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Sali Tari e scendi servizio, secco ritirato una volta a settimana

Ultimo aggiornamento mercoledì, 3 Marzo, 2021   18:49

AUGUSTA – La tassa aumenta, il servizio diminuisce, si inaspriscono i divieti e si moltiplicano le multe. La politica del Comune di Augusta sulla raccolta rifiuti è sempre più una sfida alla logica comune e alla tranquillità di chi è amministrato. Nello spazio di un pomeriggio l’amministrazione 5 Stelle ha alleggerito la ditta di consistenti obblighi contrattuali nelle zone residenziali già servite, e contemporaneamente ha maggiorato la salatissima Tari di ulteriori 400 mila euro.

Indifferenziato, passeranno una volta a settimana.

Il “venerdì maledetto” per le famiglie dei quartieri Isola, Borgata, Granatello, Monte e Brucoli porta la data del 29 marzo. Quando i due assessori catanesi Danilo Pulvirenti e Rosanna Spinitta, insieme al collega siracusano Giuseppe Canto e alla sindaca di origini messinesi Cettina Di Pietro, approvano la delibera con cui si consente ai netturbini di ritirare il mastello con il secco solo una volta la settimana. Poche ore dopo, la giunta grillina chiede e ottiene dalla sua maggioranza consiliare il via libera per inasprire il balzello con cui pagare la raccolta differenziata. Un aumento Tari da caricare principalmente su industrie e Marina militare. Ma con modalità di attuazione tali da lasciare nella minoranza forti perplessità, circa la possibilità che i prevedibili ricorsi siano persi dal Comune.

Deroghe all’appalto, la giunta approva definitivamente.

Una possibilità che deve essere balenata anche agli amministratori, considerata la disparità nelle categorie di tassazione. Così, quella stessa sera, alzano prudentemente a 300 mila euro il fondo copertura per bollette non riscosse; un tesoretto che però viene alimentato da chi già paga. Ciò che invece non spiegano in aula, è in quali contrade esterne si farà il porta a porta “sottratto” alle zone residenziali. Perché, proprio in quel “pomeriggio di un giorno da cani” per le utenze familiari, la giunta concede alla ditta il taglio definitivo nella frequenza di raccolta per le abitazioni

Lavoro sottratto, il Comune recupera poco oltre la metà.

Il Consorzio d’imprese che si è aggiudicato l’appalto di 42 milioni per 7 anni, infatti, da un triennio beneficia del taglio di alcuni obblighi. Secondo il contratto firmato il 14 luglio di 2016, ad esempio, l’umido doveva essere ritirato 4 volte a settimana. Ma il “Capitolato specialegià il 21 ottobre di quell’anno viene derogato. Così l’organico scende a 3 ritiri settimanali, la carta passa da 2 a uno, e lo stesso accade per vetro e plastica. Un risparmio non indifferente per la ditta, che nelle zone già servite abbatte del 30 per cento i costi per svuotare mastelli e bidoni condominiali. Il 10 febbraio del 2017, l’assessorato Ecologia converte tutto in ore-lavoro da compensare in altri servizi. Ammontano a 5.679 ma, secondo quanto emerge nel dibattito consiliare, il Comune le recupera al 60 per cento.

Risparmio della ditta sul contratto, sale al 40 per cento.

Nonostante questo credito di 2.600 ore-lavoro, la deliberazione 44/2019 fa diventare regola quelle riduzioni del capitolato temporaneamente apportate”. Stavolta la giunta concede all’impresa di ridurre pure l’indifferenziato. La frequenza bisettimanale si allinea al ritiro unico previsto per tutto ciò che non è organico. Il risparmio per la ditta sale al 40 per cento, rispetto quanto pattuito nella gara. Tutto diventa lavoro da redistribuire, sostanzialmente “in fiducia”Perché dettagli in aula non se ne danno. E quando dai banchi opposti al M5S si chiede contezza della compensazione, viene replicato che le risposte possono cercarsele nella corposa corrispondenza mail fra Consorzio e assessorato. Una procedura di controllo singolare, questa suggerita all’opposizione per verificare la puntuale fornitura di prestazioni pagate oltre mezzo milione al mese.

Differenziata deludente, ispezioni ai commercianti

L’amministrazione 5 Stelle, nella delibera di giunta, giustifica tutto con il 35 per cento di raccolta differenziata, molto distante dal 65 di legge. E non sembra porsi il problema di verificare se il servizio ha lacune. La responsabilità è invece addossata in parte ai commercianti, con pattuglie di vigili spediti nottetempo a rovistare nei bidoni ed elevare multe se trovano spazzatura irregolare. Gli esercenti sanzionati, piegati da crisi e tasse, non ci stanno a questa “caccia alle streghe” per il riciclo sotto soglia. Sembra perciò che chiederanno un incontro a Palazzo. Pur non di essere ulteriormente vessati, si adattano persino a sorbirsi la prevedibile lezioncina sulla #legalità.Per loro, però, senza sconti.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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