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Premiarte, la biennale che sogna un museo e il Rinascimento di Augusta

AUGUSTA – Di fronte alla paura che la pandemia sia preludio di un Medioevo prossimo venturo, c’è chi guarda alla lezione del Rinascimento per rilanciare la città attraverso la cultura. Non a caso è stato battezzato “Premiarte” il comitato che riunisce 4 associazioni, impegnate da tempo nella promozione artistica e valorizzazione architettonica. Augusta photo freelance, Icob, Hangar team e Sulidarte hanno presentato il 7 novembre il loro programma, finalizzato a “dare un importante contributo al cambiamento dell’immagine del nostro territorio consolidata da tempo all’esterno”. Lo hanno illustrato nel corso di una conferenza stampa, convocata per anticipare il progetto di “una sede permanente per l’esposizione di quadri e installazioni“. Lavori che “verranno selezionati da curatori e critici di chiara fama nazionale”, e che in un primo momento saranno esposti temporaneamente. Ma “l’obbiettivo è quello di riuscire nel tempo ad acquisire in maniera definitiva un buon numero di opere, che andranno a creare un vero e proprio museo d’arte contemporanea“. 

Riparte progetto interrotto da elezioni e lockdown.

Il Comitato Premiarte, da sinistra:
Ilario Saccomanno, Romolo Maddaleni, Teresa Casalaina, Elena La Ferla, Marcella Passanisi
copertina, street art a Brucoli.

I contatti preliminari erano stati avviati già con la precedente amministrazione comunale, per la necessaria collaborazione. Ma un po’ per il lockdown di primavera, un po’ per la campagna elettorale, il progetto era stato messo in stand-by. Ora, nonostante le pessimistiche aspettative sulle conseguenze del picco epidemico previsto a fine mese, Premiarte è stata rispolverata. Complice anche la presenza nella nuova giunta municipale di Ombretta Tringali, che del comitato promotore ha fatto parte fin dall’inizio. Dimettendosi poi dal direttivo quando è entrata nella squadra del sindaco Peppe Di Mare, ma tuttavia seguendone da vicino gli sviluppi. La sua presenza nella conferenza stampa, per quanto defilata, è la certificazione che il sostegno da Palazzo di città dovrebbe essere decisamente più concreto di quello promesso genericamente dai precedenti occupanti. Perché senza il peso del Comune al fianco del comitato, il traguardo di concretizzare tutto nel 2021 diventa un’impresa.

Chiesto il patrocino di Mattarella e del Senato.

L’esposizione che dovrà dare avvio al progetto, infatti, “avrà la durata di 40 giorni. Durante i quali, nell’ottica di ampliare l’offerta per i visitatori e coinvolgendo anche palazzi storici e vari luoghi di pregio artistico e naturalistico, si svolgeranno anche eventi artistici di altre discipline: performance, concerti, spettacoli teatrali, presentazioni di libri e incontri con artisti”. Ciò, “al fine di creare momenti di aggregazione e di crescita sia per i giovani, sia per chi non ha ancora avuto l’opportunità di avvicinarsi al mondo dell’arte”. Inoltre “l’evento si concluderà con una premiazione pubblica a fine manifestazione”. Un obiettivo molto ambizioso, mai tentato prima. Che durante le vacche grasse della Prima repubblica, forse avrebbe goduto di generosi contributi pubblici. Ma coi tempi che corrono, finanziamenti di quel tipo sono una chimera. “Abbiamo già chiesto il patrocino della Presidente della Repubblica e della Presidenza del Senato“, spiega Teresa Casalaina, portavoce di Publiarte. Però da soli non bastano.

Ricerca degli sponsor fra i collezionisti d’arte.

Maddaleni, presidente dell’Augusta photo freelance, in uno scatto da street photografy.

Lo stesso comitato ammette che punteranno molto sulle sponsorizzazioni. Il pensiero corre subito alle industrie del Petrolchimico, le cui elargizioni saranno certamente richieste nonostante i loro bilanci in rosso. Tuttavia non si fermeranno ai soldi dei petrolieri. Infatti, ci sarebbe già una lista di collezionisti privati disposti a co-finanziare. I contatti con alcune importanti gallerie italiane, fra cui pure una di Milano, dovrebbe garantire la qualità delle opere esposte. Accanto le quali ci saranno pure quelle di artisti augustani, che in questo modo avrebbero una vetrina per proporsi nel grande circuito. Premiarte sarà pure “mostre di fotografie”, con qualche grande nome del firmamento italiano già contattato. Tutto finalizzato a diventare museo permanente. “E’ aperta alla collaborazione di altre associazioni, ma il controllo qualitativo resta affidato ai promotori originari”, puntualizza Casalaina. L’ambizione dichiarata è quella di farne una Biennale, “in grado di intercettare il flusso turistico diretto a Siracusa“.

Prima edizione autunno 2021 ma c’è il nodo location.

L’esordio della prima edizione di Premiarte potrebbe essere nell’autunno 2021. Anticipare i tempi, con il Covid in mezzo ai piedi, sarebbe parecchio difficile. Difficile anche che si parta con un programma pieno per tutti i 40 giorni. Un primo preventivo di spese si aggirerebbe intorno i 50 mila euro, con probabili ritocchi verso l’alto se opere e installazioni da far arrivare sono di artisti quotati. Poi c’è la questione delle sedi dove allocare tutto. Si guarda al centro storico e in conferenza stampa è stato accennato sia al convento di San Domenico, che all’ex caserma dei carabinieri in piazza Carmine. Ma sono edifici che ancora non sono nella disponibilità del Comune. Con una attiva collaborazione dell’amministrazione, si possono comunque trovare soluzioni alternative. Ma l’avvio della biennale perderebbe un po’ di smalto, soprattutto con i partecipanti del grande circuito nazionale, se il contenitore non fosse all’altezza delle ambizioni.

Nel castello di Brucoli permanente arte contemporanea.

Il castello aragonese di Brucoli.

Su dove ospitare il museo d’arte contemporanea, l’idea sembra invece più percorribile. Nel comitato stanno infatti pensando al castello di Brucoli, che diventerebbe un polo di attrazione turistica in una frazione dove non c’è altro da offrire oltre il paesaggio per i selfie-ricordo. E’ un vecchio sogno, che Pippo Bertoni non riuscì a vedere realizzato. Lo scomparso pittore brucolano l’aveva coltivato insieme al più quotato collega Vittorio Ribaudo. Per promuovere l’idea avevano pure organizzato una riuscita collettiva open air nelle strade del borgo marinaro. L’Apf, alcuni anni dopo, era pure riuscita a usare la fortezza appena restaurata per due mostre fotografiche. Poi il monumento è rimasto chiuso, limitandosi a fare da quinta suggestiva alle istantanee con sfondo dell’Etna. L’associazione fotoamatori, riconosciuta dalla Fiaf, recentemente è tornata alla carica con la Soprintendenza per usare il monumento aragonese. Scoprendo che c’era da tempo la sua disponibilità a trasferirlo al Comune, che doveva solo farsi carico di custodia e manutenzione. Ma dall’amministrazione comunale non sarebbe mai arrivata alcuna richiesta.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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