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Inquinamento in calo nel petrolchimico, parola di Assindustria

Ultimo aggiornamento martedì, 2 Marzo, 2021   21:09

AUGUSTA – “Assindustria alla politica: raccogliete i segnali di innovazione dal mondo delle imprese”. Lo scrive l’associazione di quelle imprese del Petrolchimico che dichiarano come “i livelli di inquinamento subiscono continue sensibili riduzioni”. E che lamentano come “il rischio percepito risulta di gran lunga superiore al rischio reale“.Proprio quelle stesse raffinerie che avvertono i residenti di Augusta – a mezzo Facebook attraverso la sindaca Cettina Di Pietro – che il riavvio degli impianti Sonatrach “potrebbe comportare una serie di evidenze, come episodi di sfiaccolamento o di rumori intensi”.E’ stato proprio uno strano mercoledì, quello del 26 giugno. In una città nella morsa delle puzze notturne acuite dall’afa, sono stati gli ambientalisti a finire imputati.

Bivona: serve affidabilità, attendibilità, attrattività.

L’accusatore è Diego Bivona, nei giorni scorsi riconfermato alla guida della sezione siracusana di Confindustria. Il suo primo atto del mandato bis è un “messaggio” alla politica. Non indica destinatari ma solo le “tematiche”, individuate in affidabilità, attendibilità, attrattività. E già queste bastano a gettare una luce obliqua su quei partiti che lucrano sull’ambientalismo della “paura”, senza però fare passi concreti nelle soluzioni. Un colpo al cerchio e uno alla botte che paradossalmente scontenta tutti, popolazioni e imprenditori. La presa di posizione del presidente Assindustria è una novità, perché gli appelli “politici” si erano generalmente levati su questioni specifiche. Stavolta la critica sembra investire il “metodo” stesso di acquisire e gestire consenso elettorale.

“Certezza del diritto qui come nel resto d’Italia”.

Bivona parla di affidabilità, nel senso che qui vige la certezza del diritto, il rispetto delle norme e delle regole che vigono qui come in tutti gli altri siti d’Italia“. Aggiunge di intendere la attendibilità nel senso della veridicità scientifica delle affermazioni che si diffondono, da cui derivano le opinioni e le decisioni“. E si sofferma sulla necessità della attrattività, nel senso di liberare ed esaltare tutte le opportunità favorevoli per indurre i gruppi imprenditoriali internazionali a venire in Sicilia“.

Al centro Diego Bivona, con Domenico Tringali alla sua destra e il direttivo di Assindustria.

Un “messaggio” degli industriali a Procura e Comuni?

Il richiamo alla “certezza del diritto” è un passaggio forte, che si presta molte letture. Sarebbe azzardato interpretarlo come un riferimento alle inchieste della Procura, che hanno portato al sequestro di alcuni impianti per i presunti ritardi nella messa a norma. Così come sarebbe fuorviante leggervi un’allusione a presunti provvedimenti delle amministrazioni comunali, ritenuti vessatori. Quale, ad esempio, potrebbe essere giudicata la Tari 2019. Aumentata a dismisura dal Comune di Augusta proprio agli impianti industriali, per pareggiare i costi del servizio senza andare per il sottile sulle prescritte omogeneità nelle classi di tassazione.

“Nel Polo impatto ambientale fra i più bassi del mondo”.

Sulla questione ambientale, invece, Assindustria si dilunga maggiormente. Dicendo che “le aziende non sono più quelle insediatesi negli anni ’60, quando peraltro non esisteva alcuna legislazione ambientale (la prima legge è del 1976), e le tecnologie non erano in grado di ridurre i rischi ai valori attuali”. Aggiungendo che “dal 2000 ad oggi il settore ha investito in Sicilia quasi 4 miliardi per la salvaguardia ambientale, in linea con le politiche europee“.Questo sforzo, secondo Bivona, “ha consentito di formulare prodotti di elevatissima qualità con un impatto ambientale in fase industriale tra i più bassi del mondo, e un livello tecnologico di eccellenza”.

Ma i dati sono quelli forniti dalle raffinerie per le Aia.

Ma in questa orgogliosa vetrina che intende mostrare un Petrolchimico “verde” e all’avanguardia, c’è qualche angolo appannato. Il primo salta agli occhi quando si chiede su quali rilevamenti viene basata la valutazione che “i livelli d’inquinamento subiscono continue sensibili riduzioni”. E si apprende che i dati sono quelli forniti dalle stesse aziende in fase di rinnovo delle Autorizzazioni integrali ambientali. Si tratta di misurazioni che, fino a prova contraria, vengono condotte secondo legge. Ma davvero l’aria diventa ogni anno “scientificamente” più pulita? In proposito, Legambiente ha qualcosa da obiettare.

Legambiente: in calo solo macroinquinanti, il resto sale.

Enzo Parisi, dirigente regionale di Legambiente.

“L’adeguamento obbligatorio alle direttive europee ha comportato una riduzione dei macroinquinanti come ossido di zolfo e anidride solforosa, grazie anche alla riconversione per un’alimentazione più pulita”, premette Enzo Parisi, dirigente regionale e memoria storica dell’ambientalismo nella zona industriale. Ma aggiunge subito che “le nuove produzioni hanno fatto aumentare le emissioni di idrogeno solforato e di idrocarburi”. Comunque basterebbero i miasmi che appestano i dintorni degli stabilimenti per evidenziare “la fortissima necessità di ridurre gli impatti“, senza bisogno di ricorrere alla “consulenza” di Legambiente.

Assindustria: evitare demagogia su politica energetica.

Assindustria, nel suo “appello alla politica“, mette inoltre sul piatto della bilancia il fatto che “le raffinerie devono continuare per assicurare il fabbisogno di combustibili di qualità per autotrazione e per le fabbriche energivore”. Quindi,“la transizione energetica è un tema di politica economica del nostro Paese molto importante, che non può essere affrontato a cuor leggero o con demagogia. Bisogna arrivarci per gradi”. E dopo questa premessa macroeconomica, ci infila la microeconomia del deposito di gas naturale liquefatto a Punta Cugno.

“Gnl essenziale al Porto, ostilità sono incomprensibili”.

“Il primo grado, già in atto, è sostituire i combustibili a maggior impatto ambientale con il gas. Non si capisce dunque, per quale motivo qualche movimento cittadino crea ostilità tra la popolazione per il deposito di Gnl al Porto di Augusta, quando è stato dimostrato che ha notevolissime ricadute economiche per il territorio, una forte riduzione dell’impatto ambientale e il mantenimento del riconoscimento di porto Core”. A Bivona però sembra sfuggire che la ostilità non è contro la stazione di rifornimento, ma verso la sua ubicazione.

Parisi: inopportuni serbatoi di gas vicino i saldatori.

“E’ un’area destinata alla cantieristica navale; non proprio il massimo per serbatoi di gas avere cannelli accesi nelle vicinanze”, osserva Parisi. Per non parlare delle torce industriali che ardono nelle vicinanze, come aveva fatto rilevare Luigi Solarino, professore di chimica industriale e presidente di Decontaminazione Sicilia. Prendendosi la replica di Domenico Tringali, vicepresidente Assindustria delegato al sistema portuale. L’imprenditore augustano nel settore della cantieristica, in un comunicato del 14 giugno, aveva scritto che “occorre una buona informazione sul territorio per non creare falsi allarmismi: non si tratta di un impianto di rigassificazione, ma di un deposito di piccola taglia di 15/30 mila metri cubi”.

Cantieri navali nell’isola di Augusta

Unionports: niente deposito, niente scalo Core.

In sostegno si era mobilitata anche Unionports. L’associazione di operatori portuali megaresi aveva diramato il 16 giugno un suo comunicato, dove lanciava “un grido di allarme circa il silenzio e le ostilità che si stanno creando attorno a questa grande opportunità: senza Gnl, niente porto Core“. Solo che a fare “allarmismo” sembrano essere proprio queste organizzazioni di categoria. Perché sia Legambiente che Decontaminazione Sicilia chiedono solo lo spostamento fuori dalla rada.

Ma ambientalisti chiedono solo spostamento off-shore.

Un deposito off-shore che stia lontano dai rischi della terraferma, rifornibile senza difficoltà dalle gasiere, e dove i mercantili possono fare il pieno in tutta tranquillità. I sonni sereni della popolazione non avrebbero nemmeno una particolare incidenza negativa su quelli di chi campa col bunkeraggio“Stiamo parlando, a essere ottimisti, di circa 100 mila tonnellate l’anno. E tutti gli altri rifornimenti avverrebbero comunque in rada”, commenta Parisi, per lunghissimi anni impiegato proprio in un’agenzia marittima.

Le diverse declinazioni del “benessere” chiesto da tutti.

Se per il Gnl gli ambientalisti contestano alla politica l’ennesima “disattenzione” alla questione dei rischi industriali, Bivona a sua volta chiede alla stessa politica un cambio di passo, per le imprese, per i giovani che fuggono, per i cittadini e il loro benessere”. Il fatto è che il concetto di “benessere” si presta a interpretazioni diverse. Alla voce “qualità della vita”, il principale parametro per gli imprenditori è quello economico che soddisfa i bisogni crescenti. Per gli ecologisti è la salute assicurata da un ambiente sano. Per la politica. invece, sono i voti che garantiscono le poltrone comode. Lo hanno capito persino gli algerini.

E Di Pietro rassicura sulle “evidenze” di Sonatrach.

“La Sonatrach – attraverso note ufficiali ma anche per le vie brevi, come da me auspicato proprio nei giorni scorsi – mi ha informata che sono terminati gli interventi agli impianti della raffineria che ne hanno determinato il fermo per alcuni mesi”, ha diramato Di Pietro a mezzo social, proprio mentre Assindustria parlava di “salto culturale delle aziende, in una ottica di responsabilità sociale“. La sindaca grillina, con inusuale aplomb istituzionale, ha tranquillizzato i suoi amministrati. Comunicando che “la Direzione della Sonatrach si è impegnata a prevenire, per quanto possibile, molestie di particolare intensità e, in ogni caso, a fornirmi informazioni utili sugli eventi da divulgare prontamente alla cittadinanza”. E poi, che accade?

il post della sindaca sulle “evidenze” della Sonatrach durante il riavvio degli impianti.
Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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