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Rischio Catania e pochi infermieri: Muscatello e Lentini obbligati al Covid

AUGUSTA – Al Muscatello tornano i malati Covid. Il 4 novembre sono stati ricoverati i primi 3 pazienti di questa fase 2 della pandemia. Si tratta di degenti residenti in altre città della provincia, ma non si conoscono i motivi della decisione di dirottarli all’ospedale di Augusta. L’unico dato certo appreso nella tarda serata è che nel Siracusano i positivi sono a quota 762. Di questi sono 54 quelli riferibili al territorio comunale, ma il numero può oscillare in base agli esiti dei tamponi. I risultati degli esami, infatti, non sempre hanno la tempestività necessaria a seguire l’evolversi dei contagi in tempo reale. Fino a ieri, ad esempio, era rimasta in un limbo la situazione in una struttura di accoglienza nel centro abitato, dove era stata accertata la positività su due ospiti ritenuti non trasferibili altrove. Nel nosocomio sono comunque pronti da alcuni giorni i 40 posti letto per il Coronavirus ricavati da Medicina e Chirurgia, che da già da metà ottobre si era iniziato a svuotare. Restano invece aperti Cardiologia, Neurologia e Psichiatria, mentre Ematologia e Oncologia continuano solo come servizi day-hospital.

Perso tempo inutilmente sull’ex Villa Salus, ora è tardi.

sopra e copertina, l’ospedale Muscatello (repertorio)

Il ritorno dei contagiati sintomatici al Muscatello ha riproposto i dubbi sulla scelta dell’assessorato regionale, già polemicamente sollevati lo scorso marzo. Come sei mesi fa resta incomprensibile la scelta di ignorare l’ex clinica Villa Salus, che durante il periodo estivo si aveva tutto il tempo di requisire e attrezzare come Covid-hospital. Così come resta poco comprensibile la scelta di “sporcare” col Coronavirus un ospedale a presidio di una zona petrolchimica, adagiata su un territorio a forte rischio sismico e militare. Ma a differenza dell’ondata di primavera, Augusta stavolta ha poche possibilità di essere esentata dal contribuire allo sforzo del sistema sanitario. Pare infatti che l’Asp non abbia il personale infermieristico sufficiente per poterlo concentrare tutto su un possibile mega-centro di degenza come Noto. Tanto che pure l’ospedale di Avola, finora mantenuto “pulito”, è stato inserito nel nuovo piano di emergenza. Il quale prevede, inoltre, che anche a Lentini ci sarà un reparto Infettivi. Si tratterebbe di 30 posti letto, da rendere disponibili già dal 15 novembre.

Bomba Catania e si teme il picco alla fine di novembre.

Secondo fonti attendibili, ma non confermate né smentite ufficialmente, i modelli statistici elaborati dalla Regione prevederebbero a fine mese il picco nel Siracusano. Tuttavia, in base a quanto circola in ambienti ospedalieri, ci sarebbe un’altra ragione per attrezzare i due nosocomi della zona nord per ogni evenienza. A Catania, infatti, i posti letto si starebbero avvicinando alla soglia ritenuta critica. Preoccupa in particolare il focolaio di Mirabella Imbaccari, ma anche nell’affollato hinterland etneo la situazione è tenuta sotto attento controllo. Augusta e Lentini sarebbero quindi il “polmone di sfogo”, se nella città metropolitana la situazione dovesse precipitare repentinamente. Sostanzialmente, in base al parere dei medici di base, al momento sarebbe più una precauzione che una previsione. L’affinamento delle terapie farmacologiche, accumulato in mesi di esperienze sul campo, sta consentendo di curare a casa molti sintomatici. Ma l’imprevedibilità del virus fa tenere la guardia alta, anche nei casi meno preoccupanti.

Di Mare: già in erogazione i ristori del primo lockdown.

Il Comitato commercianti incontra il sindaco (foto Cca)
da sinistra: Lella Anastasi, Giancarlo Greco, Giuseppe Di Mare, Elena Cimino, Ciro Veca.

Pochi minuti dopo la conferenza stampa del premier Giuseppe Conte con il nuovo Dpcm, il sindaco Giuseppe Di Mare ha diffuso un video sui social dove conferma la chiusura dei mercati a partire da venerdì. Annunciando inoltre serrati controlli dei vigili urbani sul distanziamento, in quella che potrebbe essere l’ultima fiera settimanale prima di Natale. Nel pomeriggio del 3 novembre, il primo cittadino aveva incontrato il nuovo direttivo del Comitato commercianti su alcuni “temi che vanno dagli aiuti economici che dovranno essere erogati alle partite Iva, che a breve riceveranno i primi contributi, ai parcheggi della Villa comunale adeguando la pubblica illuminazione”. Nel comunicato diffuso dal Cca sui contenuti del faccia a faccia, la portavoce Elena Cimino anticipava che “verranno prolungati i termini per l’esenzione dell’occupazione del suolo pubblico, scadenza 31 ottobre, quasi sicuramente fino alla fine del corrente anno”. Il giorno dopo – si è appreso a mezzo social dal Palazzo – sono stati firmati i primi mandati di pagamento per i ristori ai commercianti, deliberati dalla precedente amministrazione ma ancora non erogati.

Il ristoratore: dallo Stato solo 6 mila euro per 4 locali.

Luca Baffo, “re” della movida.

Un pannicello caldo, questo di un Comune dalle risorse finanziarie e normative limitate. Che conforta ma non lenisce le ferite di una categoria rimessa in coma per decreto governativo, come i ristoratori“Solo bar e ristoranti sempre chiusi: perché?”, si chiede Luca Baffo, il più conosciuto imprenditore augustano nel settore movida“Ho amici in Inghilterra, e lì quando sono stati chiusi hanno subito erogato l’80 per cento del reddito dichiarato l’anno precedente. Qui, invece, dopo aver sbrigato una montagna di carte alle fine mi hanno ‘ristorato’ di 6 mila euro per tutte e 4 le mie attività”. Il ristoratore fa notare che “quest’estate, con scuole chiuse e locali aperti, i contagi erano minimi e tutti tracciati: ora è tutto il contrario”. E non ci vuole certo la sua testimonianza di lavoratore della notte, per osservare che “già ora dalle 22 alle 5 non c’è nessuno a zonzo per strada”. Per dimensioni imprenditoriali è il più colpito della categoria più colpita dal lockdown autunnale, ma interpreta un sentire più ampio quando pensa che “in realtà al governo vanno solo a tentoni”. E lo conforta poco sapere che, proprio durante l’intervista, esce la notizia dove il presidente della Regione dichiara le stesse cose. 

Musumeci contesta i due pesi fra Sicilia e Campania.

“La scelta del governo nazionale di relegare la Sicilia a zona arancione appare assurda e irragionevole”, fa sapere il governatore Nello Musumeci. Aggiungendo di averlo detto e ripetuto stasera al ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha voluto adottare la grave decisione senza alcuna preventiva intesa e al di fuori di ogni legittima spiegazione scientifica”. Raffrontando i dati ufficiali dei contagi, contesta in particolare una sorta di pesi e misure differenti fra regioni. Campania e Lazio sono assegnate a zona gialla. Perché questa spasmodica voglia di colpire anzitempo centinaia di migliaia di imprese siciliane? Al governo Conte chiediamo di modificare il provvedimento, perché ingiusto e ingiustificato. Le furbizie non pagano”. Scontato il commento di Baffo, che ricorda un graffito fotografato dietro la galleria di via Umberto durante il primo lockdown:“E’ tutto un equilibrio sopra la follia”. 

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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