Tu sei qui
Home > ERROR404.ONLINE > Niciforo e Augusta fuori da Provincia, dubbi centrodestra su Di Mare

Niciforo e Augusta fuori da Provincia, dubbi centrodestra su Di Mare

AUGUSTA – Chi ha avuto modo di parlargli, racconta che “su questa cosa sta cascando malato”. Ma aldilà dell’espressione dialettale figurata, che non riguarda affatto la salute, è indubbio che Giuseppe Di Mare ha accusato pesantemente il ko delle provinciali. Dove il sindaco Fratelli d’italia non è riuscito a eleggere nemmeno un rappresentante della sua amministrazione, nonostante ritenesse garantito persino l’assessorato Lavori pubblici del Libero consorzio. Una Caporetto subita fra l’altro in una “elezione di secondo livello“, frutto di ferrei accordi fra big, dove i partiti di centrodestra hanno conquistato 11 seggi su 12, lasciando il Pd a fare solitaria opposizione. A rendere la debacle ancora più traumatica è il fatto che Di Mare guida il secondo Comune più popoloso del Siracusano, cioè quello dove i voti ponderati dei consiglieri hanno maggiore quoziente elettorale, subito dopo il capoluogo. Sulla carta doveva quindi essere una passeggiata, visto che da quattro anni conta su una pletorica maggioranza, ben più ampia dei numeri necessari a garantirsi la tenuta dell’aula. Eppure tutto questo potenziale non è bastato, come non è bastato giocarsi un sostenitore di peso quale il capogruppo Marco Niciforo, nella lista del presidente Michelangelo Giansiracusa. Ben 7 gli eletti espressi da “Comuni al Centro” del vincente, e solo ottavo il leader di Augusta2020. Il quale ha pagato l’eccessiva sicumera del primo cittadino sulla forza residua del deputato regionale Carlo Auteri, che ha puntato su due candidature per pareggiare quelle schierate e poi ottenute da Fdi, ma alla fine senza portarne a casa nessuna. E ora, con le comunali 2026 alle porte, Lega e Forza italia cominciano a riflettere sulla sindacatura bis. Il Partito democratico parla di “fatto gravissimo, che indebolisce la seconda città per dimensioni e punto focale della zona industriale e del porto“. Mentre nei centristi crescono i dubbi sull’affidabilità del sindaco.

Forza italia, Amato: accade quando ambizioni personali prevalgono su unità coalizione.

Paolo Amato.
copertina, Marco Niciforo.

“Hanno prevalso le ambizioni personali anziché ciò che unisce la coalizione”, commenta Paolo Amato, coordinatore di Forza italia. Il figlio Corrado era in corsa, “chiamato a dare il suo contributo alla lista del partito”. Ciò ha aiutato nella conquista dei 2 seggi berlusconiani, ma ha indebolito l’altra candidatura augustana con maggiori chance di elezione. Però è anche vero che Palazzo di città non ha sentito la necessità di riunire gli alleati, per raggiungere un obiettivo comune senza compromettere le esigenze delle segreterie. “Siamo per il centrodestra unito – dice Amato senior – ma quello che è accaduto in provincia di Siracusa, come in altre realtà, ora è sotto gli occhi: faremo il punto della situazione”. Nel giudizio pesa pure il traccheggiare del sindaco sulla sostituzione dell’assessora Valeria Coco. Un avvicendamento preannunciato da Fi quando è entrato in maggioranza, sollecitato alla fine dello scorso anno, assicurato al massimo entro marzo, ma non ancora avvenuto nonostante “abbiamo già comunicato i nostri nomi”. Forse il cambio andrà in porto ai primi di maggio. O forse Di Mare prenderà ancora tempo, temendo che gli altri alleati chiederanno chi un problematico posto al sole della giunta, chi una spinosa revisione delle deleghe. O forse i forzisti smetteranno di sollecitare, iniziando a sganciarsi verso un appoggio esterno, e poi chissà.

Lega, Salmeri: Peppe ‘stai sereno’ sulla ricandidatura ma ora è necessario vedersi con Fdi.

Giovanni Cafeo.

“Non mettiamo in discussione la ricandidatura Di Mare”, avverte subito Rosario Salmeri, coordinatore della Lega, che col forzista Amato ha iniziato un percorso simbiotico per le comunali. Dopo, però, Salmeri aggiunge una serie di “ma”. Che fanno apparire quella assicurazione come il celeberrimo Enrico stai sereno“, declamato da Matteo Renzi prima di impallinare il “suo” premier Letta. Ma il sindaco deve fare chiarezza sul partito che rappresenta, finora non abbiamo mai visto né sentito Fdi. Una riunione preliminare alle votazioni non c’è stata, ma sarebbe stata opportuna, perché con una concertazione si potevano raggiungere due obiettivi. Ritengo che non ci sia necessità di una verifica di maggioranza, ma comunque sarebbe necessario vedersi”. Salmeri, che durante il voto è stato visto fare da autista a Pippo Gulino e Ciccio La Ferla, consiglieri augustani annoverati nella minoranza, plaude al risultato del leghista melillese Salvo Cannata. Che il salviniano Giovanni Cafeo ha adeguatamente celebrato come primo degli eletti, esprimendo “piena soddisfazione per il gruppo provinciale che rappresento; un successo ogni oltre previsione per Giansiracusa e per il nostro candidato”. L’ex deputato regionale non risparmia però critiche alla coalizione:“Cala il sipario su queste elezioni, purtroppo caratterizzate dalla mancanza di un candidato presidente di tutto il centrodestra, e da un clima di scontro che ha generato una sorta di mercato che poco ha a che fare con le istanze dei cittadini”. I meloniani infatti hanno votato scheda bianca per la presidenza, e diramato un ferreo ordine di scuderia sulla lista di partito, condita da minaccia di espulsione. Diktat che ha costretto Di Mare a spostare le preferenze di due consiglieri tesserati, alla fine facendo pagare pegno a Niciforo.

Grande sicilia, Paci: nessuna ripercussione su maggioranza ma risultato induce a riflessione.

Nicky Paci.

Il deputato regionale Peppe Carta proclama vittoria, nonostante la défaillance dell’alleato augustano ne ha ridimensionato la portata prevista. “L’elezione di Giansiracusa con oltre l’85 per cento del voto ponderato, rappresenta l’inizio di una nuova stagione. Mentre Grande sicilia si attesta come primo partito, un risultato importante nel solco della continuità segnata dalla linea autonomista in provincia”. Per il sindaco di Melilli, diventato pilastro portante del collega Di Mare dopo che l’autosospeso Auteri è uscito perdente dalla faida Fdi con l’onorevole Luca Cannata, “il dato rafforza la capacità di rappresentanza del nostro progetto civico“. Ma soprattutto “ci fa proseguire, con rinnovato entusiasmo, le sfide amministrative e politiche che attendono la provincia nei prossimi mesi”. Fra le quali ci sono anche le comunali augustane, dove ha il gruppo consiliare più numeroso, e il vicesindaco più votato da quando c’è la preferenza unica di genere. Dal disastro dell’operazione Niciforo, condotta in solitaria per presunzione di autosufficienza, il sindaco di Augusta non esce indenne. “Dispiace davvero che la seconda città più popolosa resti fuori dalla provincia – premette Nicky Paci ma non ci è stato chiesto alcun aiuto su quella candidatura augustana”. Il vicesegretario cittadino del Mpa assicura comunque che “c’è comunanza d’intenti con gli eletti”, quindi l’amministrazione non ne soffrirà in termini di rappresentanza. Ma anche se “ripercussioni sulla maggioranza non ce ne saranno, è indubbio che il risultato delle provinciali induce a una riflessione generale”. Magari valutando il reale appeal di una sindacatura che ha perso tutta la sua vecchia e spontanea base elettorale, per sostituirla con il più rassicurante voto organizzato dai capi-elettori, e poi fallisce clamorosamente alla prima prova generale per la capitalizzazione di quell’investimento in consiglieri.

Pd, Contento e Triberio: assenza da Libero consorzio è fallimento delle dirigenze centrodestra.

Carlo Auteri e Giuseppe Di Mare (foto fb).

Anche per il Partito democratico dovrebbe “aprire a riflessioni” questo risultato catastrofico, “sia per il peso politico che il sindaco si é sempre vantato di avere, sia per il gran numero di consiglieri che sostengono l’amministrazione”. Una maggioranza bulgara che alla fine ha portato a una “comunità mortificata da scelte e gestione politica fallimentare”. Il comunicato diffuso il 29 aprile dai consiglieri dem Giancarlo Triberio e Milena Contento, sottolinea che “Augusta viene tagliata fuori da un ente che sarà cruciale: dalla gestione delle strade provinciali alle scuole superiori, dai beni culturali alla futura gestione dell’acqua e della depurazione”. Il capogruppo Triberio, “candidato di servizio” nella lista di bandiera che ha eletto Giuseppe Stefio, sindaco di Carlentini, parla di “sconfitta politica e istituzionale”. Che ricade “sulla locale classe dirigente del centrodestra, incapace di far valere il peso della città in un contesto tanto rilevante”. L’ex assessora Contento invita Di Mare a “fare una seria valutazione sulla gravità”, visto che “il consigliere di punta di questa amministrazione è risultato sacrificato, insieme agli interessi della città, sull’altare dell’opportunismo politico della sua personale scalata”. Il documento del Pd conclude che “senza un rappresentante che tuteli davvero gli interessi della città, agli augustani rimangono – forse – contributi una tantum per spettacoli e iniziative estemporanee”. Peraltro offerte da una sindacatura che, nonostante i decibel dei concerti pop nei faraonici festeggiamenti patronali, inizia a percepire le arie wagneriane da Crepuscolo degli dei.

Autore

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

Lascia un commento:

Top