Siracusa perde il Giornale di Sicilia, “la ricchezza non è solo Pil” ERROR404.ONLINE di Massimo Ciccarello Scritto mercoledì, 31 Luglio, 2019 01:20 SIRACUSA– Quando chiude una redazione è un pezzo di democrazia che scompare. Se è il Giornale di Sicilia a lasciare Siracusa, abbandonando l’informazione di prima mano pure nel resto della Sicilia Orientale, allora quella perdita è qualcosa di più inquietante. Non a caso la notizia che la storica testata siciliana sta smobilitando dopo 29 anni, ha preoccupato fortemente la politica e il sindacato. Anche quello che non è di “categoria”, ma nel territorio rappresenta il presidio della società che lavora. E che riesce a leggere perfettamente come dietro una scelta imprenditoriale può nascondersi molto altro, specialmente quando si tratta giornalismo in un’area “delicata” come questo pezzo di regione. Amministrazione e sindacati preoccupati. Il comunicato di Paolo Sanzaro è un inedito, nel rosario di chiusure che negli ultimi anni hanno disintegrato l’ossatura informativa professionale in questa provincia. Perché il segretario territoriale della Cisl ha “intuito” che si sta lambendo quel pericoloso confine dove si spengono le voci autorevoli e indipendenti, e resta la propaganda urlata del più spregiudicato. Anche Francesco Italia ha compreso che la redazione smantellata non è solo un pezzo di storia siracusana che si cancella. Da sindaco di Siracusa avverte che si sta azzerando una opportunità per la città. Le si sta togliendo uno strumento che consentiva di poter resistere alle mire di quanti la vogliono “lottizzare”, che sulla forza della opinione pubblica hanno spesso trovato un ostacolo più ostico di quello delle istituzioni. Anticorpi più deboli ad assalto affaristi. Nella sua prima uscita pubblica da nuovo procuratore capo di Siracusa, durante la commemorazione dell’omicidio del giudice Paolo Borsellino a Rosolini, Sabrina Gambino ha detto che “la stampa è importante. Perché la magistratura arriva dopo, a cose fatte”. Il primo intralcio al Sistema Siracusa è stato proprio nella stampa. Almeno in quella parte che ha trovato fegato e strumenti professionali per farlo, grazie all’etica del mestiere insegnata nelle redazioni-redazioni. Intervento di Cisl e Comune di Siracusa. La Cisl e il Comune di Siracusa hanno uffici stampa professionali. Le sensibilità sulla questione Giornale di Sicilia, le ricadute politiche e sociali che la chiusura della redazione comporta, vengono manifestate con l’efficacia e l’approfondimento necessari. I comunicati di Sanzaro e Italia sono riportati integralmente in coda. Insieme a quello dell’Assostampa provinciale, diffuso il 29 luglio dal segretario Prospero Dente. I loro testi fanno parte integrante dell’articolo, perché raccontare questa vicenda non è questione di “firma”. E non è nemmeno questione di capoluogo. Peppe Di Mare, capogruppo del Misto al consiglio di Augusta Di Mare: chiusura è sconfitta per pluralismo. Augusta è frontiera non solo per l’immigrazione disperata dall’Africa. Lo è pure in molte altre cose. La stampa è una di queste. La politica locale non è rimasta indifferente, solo perché “periferia”. Peppe Di Mare assicura “piena solidarietà a tutti i giornalisti coinvolti”, però avverte che “la chiusura della redazione del Gds rappresenta una sconfitta per il pluralismo di una società ormai cristalizzata alle urla ed ai social”. Il capogruppo della federazione #perAugusta dice che “bisognerebbe fermarsi e riflettere bene sulla direzione che si sta seguendo”. Niciforo: politica faccia recuperare pluralità. Della stessa opinione è Marco Niciforo. “La politica deve farsi promotrice del recupero di pluralità che il giornalismo ha garantito nel recente passato e che ora, giorno dopo giorno, viene meno”. Perciò il capogruppo di Augusta2020 puntualizza che “il Giornale di Sicilia ha dato voce al nostro territorio raccontandoci i fatti accaduti da testimone attento e professionale. Per questo dobbiamo sentirci obbligati a intraprendere ogni strada per evitare la chiusura”. Triberio: si perde un pezzo di democrazia. Giancarlo Triberio, come capogruppo del Centrosinistra, è impegnato nella difesa della libertà sindacale nella zona industriale. Un affaire internazionale dove si incrociano lo scivolamento verso politiche autoritarie, i petrolieri russi e gli oscuri rapporti fra Vladimir Putin e pezzi di governo. Però non sottovaluta una vicenda “minore” come la scomparsa di una redazione locale. Perché “la chiusura di un giornale è sempre un pezzo di democrazia che si perde. Oggi più che mai serve un’informazione presente, critica e libera che racconti i territori. A tutto questo si aggiunge la perdita di spazio a professionisti, quali voci di riflessione e analisi per i cittadini del nostro territorio”. Prospero Dente, segretario provinciale Assostampa Assostampa: sotterrato strumento confronto. COMUNICATO STAMPA di Prospero Dente, segretario provinciale di Assostampa Siracusa, 29 luglio ’19 – Questa città, questa provincia, stanno per perdere un pezzo di democrazia. La chiusura delle pagine della Sicilia Orientale del Giornale di Sicilia, paventata da qui ad una settimana, isola il territorio, elimina un’occasione di informazione, mortifica la storia decennale di tanti cronisti, sotterra uno strumento di confronto e analisi per la stessa politica, per le imprese, il mondo del lavoro, le società sportive. Le scelte editoriali, incredibilmente controcorrente rispetto ai proclami pomposamente annunciati dal podio, tolgono un’altra voce alla provincia di Siracusa. Abdicano quel ruolo autorevole, libero, responsabile, coraggioso, alle urla dei social, ai fake journalist improvvisati. A quella deriva mediatica egocentrica, dove politici, istituzioni, singoli pensano di potere e sapere comunicare. Illusi, arroganti e illusi. Ai cittadini, però, mancherà l’informazione; cosa assolutamente diversa. Ovvero quella mediazione tra urla scomposte e verità dei fatti. Azione responsabile affidata, da sempre, ai giornalisti. Ai lettori mancherà il coraggio di quei cronisti che entrano dentro la notizia prima di raccontarla. Di quei colleghi che oggi – assurdo – resistono a schiena dritta davanti agli attentati e alle intimidazioni, ma vengono messi in ginocchio, non dalla malavita, ma dagli stessi editori. La stampa, noi tutti giornalisti siracusani, abbiamo raccolto e scritto di appelli per questa o per quell’altra urgenza. La zona industriale, le squadre di calcio, le strade da completare, i rifiuti da raccogliere e tanto altro ancora. Abbiamo scritto, e continueremo a farlo, di storie di donne e uomini, di appalti e dignità del lavoro. Forse è il momento in cui tutta la società siracusana – politici, istituzioni, sindacati, mondo delle imprese, ognuno di noi giornalisti – si interroghi sul potere delle pagine di un giornale. A tutti i colleghi del Giornale di Sicilia, la solidarietà e la vicinanza personale e dell’intera segreteria. COMUNICATO STAMPA di Paolo Sanzaro, segretario territoriale Cisl. Siracusa, 30 luglio ’19 – “La solidarietà a tutti i giornalisti coinvolti e la preoccupazione per un’altra voce che si spegne nel panorama della informazione siracusana.” Questo il commento del segretario generale della UST Cisl Ragusa Siracusa, Paolo Sanzaro, alla notizia del rischio chiusura delle pagine siracusane e ragusane del Giornale di Sicilia. “Non conosciamo i dettagli del piano editoriale proposto dall’azienda – aggiunge il segretario cislino – ma non possiamo che esprimere tutta la nostra preoccupazione per il venir meno di un altro pezzo di democrazia sul territorio. La chiusura di un giornale è sempre un brutto segnale. Pesa sul lavoro di chi lo confeziona con fatica e sacrificio, a volte a rischio della propria incolumità; pesa su tutto il territorio che perde uno spazio di confronto, di analisi, di denuncia e di contatto con il resto della regione. L’auspicio è che il piano venga rivisto – conclude Paolo Sanzaro – e che la proprietà colga le opportunità di sviluppo che questo pezzo di Sicilia offre ancora all’editoria. Il Giornale di Sicilia, storico per la nostra isola, è presenza costante, responsabile e di garanzia da troppi anni. Sarebbe una perdita troppo grave per tutti i cittadini del sud est siciliano.” COMUNICATO STAMPA del Comune di Siracusa. Siracusa, 30 luglio 2019 – Sull’annunciata chiusura dell’edizione della Sicilia orientale del Giornale di Sicilia, il sindaco, Francesco Italia, ha rilasciato la seguente dichiarazione:“La ricchezza di un territorio non si misura solo con il Pil o altri indicatori economici. Essa si misura anche con la capacità di produrre cultura, dibattito democratico, crescita civile. Per tali ragioni, la paventata chiusura, nei prossimi giorni, dell’edizione della Sicilia orientale del Giornale di Sicilia è una pessima notizia ed è un impoverimento per tutti noi: perderemo la voce di giornalisti seri che hanno fatto dell’informazione sobria ed equidistante il loro tratto distintivo. Viviamo una fase in cui le grida delle opposte tifoserie coprono e spesso impediscono un libero confronto di idee, ma la sobrietà, l’equidistanza e la verifica puntuale delle notizie pubblicate sono l’essenza stessa del giornalismo. La pesatissima crisi dell’editoria è un problema enorme per un grande Paese perché ne va della tenuta stessa della democrazia, un problema al quale nessun governo, neppure a livello regionale, finora ha messo seriamente mano. L’illusione dell’informazione libera sulla Rete si è rivelata fallace e, fatte le dovute preziose eccezioni, ha aperto la strada al fenomeno delle fake news. A questa crisi gli editori siciliani rispondono riducendo le edizioni e tagliando i giornalisti. Una corsa del gambero che non ha prodotto, e non poteva produrre, effetti positivi e che non si è trasformata né in investimenti né in rilancio del settore. Per noi amministratori pubblici questa strategia è dannosa e mortifica gli sforzi compiuti tutti i giorni per il rilancio dei territori e per promuoverne sviluppo. Quanto di nuovo riusciamo a produrre e a proporre ha bisogno di visibilità e di essere raccontato da una stampa libera di svolgere il suo ruolo di pungolo e di critica. Il Giornale di Sicilia vanta quasi 160 anni di storia (è una delle testate più antiche d’Italia) e dopo 29 anni ha deciso di abbandonare un’area, come quella del Sudest, che si sta rivelando tra le più dinamiche dell’Isola (sempre presente nelle cronache nazionali dei giornali italiani) e che meglio di molte altre sta interpretando le opportunità offerte da un turismo declinato nella maniera più ampia possibile attraverso la cultura, l’agricoltura e l’enogastronomia di qualità, la promozione delle tipicità apprezzate in tutto il mondo. I nostri giovani ci credono, creano imprese e spingono le aziende più consolidate a trasformare le loro strategie ma tutti hanno bisogno di oltrepassare i confini regionali. Nell’era dell’informazione e della comunicazione globalizzate ci sono opportunità anche per le aziende editoriali; invece su tre grandi giornali siciliani – che meglio di altri dovrebbero interpretare il presente e conoscere i territori – due hanno voltato e voltano le spalle. Fatte le dovute proporzioni, attenzione maggiore talvolta mostra la stampa nazionale, ma la rinascita della Sicilia ha bisogno di impegno costante, quotidiano e di sguardo lungo. Soprattutto ha bisogno delle forze migliori che sappiano remare tutte nella stessa direzione sotto la spinta positiva dell’opinione pubblica”.