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Augusta, un Covid hotel nell’ex Villa Salus per l’ondata di gennaio?

AUGUSTA – L’ex clinica Villa Salus di Augusta come Covid hotel per la zona nord della provincia. Sarebbe questa la soluzione allo studio dell’Azienda sanitaria provinciale, per far fronte alla terza ondata della pandemia prevista a gennaio. Il ripristino della struttura dismessa sulla provinciale per Brucoli consentirebbe di allestire almeno 60 posti letto di degenza. Che potrebbero arrivare a 180, se l’intero complesso venisse riconvertito per il ricovero dei sintomatici. L’indiscrezione è filtrata il 28 novembre, a margine della trasmissione web con cui la Lilt ha celebrato la conclusione del mese rosa della prevenzione. La diretta del presidente provinciale Mario Lazzaro doveva fare il punto sullo screening della popolazione, quest’anno esteso anche alle patologie tumorali tipicamente maschili. Ma l’assenza di un report statistico sull’incidenza delle neoplasie riscontrate in città – che non è stato fornito nemmeno su esplicita richiesta – ha reso giornalisticamente inconsistente il bilancio conclusivo. Finendo per focalizzare l’attenzione della cronaca sulle vicende del Coronavirus. Complice anche la presenza del direttore sanitario dell’Asp, Salvo Madonia. Il quale, tuttavia, si è limitato a ringraziare la Marina per aver concesso spazi e personale nel lido ufficiali di Punta Izzo. Dove sarà allestito un “drive in” permanente per il prelievo gratuito dei tamponi. E dove potrebbero essere ospitati quei medici di base in difficoltà logistica per le vaccinazioni antinfluenzali.

Positivi scesi a 115 ma Muscatello ormai al completo.

Igienizazione prima della diretta Lilt.
da sinistra: Michela Italia, Salvo Madonia, Mario Lazzara, Peppe Di Mare.
copertina, il vecchio complesso dell’ex Villa Salus .

Durante la trasmissione, condotta da Michela Italia e diffusa da Webmarte, è stato fatto il punto della situazione augustana riguardo la diffusione dell’epidemia. Il sindaco Peppe Di Mare ha fatto sapere che i positivi sono scesi a 115. Mentre Madonia ha comunicato che sono 38 i ricoveri nel reparto Covid del Muscatello. Tuttavia, da indiscrezioni, si è appreso che sono soltanto 10 i degenti residenti ad Augusta. La maggior parte arriverebbe invece dal Catanese, dove gli ospedali sono già al massimo della capienza programmata. Una saturazione che sostanzialmente riguarda pure il nosocomio augustano, considerato che in totale sono 40 i posti per infettivi ricavati dalla soppressione di Medicina e Chirurgia. “Questo ha creato qualche mal di pancia a qualcuno”, ammette il direttore sanitario dell’Asp 8. Il quale, al contrario, “invece ne enfatizzo l’importanza, perché il malato col Coronavirus può avere altre patologie”. In sostanza sarebbe un vantaggio per lo stesso contagiato ricoverarsi dove ci sono altri reparti, “piuttosto che isolarlo e ghettizzarlo in un’altra struttura come vorrebbero altri”. I protocolli messi a punto in Lombardia durante la prima ondata, tuttavia, avevano evidenziato come proprio gli ospedali misti si fossero trasformati nei principali focolai di contagio. D’altronde, sin dagli albori della medicina gli infettivi venivano ricoverati in strutture isolate.

Ipotesi riapertura dell’ex clinica passata di mano.

Salvo Madonia

In realtà l’Asp si è trovata spiazzata dal prepotente ritorno dei contagi, dopo l’illusorio calo estivo. E la necessità l’ha costretta alla soluzione più rischiosa, ma allo stesso unica in grado di dare la risposta più rapida: riconvertire gli ospedali per fronteggiare la pandemia, e affidare alle cliniche private quei ricoveri urgenti che il pubblico non era più in grado di garantire. Adesso un Covid hospital dedicato avrebbe richiesto sanitari e parasanitari, che invece non ci sono. Per non parlare delle attrezzature. A marzo furono un paio di raffinerie a pagare 12 postazioni di terapia intensiva, poi ufficialmente donate da Confindustria e allestite a Siracusa. Per questo, dopo averla scartata per mesi, si starebbe riaffacciando l’ipotesi di riaprire la vecchia casa di cura sulla provinciale per Brucoli. Magari aggirando il problema del reclutamento di personale, rivolgendosi alla nuova proprietà per un servizio “chiavi in mano“. La struttura più antica dell’Istituto ortopedico fondato da Innocenzo Galatioto, e una parte consistente dei nuovi edifici, appartiene allo stesso gruppo che ha costruito la nuova Villa Salus alle porte di Città Giardino. Il quale aveva già in primavera ampliato la sua offerta sanitaria in convenzione, quando la Regione era stata costretta a esternalizzare le prestazioni che gli ospedali pubblici riconvertiti non erano più in grado di erogare.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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