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Augusta, si Comune a forni pet-coke: nuovo corso o polpetta avvelenata?

AUGUSTA – Polpetta avvelenata della precedente amministrazione di Augusta, o anticipazione dell’approccio ambientale di quella nuova? Perché il “permesso di costruire” rilasciato alla Unicem il 20 ottobre scorso, è uno di quegli atti che dovrebbe fare discutere la politica. Almeno appena ce ne sarà una in grado di dimenticare le spartizioni post-elettorali. Intanto però fa insorgere l’attentissima Legambiente, che è intervenuta con un comunicato neanche 2 giorni dopo quell’autorizzazione per un nuovo impianto dove bruciare il pet-coke. Cioè quel “carbone di petrolio” altamente inquinante, contro cui lo stesso Comune si era opposto sotto forma di ricorso al Tar avverso la Valutazione di impatto ambientale, che ne autorizzava l’utilizzo da parte della Regione. Ma di quella opposizione arrivata sul filo di lana, proprio su sollecitazione della stessa associazione ecologista, l’Urbanistica ora non sembra averne tenuto conto. Perché proprio il giorno dopo l’esito del ballottaggio che ha consacrato sindaco Peppe Di Mare, il responsabile del settore Pianificazione territorio ha firmato il via libera per il nuovo forno, che utilizzerà come combustibile quello scarto della raffinazione. In sostanza, l’Ufficio tecnico adesso consente ciò che Palazzo di città vuole impedire dal 2018.

Legambiente: impianto usa scarto altamente inquinante.

Sopra e sotto, la cementeria Buzzi Unicem (foto Legambiente)
copertina, lo stabilimento di Augusta com’è fotografato sul sito della Spa.

Porta infatti la data del 20 aprile di due anni fa, la richiesta di annullamento della nuova Via data alla cementeria dall’Assessorato regionale. Il ricorso al Tribunale amministrativo da parte dell’Ufficio legale del Comune, evidenziava che per bruciare pet-coke e altri rifiuti solidi non si poteva semplicemente integrare la vecchia Valutazione ambientale. Bensì bisognava rilasciarne una nuova, come di nuovo e più pericoloso tipo era il combustibile impiegato negli altiforni alle porte della città. “Siamo molto contrariati per questa decisione”, scrive oggi Legambiente nel suo comunicato. Dove chiede a Comune, Regione e ministero dell’Ambientedi porre in atto ogni legittima misura utile per bocciare questo progetto, per impedire che si brucino i rifiuti in cementeria e per mettere finalmente al bando il pet-coke”. Il documento spiega che “il carbone da petrolio è un pessimo scarto, ciò che resta sul fondo del barile dopo aver raffinato ed estratto tutto il possibile, nel quale si concentra un’alta percentuale di zolfo e di metalli pesanti. Esso, assieme al carbone, è uno dei combustibili fossili più inquinanti e tra i maggiori corresponsabili dei cambiamenti climatici“.

Il permesso di costruire senza attendere esito al Tar.

Enzo Parisi, Legambiente

Ciò che il documento degli ambientalisti non si riesce a spiegare, è come sia possibile che un ufficio del Comune si opponga alla Via per fare il nuovo impianto, e un altro invece gli dia il “permesso di costruire”. Legambiente tuttavia fa notare che Palazzo di città fa ancora in tempo a guarire dalla schizofrenia amministrativa. “Basta revocare in autotutela l’autorizzazione edilizia, in attesa che il Tar si pronunci sulla questione”, dice il portavoce Enzo Parisi. Dell’eventuale giudizio su quel ricorso non si è avuta più notizia, né se ne trova traccia nel “visto che” posto in premessa dell’atto autorizzatorio. “Ma c’è il forte sospetto che il Tribunale amministrativo non si sia ancora pronunciato”, aggiunge l’ambientalista. Perché allora all’Urbanistica hanno approvato una pratica così delicata sotto molti profili, proprio nei giorni di interregno fra l’uscente grillina Cettina Di Pietro e il subentrante civico Di Mare?

L’assessore D’Augusta: pronto a confronto con ecologisti.

Beniamino D’Augusta

L’assessore che il nuovo sindaco intenderebbe destinare sia a Urbanistica che a Ecologia è preso alla sprovvista. Quando Beniamino D’Augusta viene a conoscenza del comunicato di Legambiente dove si solleva il caso, il primo cittadino ha appena finito di giurare nel salone Rocco Chinnici. “Sono disponibilissimo a un confronto con gli ambientalisti“, risponde D’Augusta. Finora si è occupato del suo avviato studio legale specializzato in penale. Ma sulla questione inquinamento si dichiara “molto sensibile e particolarmente attento, tanto sul piano amministrativo che personale”. E’ cosciente che troverà sulla scrivania “problemi gravissimi”, però per professione sa anche che l’efficacia delle soluzioni dipende più da come ci si sa muovere con le leggi piuttosto che coi comunicati. “Bisogna valutare a che punto è il ricorso e poi ragionare di conseguenza”, conclude il neo-assessore.

Lunedì la nuova giunta ma c’è già il nodo deleghe.

Tuttavia questa disponibilità di massima data a botta calda dall’avvocato D’Augusta, inciampa sul rompicapo delle deleghe da distribuire. A mezzogiorno di lunedì, Di Mare insedierà formalmente la sua giunta assegnando anche le relative competenze. Ma sembra che nel fine settimana il penalista abbia espresso perplessità a occuparsi di Urbanistica, assessorato impegnativo sotto molti aspetti, che inevitabilmente avrebbe ripercussioni sull’attività dello studio legale. La sua disponibilità a incontrare gli ecologisti potrebbe perciò non essere sufficiente, a bloccare il cantiere Unicem. La quale ha 3 anni di tempo per completare i lavori del nuovo altoforno, ma che già nel 2018 ha iniziato lo smantellamento di quello da sostituire. Perciò ha tutta l’esigenza di fare presto, come spiega Legambiente, “per la realizzazione dell’impianto di ricevimento e dosaggio del combustibile solido secondario (CSS), nel forno di cottura clinker nello stabilimento di Augusta. Già 10 anni fa, per fondate ragioni ambientali e sanitarie, Legambiente aveva contestato il progetto di utilizzare in cementeria 45.000 tonnellate/anno di Combustibile derivato dai rifiuti, ed altre tipologie di rifiuti speciali assieme a pet-coke e olio combustibile”. Un’opposizione che l’associazione ambientalista non conduceva solo contro Buzzi Unicem Spa.

Conosciuti dal 2005 effetti pet-coke su ambiente Gela.

Quando l’attuale senatore grillino Pietro Lorefice era portavoce di Legambiente a Gela, si occupò proprio del pet-coke autorizzato nello stabilimento Eni di quella zonaIn un suo rapporto datato dicembre 2006, evidenziava che “uno degli aspetti più critici della composizione chimica del pet-coke è rappresentato dalla presenza di un’ampia gamma di metalli pesanti. In letteratura scientifica risulta che quantitativamente la presenza più rilevante è attribuita al vanadio e al nichelio. Tali elementi sono infatti presenti, a volte, in modo significativo nel greggio di partenza sotto forma di complessi organici (porfirine). La presenza costante e significativa di metalli pesanti implica problemi ambientali e di sicurezza della salute sia nelle fasi di manipolazione (sollevamento di polveri) sia nelle operazioni di combustione, in cui i metalli, ossidandosi, incrementano l’intensità tossica e teratogena. A tal proposito di particolare interesse è lo studio, condotto dal Dipartimento di Chimica dell’Università di Palermo e pubblicato nel 2005, sulla presenza di metalli pesanti nel centro abitato, nell’area industriale e nell’area rurale della piana di Gela“. Secondo quegli studi universitari, i timori degli ecologisti non erano affatto esagerati. Eppure, dopo 15 anni, Augusta sembra infilarsi in quello stesso tunnel. Proprio quando un’amministrazione sta uscendo definitivamente di scena, e un’altra è sul punto di insediarsi 48 ore dopo. Solo un caso?

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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