cargo Sider Bergen proveniente dalla spagnola Tarragona, riapre la questione sul Piano della qualità dell’aria impantanato alla Regione. “Dove se lo stanno discutendo insieme agli industriali, senza il minimo coinvolgimento delle comunità soggette alle emissioni”, denuncia Enzo Parisi. Il portavoce storico degli ambientalisti ne ha fatto oggetto di un articolato comunicato, dove chiede espressamente “alle istituzioni tutte di mobilitarsi: il Piano regionale tarda a essere corretto e aggiornato in modo trasparente e partecipato, mentre questa vicenda deve necessariamente essere rapidamente affrontata e risolta”.

Al pontile Unicem sbarcano 7.500 tonnellate di scarti.

Operazioni di scarico del petcoke dalla Sider Bergent (foto Legambiente).
copertina: la cementeria Buzzi Unicem.

Legambiente non ha ben chiaro da dove provengano queste migliaia di tonnellate di “carbone di petrolio“, sbarcate nel pontile usato dalla Buzzi-Unicem“Forse da raffinerie australiane, o statunitensi: in ogni caso sono scarti di produzione altamente inquinanti, vietati in molti Paesi, che dal 2025 dovrebbero essere messi al bando anche nell’Unione europea insieme al carbone”. Parisi usa il condizionale, perché già una volta il petcoke è rientrato dalla finestra dopo essere uscito dalla porta. “E’ stato agli inizi del millennio, quando il governo Silvio Berlusconi ne ammise l’uso solo negli impianti che lo producevano. E nelle cementerie“. Quel colpo di spugna aggirò il problema dei sequestri giudiziari, operati a Gela dalla Procura nell’ambito di alcune inchieste sull’inquinamento industriale. Grazie a questa cornice legale, insieme a quelle che negli anni si sono ulteriormente aggiunte e perfezionate, adesso Augusta e dintorni si trovano a dover fare i conti con un combustibile derivato da “ciò che rimane dalla raffinazione del petrolio, e dove si concentrano in alta percentuale i peggiori inquinanti”.

Rapporto Arpa 2019: San Cusumano record in Sicilia.

Già a lume di naso, era un azzardo consentire l’uso “eccezionale” del petcoke in un’area classificata come Sito d’interesse nazionale, per gli alti livelli di inquinamento. A lume di scienza, c’è poi l’ultimo report reso pubblicamente disponibile dall’Arpa“Dal Rapporto 2019 si apprende che in Sicilia la massima concentrazione oraria per gli idrocarburi non metanici è stata registrata nella stazione di San Cusumano. Per quanto riguarda l’idrogeno solforato è sempre San Cusumano ad aver registrato la concentrazione media massima giornaliera, la massima concentrazione oraria e il maggior numero di superamenti della soglia olfattiva, che si sono concentrati tra il mese di maggio e luglio 2019. Altro preoccupante e non invidiabile primato regionale è il superamento del limite per la concentrazione media annua del benzene nella centralina di Augusta-Marcellino, dove si è pure registrata la massima oraria e contati 498 superamenti della soglia di riferimento. Per questo pericoloso inquinante si sono registrati anche nella centralina Augusta–Megara la massima oraria e 27 superamenti della soglia oraria di riferimento”.

Parisi: forni alimentati senza obblighi per l’ambiente.

Enzo Parisi

Eppure, nota Legambiente, “la cementeria possiede oggi un’Autorizzazione integrata ambientale rilasciata nel 2014, modificata nel 2017 e recentemente prorogata di 24 mesi, che le consente l’utilizzo ‘dei seguenti combustibili singolarmente o in miscela fra loro’: carbone fossile; petcoke; olio combustibile; gas propano liquido; Combustibile solido secondario – rifiutoCss-combustibile”. In sostanza, la Buzzi-Unicem opera in piena regola. Ma il problema è proprio su come sono fatte le regole. “Non c‘è l’obbligo di miscelazione o co-incenerimento, i rifiuti identificati con il Codice europeo rifiuti quindi potranno essere combusti singolarmente, da soli e non obbligatoriamente insieme ad altri combustibili. Il Css-combustibile, ottenuto dal recupero dei rifiuti ma che deve possedere qualità migliori del Css-rifiuto, potrà essere impiegato solo se disponibile e se così decide l’azienda. Non c’è alcun obbligo di sostituire i combustibili più inquinanti, come carbone fossile e petcoke, con il Css-combustibile di qualità”. In pratica, mani libere nelle scelte più vantaggiose per i bilanci aziendali. Per quelli ambientali invece è un’altra storia.

“Aia, troppa discrezionalità a Buzzi sui combustibili”.

“Continuiamo a ritenere sbagliato aver rilasciato una tale autorizzazione e concesso tanta discrezionalità all’azienda. Specialmente perché ciò è stato consentito in una zona come Megara-San Cusumano, dove l‘Arpa individua uno dei più significativi punti critici del territorio siciliano”, nota l’associazione ambientalista. Senza studi approfonditi da parte delle autorità pubbliche, nemmeno la meticolosa Legambiente è in condizione di indicare il contributo del petcooke ai livelli record di idrogeno solforato. Però è in grado di rimarcare che “nel corso del 2020 la cementeria ha complessivamente ricevuto via nave circa 41.000 tonnellate di carbone da petrolio, ed è questo il principale combustibile solido che l’azienda usa per alimentare i suoi forni”. Parisi aggiunge che “la messa fuori legge del petcoke, e di altri simili combustibili inquinanti e clima alteranti, è ormai da tempo uno dei passi indispensabili per tutelare efficacemente la salute. Non significa cancellare posti di lavoro e progresso ma, al contrario, lavoro dignitoso e progresso crescono con il rispetto dell’ambiente e delle persone”. 

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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