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Elezioni Augusta, Amato: Forza italia c’è, i moderati Pdl tutti con Gulino

AUGUSTAForza italia batte un colpo alla vigilia delle liste per le Comunali di ottobre. A poche ore dalla scadenza per la presentazione dei candidati, il coordinatore cittadino fa sentire la sua voce per rivendicare il ruolo dei berlusconiani nella coalizione-macedonia di Pippo Gulino. Secondo Paolo Amato, plenipotenziario dei berlusconiani locali, “i moderati dell’ex Polo della libertà sono tutti nella lista Civica per Augusta“. In pratica, il loro simbolo i forzisti non l’avranno sui manifesti elettorali. E con loro nemmeno i “sodali” dell’Udc. Ma vogliono comunque mettere il cappello “Centrodestra” all’alleanza coagulatasi intorno l’ex sindaco degli anni Novanta. Il quale è “notoriamente uomo di centro”, però sulla scheda affianca il suo nome a una formazione politica come Augusta 2020 che ha espresso la nuova segreteria Pd. Insomma, sembra una sorta di esperimento in salsa megarese del romano Patto del Nazareno stretto fra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Se non fosse che gli obiettivi sono molto più modesti di un laboratorio politico di ampio respiro, limitandosi a essere “un’alleanza esclusivamente nell’interesse della città”.

“Volevamo le primarie ma qualcosa non ha funzionato”.

Un politico siracusano di lungo corso, recentemente, ha definito Gulino “il sindaco di chi non ha trovato un sindaco”. E in effetti, in base a quanto racconta Amato, la scelta forzista sembra essere stata un ripiego. “Avevamo pensato di fare squadra insieme alle forze politiche che storicamente si richiamano al Pdl, e di affidarci alle primarie per scegliere un candidato condiviso. Qualcosa però non ha funzionato, altri avevano già i loro programmi intangibili”. Morale della favola: quando le segreterie regionali hanno deciso per loro e puntato su un leghista, i moderati si sono sfilati. Se siano stati i locali a rinunciare ai simboli tradizionali per non farla troppo clamorosa, oppure sia stato il candidato prescelto a chiedergli di non usarli per puntare sul civismo prendi-tutti, dipende dalle versioni di chi racconta la storia. Resta però vero, come sottolinea il coordinatore di Fi, che “ciò accade quando non si ascolta il territorio”.

Lega isolata: Fdi si sfila dalla candidatura Casertano.

I berlusconiani pensano di avere ancora la leadership di un’area, perciò cercano di sfilare il “doc” del centrodestra ai più diretti competitor di Gulino. Un gioco relativamente semplice col sovranista Massimo Casertano, definito “un candidato marcatamente di Destra“, grazie al fatto che si trova designato da Lega e Fratelli d’italia. Un po’ più difficile risulta il tentativo di delegittimare politicamente Peppe Di Mare, che guida una federazione civica gonfiatasi di moderati appena il tavolo regionale ha sterzato su una candidatura marcatamente padana.“Infatti Fdi non presenterà una propria lista”, afferma Amato, anticipando ciò che accadrà alle 20,30 dell’8 settembre. Quando in un traumatico comunicato delle segreterie provinciale e cittadina, poi ritirato senza spiegazioni alle 23,22, il partito di Giorgia Meloni si dichiarava “costretto a revocare ogni forma di appoggio e sostegno al candidato sindaco Casertano“. A poche ore dalla chiusura delle liste, Giuseppe Napoli e Vincenzo Inzolia scrivevano all’ex alleato “inibendogli l’uso del simbolo”. Il documento spiegava di aver “dovuto constatare il progressivo e definitivo dissolversi delle condizioni politiche per proseguire nella collaborazione”. Una decisione, rivelava lo scritto, che era stata comunicata “ai vertici regionali e nazionali” già il 31 agosto.

Destra allo sbando, Vinciullo si sposta su Carrubba.

Al centro, Massimo Casertano e Pietro Forestiere: una poltrona per (nessuno dei) due,

Eppure qualche candidato Fdi era persino uscito con un 6×3, annunciando la corsa al consiglio comunale. Solo nei prossimi giorni si potrà sapere cosa abbia pesato per questo comunicato così dirompente, poi precipitosamente ritirato senza spiegazioni. Alla decisione di sfilarsi, comunque, non sono rimaste estranee le difficoltà a riempire la lista. La quale si era svuotata rapidamente di aspiranti, quando da Palermo è arrivata l’indicazione per l'”indigesto” leghista. Preferito al loro beniamino locale, Pietro Forestiere, giovane dirigente nazionale in ascesa nel partito. Nell’ufficio elettorale, alla mezza del 9 settembre, comunque non saranno solo i leghisti a dover fare i conti con le forzature. Anche un altro dei delusi dalle segreterie della terremotata Casa delle libertà, Enzo Vinciullo, capirà fino a che punto ha fatto bene a sterzare sul centrosinistra di Massimo Carrubba. L’ex deputato regionale si è intestato l’accordo che ha portato Attivamente nell’orbita del candidato esplicitamente sostenuto da Articolouno. E dal nome degli assessori che il penultimo sindaco di Augusta depositerà insieme alle liste, capirà fino a che punto ha fatto bene a fidarsi. Venerdì comunque – ha fatto sapere ai suoi – sarà in città per lanciare la campagna elettorale.

L’assessore Bandiera benedice la civica coi forzisti.

“Un tempo Vinciullo era col centrodestra, ma da molto oramai orbitava nel centrosinistra: perciò non mi stupisce che abbia scelto Carrubba“, commenta Amato. Il tentativo di far pendere il vecchio Polo dalla parte di Gulino è palese, specialmente quando racconta che “l’assessore regionale Edy Bandiera è venuto nei giorni scorsi all’hotel Villa dei Cesari per incontrare i candidati della Civica per Augusta“. Una visita, puntualizza il forzista, servita a dimostrare che “alla Regione la nostra amministrazione potrà contare su una porta aperta e una corsia privilegiata”. Nella giunta o nella maggioranza del governatore Nello Musumeci, in verità, anche Casertano e Di Mare possono annoverare “interlocuzioni”. E persino Carrubba, che gioca in un campo diametralmente opposto, avrebbe nella sua lista personale un candidato potenzialmente ascoltabile da Palazzo d’Orleans come Francesco Papale. A lui il presidente della Regione, a inizio estate, aveva affidato il compito di trovare 24 nomi per riempire Diventerà bellissima a supporto della sindacatura leghista. Alla fine ci ha rinunciato, preferendo Augusta coraggiosa. La quale vuole richiamare proprio il “modello Emilia“, che ha fermato l’ondata del centrodestra sbilanciato sui sovranisti. Ma in quella elezione regionale c’era un progetto politico chiaro e identificabile. In queste amministrative d’autunno c’è invece solo il “coraggio”. E ognuno dia a questo vocabolo la sfumatura che crede.

Paolo Amato in piedi fra Rosario Belfiore e Mimmo Morello (Udc), e Saro Salmeri (ex Lega). Copertina, convention Fi a Villa dei Cesari con Stefania Prestigiacomo.
Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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