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25 Aprile, Augusta si scorda Bella ciao e la cittadinanza onoraria al Duce

Ultimo aggiornamento mercoledì, 3 Marzo, 2021   00:21

AUGUSTA – Festa della Liberazione, 25 aprile 2019. C’è chi ricorda il nonno deportato insieme a tutti gli altri nonni, perché non si era voluto unire ai fascisti di Salò. Chi prova a riportare nelle scuole l’insegnamento di figure esemplari di maestre partigiane, giusto per trasmettere valori di donne diversi dalle telegeniche concorrenti del “Grande fratello”. E chi, dopo 4 anni a Palazzo, si è ben ricordato di onorare i re Borbone intitolando qualche strada, ma dimentica che Benito Mussolini è ancora cittadino onorario di Augusta.

Cinegiornale Luce, Benito Mussolini in visita alla base della Marina di Augusta.
Foto copertina: il monumento al Milite Ignoto deserto e trascurato per il 25 Aprile.
Un tempo si deponeva una corona in memoria di quanti erano caduti dopo l’8 settembre.

E’ stata una ricorrenza vuota di iniziative ufficiali in città, l’anniversario di quel memorabile giorno del 1945 in cui Radio Milano Libera chiamò allo sciopero generale contro l’occupazione nazi-fascista. A quel microfono che faceva appello all’insurrezione popolare c’era Sandro Pertini. Da presidente della Repubblica, molti anni dopo, avrebbe consegnato a Antonino Padua il “Diploma d’onore al combattente per la libertà d’Italia 1943-1945”. Era un augustano “internato militare non collaborazionista”, recita la motivazione del riconoscimento presidenziale. Uno dei tanti concittadini che l’8 settembre ha reso protagonisti di grandi e piccoli gesti di eroismo. In memoria dei quali – di tutti quanti – il nipote di quel giovanissimo soldato finito a Elbing, ricorda come uno sfregio la cittadinanza onoraria al Duce che nessuna amministrazione repubblicana ha mai revocato.

Il diploma consegnato da Sandro Pertini all’augustano Antonio Padua.

“Eppure sarebbe non solo un doveroso gesto antifascista, ma anche un omaggio a tutti quegli augustani che furono testimoni e vittime del nazifascismo e della deportazione”, spiega Gianmarco Catalano. Da anni è fra i leader della sinistra radicale del “No”. Ma in questo 25 Aprile dei Palazzi muti e delle piazze disertate dai partiti, è solo un nipote che ricorda. Uno dei tanti che non vogliono far dimenticare su cosa è costruita, oggi, quella libertà che molti vogliono ridurre a un hashtag vuoto di contenuti.

“Non si tratta soltanto di una storia familiare, ma di un pezzo di storia collettiva che va tramandata e di cui va praticata la memoria. Ad Augusta se ne contano diversi”, dice ancora Catalano. Forse andrà a Berlino dove “è stato da poco inaugurato un museo per gli Internati militari italiani, e credo che una copia di quelle testimonianze la porterò lì dove mio nonno trovò la Liberazione dell’esercito russo”. 

Giancarlo Triberio coi dirigenti Cgil Lorena Crisci e Roberto Alosi al presidio per la Sea Watch.
Gli eredi della Resistenza al fascismo sono adesso in prima linea nella lotta “Restiamo umani”.

Giancarlo Triberio di storie familiari da ricordare non ne offre. Ma come capogruppo del Centrosinistra, alle nuove generazioni nate in una libertà costata sangue, qualcosa la vuole dire Anzi, la vuole fare leggere. Così ha regalato alle biblioteche scolastiche della città, e a quella comunale, una copia di “I giorni veri. Diario della Resistenza”. Lo ha scritto Giovanna Zangrandi, ed è la “storia autobiografica di una insegnante diventata staffetta partigiana”. Il consigliere di Articolouno spiega questa scelta“per riaffermare la necessità dell’impegno di ogni cittadino agli ideali di libertà. Partendo da una Resistenza vista nella sua dimensione quotidiana e da una prospettiva femminile. Donne resistenti e donne costituenti che hanno posto le basi della nostra Repubblica”.

Donne grazie alle quali, oggi, proprio una donna è per la prima volta alla guida di Augusta. Ma del percorso storico che le ha permesso di occupare quella poltrona di sindaco, Cettina Di Pietro non sembra curarsene più tanto. Il primo anno a Palazzo, fresca di #cambiamento 5 Stelle, al 25 Aprile non degnò nemmeno una riga sui social. Quest’anno che la Piattaforma ha imposto alla sua filiera di smarcarsi elettoralmente da un alleato leghista tendente troppo al nero, la grillina ha postato una foto d’epoca e un paio di righe sulla sua pagina Facebook ufficiale.

Il post della sindaca grillina per “celebrare” il 25 Aprile.

“Il 25 Aprile 1945 rappresentò l’inizio della ritirata da parte dei soldati della Germania nazista e di quelli fascisti della Repubblica di Salò dalle città di Torino e di Milano, dopo che la popolazione si era ribellata e i partigiani avevano organizzato un piano coordinato per riprendere le città”, scrive Di Pietro. Senza tuttavia fare un grande sforzo, visto che è pari pari l’incipit del pezzo “Perchè è il 25 Aprile è la Festa della Liberazione” pubblicato poche ore prima dal giornale “ilPost.it“.

La sindaca è brava a fare il copia-incolla coi giornali online, lo è un po’ meno con le delibere del collega livornese Filippo Nogarin. Anche lui è grillino ma a gennaio, prima della sospetta “svolta a sinistra” pro-europee del M5s, la cittadinanza al Duce gliel’ha tolta. Fra l’altro accogliendo una proposta arrivata dall’opposizione. Di Pietro, comunque, qualcosa di suo lo mette nel suo post: gli hashtag: “Ricordiamo i valori che la storia ci ha trasmesso, riscopriamo #democrazia, #libertà, #uguaglianza e #rispetto”. Rispetto, appunto. Magari cominciando da quello per l’altrui intelligenza.

Il quotidiano online “ilPost.it” dove Di Pietro ha copiato suo “sentito” intervento sul 25 Aprile.
Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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