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Augusta, il Covid dilaga nei giovani ma niente zona gialla alla disco-movida

AUGUSTA – Chiude l’anagrafe, si rinvia la sagra dell’impanata, ma per il resto è business as usual. La simil zona gialla istituita dalla Regione anche ad Augusta, non avrà effetti sostanziali sulla coda della stagione estiva. Il giorno dopo l’ordinanza del presidente Nello Musumeci, che mette la città fra le sorvegliate speciali della pandemia, l’unica chiusura ordinata è stata quello dell’ufficio ai servizi anagrafici. Dove alcuni impiegati sono risultati contagiati dal Covid-19, costringendo l’amministrazione comunale a sospendere lo sportello al pubblico per tutta la settimana. Per il resto proseguirà regolarmente il calendario dell’Estate augustana, allestito grazie a numerosi sponsor privati e ormai arrivato agli sgoccioli. Solo il Comitato commercianti non se l’è sentita di sfidare le insidie che si porta dietro il prevedibile assembramento davanti gli stand con pizze e schiacciate. E dopo un incontro col sindaco Peppe Di Mare, ha deciso di spostare la manifestazione a tempi pandemici migliori. L’attività dei locali dove si beve e si balla all’aperto invece continuerà come al solito, sperando in un supplemento di attenzione dei gestori nel far rispettare le ultime disposizioni regionali. Le quali però sono così vaghe e contraddittorie, che di fatto lasciano tutto come stava prima in materia di affollamento e green pass.

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Zappulla contro Musumeci: da Palermo manovre in atto per favorire la sanità privata.

La pensata del governo siciliano di dare un colpo al cerchio del contenimento epidemico, e un altro alla botte dell’economia turistica, però non è andata giù all’opposizione dell’Assemblea regionale. Che ha attaccato il governatore per le carenze nel piano sanitario contro la pandemia, soprattutto per quanto riguarda le terapie intensive. Il cui tasso di saturazione causato dalla super contagiosa variante Delta, insieme al basso numero di vaccinati nell’isola, ha fatto scivolare la Sicilia in coda alla classifica nazionale. Il più duro nelle accuse è stato Articolouno, che dietro quei ritardi vede una sorta di manovra per allentare i normali controlli sulla spesa pubblica. “Solo Bolsonaro è riuscito a fare peggio”, scrive il segretario regionale Pippo Zappulla, in un comunicato del 23 agosto firmato insieme a Mariella Maggio. La segretaria provinciale di Palermo è stata coinvolta nel documento perché, “per cercare di far fronte all’emergenza, l’Asp 6 ha stipulato un accordo con le strutture convenzionate, che accoglieranno così i malati che non si riesce a ricoverare negli ospedali pubblici“.

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Articolouno: realizzato meno di un decimo dei posti letto finanziati con 240 milioni dello Stato.

Pippo Zappulla.

Articolouno aggiunge che “non è difficile immaginare che l’operazione si estenda a tutti i territori”. Ma il ricorso in extremis ai privati ha caratteristiche particolari. “Si scopre che questo accordo qualcosa di nuovo la prevede: un extra budget (cioè soldi in più) e l’assenza di controlli da parte degli ispettori dell’Asp sui criteri di ricovero dei pazienti“. Questa sorta di bonus fa il paio col fatto che “si è fatto passare un anno senza investire tutti i 240 milioni di euro, che il governo aveva stanziato per il potenziamento delle strutture sanitarie. Basta un dato: era stato annunciato che entro giugno sarebbe stato creato l’80 per cento dei nuovi posti letto finanziati dallo Stato, e invece siamo ancora all’8 per cento, un decimo. E quell’obiettivo dell’80 scontava già un forte ritardo rispetto al programma iniziale”. Inoltre, aggiungono Zappulla e Maggio, “si sono creati quei pochi posti letto in più senza preoccuparsi di assumere contemporaneamente il personale necessario, come se i nuovi reparti potessero funzionare senza medici e infermieri“. La conclusione a cui giungono i due segretari è che se “i finanziamenti statali non vengono utilizzati per ricostruire la sanità pubblica siciliana“, allora queste “nuove risorse finiranno in tasca ai privati”. Nonostante “dall’inizio della pandemia si è detto che era urgente ricostruire la rete di assistenza di prossimità, non concentrandosi più solo sugli ospedali“. E, “pressoché all’unanimità”, si era sostenuta la necessità di “invertire la tendenza che ha visto favorire sempre più la sanità privata a scapito di quella pubblica”.

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Ordinanza regionale ambigua su feste e assembramenti, il sindaco: non ci sono chiusure.

L’opposizione a Musumeci vede cupo. “Sono mesi che la Sicilia accumula record negativi, con un quarto dei nuovi malati e dei decessi in tutta Italia. Ora i ricoveri nei pronto soccorso e nei reparti di terapia intensiva sono al livello di guardia: di questo passo non solo per i 55 Comuni, ma per l’intera regione presto si sarà costretti a tornare in zona gialla se non arancione o addirittura rossa”, teme Articolouno. Nonostante l’inserimento di Augusta nell’elenco dei sorvegliati speciali, l’amministrazione comunale filo-governatore non è così pessimista. A poche ore dall’entrata in vigore della stretta para-gialla, una diretta social del sindaco ha tranquillizzato sulle ultime misure. “Non mi sembra sia un’ordinanza che dica cose particolarmente nuove, se non quelle di alzare l’asticella” ha detto Di Mare, notando che “non ci sono obblighi particolari e non ci sono chiusure particolari”. Il ruolo e la collocazione politica lo fanno sorvolare sull’incongruenza di una Regione che prevede divieto di assembramento nelle aree pubbliche“, ma nulla dice sui disco-bar open air. E allo stesso modo introduce “obbligo di tampone nelle 48 ore precedenti l’evento” per tutti i partecipanti ad “attività di banchetto ed eventi privati“, ma nulla di nuovo viene prescritto se la festa è organizzata da un locale sotto le stelle.

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Augusta, positivi a quota 235. Di Mare: la maggior parte sono giovani sotto i 25 anni.

Peppe Di Mare (foto Fb).

L’Azienda sanitaria provinciale ha convocato per il 24 agosto un vertice con i 10 comuni siracusani messi sotto attenzione. Augusta si presenta alla riunione con 235 positivi: la maggior parte sotto i 35 anni, e con la fetta più consistente rientrante nella fascia inferiore ai 25 anni. I ricoverati nei reparti Covid ordinari però sono solo 9. La riunione congiunta con Avola, Carlentini, Francofonte, Lentini, Noto, Pachino, Priolo, Rosolini e Solarino tuttavia si concentrerà sulle strategie per aumentare le dosi vaccinali. Cercando di trovare il modo di “attivare modalità di vaccinazione decentrata e domiciliare“. L’obiettivo è di raggiungere il 70 per cento di vaccinati entro il 6 settembre, partendo da una media attuale del 54 per cento. La Regione ha dato mandato ai direttori generali Asp di coinvolgere i medici di base. “Musumeci finalmente si è accorto che per accelerare le somministrazioni bisogna coinvolgere dottori di famiglia, pediatri e sindaci”, ha sottolineato Giuseppe Lupo, capogruppo Pd all’Ars. Polemizzando sul fatto che “nel pieno della stagione turistica, per chiudere la stalla si è aspettato i buoi scappassero”. Forse volutamente, sembra insinuare Articolouno nel comunicato dove Zappulla e Maggio scrivono che a “Musumeci basta non essere privato dell’assessore Ruggero Razza, che non è un campione nei conteggi ma riesce benissimo a privilegiare la sanità privata e altri interessi”.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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