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Bilanci allineati e precari stabilizzati, ma i 5S brindano con acqua fangosa

AUGUSTA – L’amministrazione comunale di Augusta ha augurato un felice anno nuovo agli 84 precari del Comune, dopo averli tenuti sul filo di lana fino all’ultimo giorno utile per avviare la loro stabilizzazione. Il 31 dicembre, con i voti della maggioranza 5 Stelle e l’acquiescenza dell’opposizione a consentire macroscopiche deroghe regolamentari, l’aula di San Biagio ha approvato il consuntivo 2018. Era il primo passaggio necessario per accedere alle opportunità della legge Madia, in favore dei part-time impiegati negli Enti locali. Ma era pure l’ultimo passo per allineare i bilanci all’esercizio corrente. Un risultato che mette la giunta grillina nelle condizioni di iniziare a spendere i 40 milioni giacenti nelle casse municipali, e allo stesso tempo la espone a una “coda” dalle conseguenze tutte da decifrare.

Di Pietro e Schermi annunciano scontro “in altre sedi”.

“Altre sedi” sono state evocate dalla sindaca Cettina Di Pietro, durante il suo concitato intervento contro l’ex vicesindaco pentastellato Giuseppe Schermi. Il quale le ha annunciate a sua volta prima di abbandonare l’aula, con una dichiarazione che getta un’ombra sull’agibilità democratica garantita a questo consigliere d’opposizione. Nella seduta del giorno prima, l’esponente di Diem25 era stato bersaglio di pesanti attacchi dal tavolo della presidenza. L’accusa era di aver rinunciato alle sue prerogative di legge sui tempi di deposito degli atti, utilizzando una formula diversa da quella degli altri e suscettibile di interpretazione fuorviante. I lavori erano slittati in seconda convocazione, con tanto di “condanna” politica in contumacia. E immediatamente sui social erano apparsi post apparentemente riconducibili a militanti grillini. In particolare, quello di un ex candidato alle parlamentarie 2018 conteneva l’ambiguo avviso “i precari ti cercano, Giuseppe Schermi”.

Giuseppe Schermi abbandona l’aula denunciando polemiche montate ad arte.
Copertina, la sindaca Di Pietro battibecca con l’ex vicesindaco senza mai guardarlo in faccia.

Tenuti nei cassetti chiarimenti dell’ex grillino alla gogna.

Il giorno dopo si è scoperto che in aula non era stata portata l’integrazione chiarificatrice di Schermi. Cioè, tutta quell’inquisizione del 30 dicembre si era basata su un castello di carte. La presidente del consiglio, Sarah Marturana, si è giustificata dicendo che non le era stata trasmessa dall’ufficio di presidenza. Lo stesso ufficio aveva però “ignorato” anche la comunicazione con cui il consigliere di minoranza comunicava la sua forzata assenza per la prima seduta, causa una visita medica programmata ben prima dell’improvvisa convocazione del 23 dicembre. Che fra l’altro era stata “ampliata” col consuntivo 2018 solo il 27, quando i revisori hanno completato l’iter con il parere positivo. In sostanza, l’oppositore ha lamentato una sorta di “manovra” orchestrata per alimentare una campagna di astio nei suoi confronti: l’ultima, di una serie che si è intensificata con l’approssimarsi delle amministrative 2020.

Marturana mostra i chiarimenti di Schermi che il suo ufficio non gli ha trasmesso.

Sindaca rivela: Comune condannato 2 volte su part-time.

Il dibattito in aula ha registrato momenti aspri, dove però sono venuti fuori quelli che potrebbero essere i termini reali della questione precari. Aldilà delle scontate dichiarazioni pro-lavoratori arrivate da Di Pietro, non perfettamente sincronizzate con il comportamento tenuto nei loro confronti in questi 4 anni, la sindaca ha rivelato che il Comune ha subito due cause” dagli impiegati part-time. Ed entrambe si sono concluse con sanzioni a carico dell’Ente, per averli impiegati in condizioni di precariato oltre i limiti stabiliti dalla legge. L’ultima controversia è stata persa in appello alla fine dello scorso novembre, con la condanna a 10 mensilità da corrispondere a 5 precari. Un’altra sessantina di part-time ha riportato la stessa vittoria in un procedimento parallelo, pare con un risarcimento in arretrati addirittura superiore. Per le casse municipali è una vera e propria mazzata, che ha costretto l’amministrazione a correre ai ripari in extremis.

Lucia Fichera, capogruppo M5s facente funzioni.

Canto: gli 84 precari sono oltre il 30% di forza lavoro.

“Mi sono piegata a chiedere il vostro aiuto“, ha detto la grillina alla minoranza, sorvolando sulla difficile posizione in cui veniva a trovarsi l’amministrazione ed enfatizzando “la volontà di dare stabilità a 84 lavoratori”. I quali, ha notato più concretamente l’assessore Giuseppe Canto“sono oltre il 30 per cento della forza lavoro del Comune”. La necessità di non far perdere il treno stabilizzazione ai part-time, e sottrarre gli amministratori alla responsabilità contabile, ha soffocato il dibattito sui conti. Anche perché le polemiche accortamente alimentate dal banco della presidenza, hanno esaurito il tempo disponibile per gli uffici a trasformare il voto d’aula in documentazione da trasmettere entro l’orario di lavoro.

Di Mare: ok a corsa contro il tempo, ma restano i dubbi.

A un certo punto Marturana se n’è venuta fuori con l’inusuale proposta di votare il consuntivo senza discussione, facendo sbottare Peppe Di Mare:“Non siamo a Cuba”. Alla fine, un minimo di rilievi l’opposizione li ha avanzati. Il capogruppo del Misto li ha sintetizzati a volo d’uccello:“Dov’è il milione e 200 mila euro di agi che accreditavate alla Publiservizi? Non lo vedo. E non vedo nemmeno quanto ha incassato il Comune con la Tari“.Argomenti meritevoli di approfondimento, che il film della seduta consiliare ha appena accennato come se anticipasse un sequel. Quando già stavano scorrendo i titoli di coda, a guastare il crescendo trionfale sui bilanci allineati con le scorciatoie è stata una bottiglia di acqua fangosa, piazzata all’improvviso sulla balaustra del pubblico. Era stata appena raccolta da un residente nel centro storico, così come sgorgava dalla fontanella al Paradiso. E’ rimasta lì qualche minuto, a svettare come il bilancio di un’amministrazione 5 Stelle che proclama trasparenza, e invece si lascia dietro l’opacità di molti interrogativi.

La protesta spontanea per l’acqua ancora non potabile nell’isola.
Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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