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Augusta, Di Mare blinda la giunta 6 mesi ma apre su presidenza consiglio

AUGUSTA – Gazebo della Protezione civile sparpagliati nei quartieri di Augusta, per distribuire le 90 mila mascherine in arrivo dal governo. Il Centro operativo comunale già insediato per l’emergenza Covid, anche se i positivi scendono da 56 a 52. E poi il piano concordato con la Prefettura per garantire l’apertura in sicurezza sanitaria del cimitero, l’1 e il 2 novembre. La sospensione del permesso di costruzione per i forni alimentati col pet-coke, rilasciato a Unicem appena 48 ore prima dell’uscita di scena della precedente amministrazione. Tutto senza perdere d’occhio il nodo maggioranza consiliare, che sulla carta ancora non c’è. E nemmeno sta in cima all’agenda, fino a quando l’ufficio elettorale non proclamerà i consiglieri. Non c’è stato riposo per Peppe Di Mare, dopo la sfiancante campagna che l’ha visto vincente nel ballottaggio con Pippo Gulino. Quando la sera del 27 ottobre apre di persona il portone del municipio al cronista, piombato per la prima intervista faccia a faccia col nuovo sindaco, pensa che forse può tirare un po’ il fiato. Cambia rapidamente idea quando le domande puntano dritte sulla necessità di cercare appoggi nell’ostica ed esperta opposizione.

Quale feedback c’è stato nel primo giro di telefonate con i nuovi consiglieri?

E’ stato solo un passaggio per dovere istituzionale. Le interlocuzioni formali inizieranno dopo la proclamazione degli eletti. 

Quindi nessuna idea da dove iniziare?

Chiederò l’appoggio di tutti i moderati. Anzi, farò loro un vero e proprio appello: la Zes, le bonifiche e i fondi in arrivo per risollevarsi dalla crisi Covid, oggi sono un’opportunità da non perdere.

Forse aspetta che Gulino si dimostri leader dei 14 eletti con le liste apparentate?

Prima bisogna vedere la geografia del consiglio, e dopo fare i conseguenti ragionamenti politici. Questo vale per Gulino, sempre se resta a fare il consigliere, e anche per gli altri.

Il problema presidenza si presenterà subito a Palazzo San Biagio, possibile che non ci si sta pensando?

Il presidente del consiglio garantisce la fattibilità degli atti. In un contesto frammentato deve essere molto vicino all’amministrazione.

Quindi la poltrona presidenziale è già prenotata per qualcuno della prima ora?

Chi la occupa deve essere sinergico con l’amministrazione attiva, ma al momento non ci sono preclusioni. Vedremo se poi la scelta sarà legata a percorsi nuovi, perché alla fine bisogna prendere atto del risultato elettorale.

Le deleghe sono molto frammentate: gli assessori non si pesteranno i piedi l’un l’altro?

Siamo davvero una squadra, qualunque decisione la pigliamo collegialmente. Gli aggiustamenti si possono sempre fare.

In politichese “aggiustamenti” può significare anche eventuale sostituzione.

Per i primi 6 mesi le sostituzioni riguarderanno solo le deleghe. Mi piace definirlo come un pit-stop per il collaudo della macchina amministrativa.

E dopo i 6 mesi blindati, cosa può accadere?

Dopo la proclamazione del consiglio si stabilirà un percorso, del quale bisognerà prendere atto.

Ma chi si imbarca vorrà sapere anche con quale partito si ritroverà poi in giunta.

Mi sono presentato come un sindaco civico e tale resto. Ho già interlocuzioni forti con altri sindaci, come Michelangelo Giansiracusa di Ferla e Francesco Italia di Siracusa. Per il resto, escludo un mio prossimo avvicinamento a un partito.

Non sfugge la sottolineatura “mio”, come non sfugge che le regionali sono un’opportunità irresistibile.

Non ho le energie e la forza di pensare a una prossima campagna elettorale. Sarà la città a giudicare se il progetto politico intorno Di Mare merita una visione più ampia. Se arrivano segnali positivi, ci si può pensare.

I segnali arrivano se gli elettori vedono i risultati al Comune: l’amministrazione è pronta?

La macchina amministrativa non è pronta per funzionare a pieno regime. Il bilancio 2020 non è ancora approvato, e passeranno almeno 2 mesi per farlo. Però è positivo che dentro ci siano il nuovo pozzo, il Palajonio e la Badiazza, già finanziati.

Allora avevano ragione i 5 Stelle a vantarsi sui conti a posto.

Da oppositore l’avrei criticato, ma da amministratore ammetto che non è un cattivo bilancio. Ovviamente faremo delle variazioni, perché il Contrasto alla povertà non è una rubrica istituita tanto per fare. Inoltre la lotta al randagismo non passerà dal canile, ma dalle sterilizzazioni.

Quindi le finanze sono rose e fiori, o c’è un però?

Però c’è il problema di chi non ha aderito al dissesto, ed è pronto ad aggredire il Comune per il risarcimento. E poi c’è il disastro lasciato dalla precedente amministrazione riguardo i tributi. Non sono stati emessi i ruoli, e ci vorranno 6 mesi per avere il quadro completo. Inoltre tutta la riscossione è un problema, con i dipendenti comunali catapultati in una situazione nuova senza essere stati preparati.

Il repentino benservito a Publiservizi sembra una polpetta avvelenata ai successori, come il permesso a Unicem di costruire i forni a pet-coke. 

Il mio primo atto adottato entrando al Comune è stata la sospensione del permesso rilasciato alla cementeria. Capisco la continuità amministrativa, ma non comprendo la necessità di quella determinazione dirigenziale durante un periodo di vacatio. Non mi è sembrata una cosa normale. Affatto.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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