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Augusta, comunali: Pippo Gulino sul triciclo con Lega e Forza italia

AUGUSTA – Pippo Gulino entra in maggioranza: oppure? E’ su cosa far seguire a questa congiunzione disgiuntiva, che la politica augustana si interroga dopo il posizionamento dell’ex sindaco con Forza italia e la Lega, in vista delle comunali 2026. Il candidato azzoppato dall’isolamento Covid alla vigilia del ballottaggio 2020, poi battuto in sorpasso dallo sfidante Giuseppe Di Mare, negli ultimi cinque anni ha formalmente stazionato fra i banchi dell’opposizione. Fino al colpo di scena di questo inizio di marzo. Quando il popolare radiologo che ha guidato il Comune negli anni Novanta, ha stretto un accordo con due storici leader locali del centrodestra, Paolo Amato e Rosario Salmeri. Il cuore dell’intesa è una lista unica, dove ci sarà anche il simbolo della collaudata civica Nuovo patto per Augusta, accanto ai loghi dei due partiti nazionali. L’indiscrezione sull’insolito triciclo elettorale con l’esponente di punta della minoranza, assemblato a oltre un anno dal voto da forze politiche che invece stanno nella giunta guidata da Fratelli d’italia, è stata confermata sia dal forzista Amato che dal leghista Salmeri. Il quale, raggiunto telefonicamente per maggiori chiarimenti, ha glissato sulla domanda se l’ex primo cittadino civico cambierà pure il suo posizionamento in consiglio. Limitandosi a dire che l’inedita coalizione “si affiancherà alla ricandidatura Di Mare”.

Stop allo strapotere Mpa dietro il cortocircuito politico di un oppositore in lista coi partiti in giunta?

Peppa Carta e Giuseppe Di Mare.
copertina, Pippo Gulino alle comunali 2020.

Apparentemente, nell’innaturale terzetto c’è un cortocircuito politico: un oppositore irremovibile nonostante l’assenteismo record, che non si sbilancia nemmeno sul fare ovvio dietrofront nell’aula consiliare, a braccetto elettorale con alleati del sindaco meloniano che ufficialmente già dicono lo appoggeranno per il bis. Cioè, se oggi Di Mare non fa bene, perché impegnarsi a farlo rieleggere domani? In realtà l’operazione è più sottile. Innanzitutto, sia pure sotto mentite spoglie, questa mini coalizione si è ampiamente rodata alle ultime amministrative. Solo dopo il voto i segretari di Lega e Forza italia sono emersi formalmente coi rispettivi simboli, al momento di sganciarsi dallo sconfitto Gulino ed entrare in maggioranza. Ora si rimettono insieme, sempre se l’accordo reggerà fino in fondo, per controbilanciare lo strapotere numerico del Mpa. Forte di tre assessori e cinque consiglieri, sotto l’ombrello dell’influente deputato regionale Peppe Carta, il Movimento per l’autonomia è percepito come il “sequestratore” del futuro politico del sindaco. Specialmente ora che su Fdi è calata la notte dei lunghi coltelli, col referente Manlio Messina prossimo a perdere la carica di vice-capogruppo alla Camera, dopo essere stato impotente a difendere il suo deputato regionale Carlo Auteri dal diktat romano sulla “auto-sospensione”.

Nervi tesi con Di Mare dopo la fuga di notizie sulla sfiducia a Coco: la segreteria forzista abbozza.

secondo da sinistra, Paolo Amato, l’assessora Valeria Coco fra il coordinatore provinciale Bonfanti e l’onorevole Gennuso.

Ma non è solo il rischio di un Di Mare “ostaggio” di Carta, e del suo centrismo in grado di ribaltare all’ultimo momento sia tavoli che schieramenti, a far accelerare Fi e Lega verso l’inossidabile Gulino. Il quale peraltro ha sempre espresso l’intenzione di non mettersi di traverso all’onorevole di Melilli, col quale ha eccellenti rapporti. A pesare sul progetto della lista triciclo potrebbe essere pure l’autoritarismo del sindaco meloniano, sempre più refrattario a condividere le grandi scelte amministrative coi suoi alleati. “Quando mai c’è stata una riunione di maggioranza per discutere del monopolio al porto, del Lidl al cimitero, o persino degli alberi da togliere alla villa?”. Lo sfogo resta però anonimo, su richiesta dell’interlocutore:“C’è già abbastanza tensione inutile”. Pare infatti che il primo cittadino abbia preso parecchio male la richiesta dei forzisti di cambiare la loro assessora, Valeria Coco, perché troppo “accomodante” a Palazzo. E reagito ancora peggio quando i berlusconiani hanno confermato alla stampa l’intenzione di farlo entro marzo, dopo essere stati cincischiati per mesi. Tanto che la segreteria provinciale Fi ha dovuto piegarsi a un mortificante post su Facebook, per gettare subito acqua sul fuoco:“In merito alle polemiche sorte a seguito dell’articolo pubblicato da una nota testata on line, nella quale il coordinatore cittadino veniva incalzato su un possibile avvicendamento in giunta, si precisa che non vi è alcun motivo di polemizzare: il partito resta saldo nelle sue scelte di coalizione, pronti ad affrontare col sindaco la fine di questo primo mandato e le elezioni per la sua riconferma. Insieme a Di Mare e Coco abbiamo già affrontato la questione, e siamo tutti consapevoli che stabiliremo insieme tempi e modi”.

Tensioni per il like dell’assessore leghista conteso fra sindaco e segretario? Salmeri smentisce.

Saro Salmeri nella campagna elettorale 2020.

Neanche il tempo di mettere in riga i forzisti, che Di Mare si sarebbe infuriato pure con la Lega, quando Salmeri ha banalmente postato un suo commento su Facebook:“Leggo che Forza italia aprirebbe le porte a consiglieri scontenti del Mpa: se fosse un film lo intitolerei ‘Attacco al potere 3’. Un plauso al coordinatore cittadino Amato, uomo libero e non condizionabile, ma il potente onorevole della civica Mpa potrebbe reagire male, magari forte di una folta pretora di consiglieri filo melillesi, potrebbe mettere in crisi l’amministrazione come ha fatto a Solarino?”. Il giallo sul like dell’assessore leghista Salvo Serra, prima messo poi sparito e successivamente riapparso, ha alimentato sospetti su presunti effetti di categoriche richieste partite dal sindaco. Ma il segretario dei salviniani ridimensiona tutto “a un errore nella digitazione successivamente rimediato”. Sarà, perché quel pollice virtuale dopo è scomparso di nuovo. Alimentando le voci maligne di un primo cittadino che si ritiene “capo” dell’amministrazione in ogni senso, e considera prerogativa sua qualunque cosa riguardi la giunta, a prescindere dal partito di appartenenza. In questi giorni viene inoltre accreditato di un perentorio “io salgo da solo”, che se non è vero è comunque verosimile, stante che gli stessi alleati da tempo lo indicano come “unico candidato possibile”. Almeno fino a ora.

Ematoncologia spostata a Siracusa, il Comune protesta dopo 3 mesi mezzo: un segnale a Fi?

Il nuovo padiglione del Muscatello.

Nonostante le assicurazioni di reciproca fedeltà elettorale qualcosa sembra infatti essersi rotto coi forzisti, che reggono l’assessorato regionale alla Salute ed esprimono il direttore generale dell’Asp, Alessandro Caltagirone. Risale al 16 novembre l’allarme lanciato sulla stampa dal Partito democratico, sul nuovo piano sanitario che prevede lo spostamento della frequentata ematoncologia, dal Muscatello all’ospedale di Siracusa. Tuttavia Di Mare si è mosso pubblicamente solo dopo tre mesi e mezzo. Diffondendo il 5 marzo un comunicato, dove fa sapere di aver “chiesto con forza che l’Unità operativa non venga trasferita”. Finalmente si spende visibilmente per definirla “una scelta sbagliata e irragionevole, nei confronti di una città che è sede di un reparto di oncologia e che insiste in un’area Sin“. E finalmente si rende conto a voce alta che “non si capisce come altrove le cose possano restare immutate, mentre per Augusta si abbia premura di agire immediatamente”. Nella lettera aperta a Caltagirone e al direttore sanitario, l’augustano Salvo Madonia, ricorda come il nosocomio “ha già dato alla Sanità provinciale quando anni fa subì lo ‘scippo’ del trasferimento della ginecologia e della pediatria a Lentini“. Concludendo che “oggi anche un solo trasferimento è inaccettabile”. Il commento a mezzo social del capogruppo Pd, Giancarlo Triberio, è sferzante:“Ben svegliato”. Ma forse la sveglia che sta suonando è proprio accanto la clessidra sulla scrivania del sindaco.

Autore

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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