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Muscatello, slitta il nuovo Covid. Pisani e Asp si contraddicono sul reparto

Ultimo aggiornamento mercoledì, 3 Marzo, 2021   13:11

AUGUSTA – Che fine ha fatto il famoso “Covid team“? E in quali corsie del Muscatello verrà ampliato il reparto per i contagiati? Ad Augusta diventa sempre più paradossale la vicenda dell’ospedale, da riconvertire all’emergenza Coronavirus con degli “stop and go” che sollevano sconcerto. Il 31 marzo l’Asp ha varato la revisione numero 5” del piano aziendale, dove la trasformazione di Medicina generale in Infetti è stata spostata al 15 aprile. Lo slittamento dal secondo step del 5 aprile a quello successivo, è stato comunicato nella mattinata del 1 aprile alla dirigenza sanitaria del nosocomio. Ma poche ore dopo, in serata, l’ex primario Pino Pisani ha diffuso un’altra notizia.“Il terzo step si concluderà il 14 aprile con l’apertura di 18 posti letto nel reparto ex pediatria al primo piano”, ha scritto il senatore 5 Stelle, sul suo profilo facebook. Apparentemente contraddicendo il documento con protocollo 8989, che 24 ore prima aveva sottoscritto la direzione generale dell’Azienda. Una nota che, fra l’altro, affida proprio al responsabile della Medicina di “assicurare preventivamente la necessaria informazione/formazione del personale sanitario impiegato nei reparti Covid”.

Per l’Azienda salta Medicina, Pisani dice ex Pediatria.

Quale notizia è fondata e quale una fake-news? Quella fornita dal parlamentare, già responsabile della Radiologia al Muscatello, che è ultima in ordine di tempo? O quella contenuta nella documentazione trasmessa in mattinata alla dirigenza del nosocomio, con le firme dei direttori generale, sanitario e amministrativo? O sotto il profilo sostanziale dicono entrambe la stessa cosa, solo “mascherata” dalle esigenze della comunicazione politica rassicurante? A una lettura superficiale, la sequenza temporale potrebbe far pensare a un mutamento di rotta intervenuto nell’arco di poche ore. Magari dovuto all’intervento di quel “Covid team” che la Regione ha spedito all’Asp di Siracusa, per riprendere in mano la situazione dopo i contagi dei medici al pronto soccorso dell’Umberto Primo. Senonché, dopo aver organizzato degli spostamenti nell’ospedale del capoluogo, i tre super-esperti inviati dall’assessore regionale Ruggero Razza sembrano svaniti nel nulla. Eppure i sindacati avevano espressamente chiesto un loro sopralluogo a Noto e Augusta, dove l’allestimento dei reparti Infettivi sta provocando una levata di scudi. Soprattutto per la scelta di piazzarli nei pochi ancora rimasti in attività, anziché usare le corsie vuote di quelli dismessi.

“Scelte vessatorie”: Di Mare denuncia alla Procura.

Peppe Di Mare, capogruppo del Misto.
Copertina, scene dal Muscatello Covid-hospital
Il reparto Infetti nel cuore dell’ospedale costringe a percorsi “open air”.

La Cgil ha già presentato una denuncia alla Procura, sulla gestione dell’emergenza nella provincia. Il giorno dopo si è aggiunta quella del consigliere comunale Peppe Di Mare, specificamente dedicata alle vicende del Muscatello. Nell’esposto segnala “alcune situazioni inspiegabili, che in molti possono trovare come unica giustificazione l’accanimento premeditato nei confronti del nosocomio”. Il capogruppo del Misto sottolinea che “la riconversione di Medicina porta in sostanza alla chiusura del presidio ospedaliero“. E definisce “non più credibili”, le assicurazioni dell’Asp su una scelta “definita temporanea”. L’esponente della federazione #perAugusta conclude parlando di scelte che appaiono inique, senza un ragionamento, e profondamente vessatorie nei confronti della tutela della salute per l’intera città”. Le obiezioni sono rafforzate dalle enormi perplessità di mettere un reparto altamente infettivo nel cuore di una struttura ospedaliera, quando c’è a disposizione un’intera ex clinica alle porte di Augusta. Coi suoi 200 posti letto potrebbe essere un Covid-hospital per tutta la provincia.

Il senatore 5S: parli chi ha cognizione di causa.

Pisani non sembra d’accordo.” Affermare che, a fronte delle attuali risorse umane, strutturali ed organizzative delle aziende sanitarie siciliane, in particolare di Siracusa, si sarebbe potuto e dovuto fare diversamente o di meglio, specie in assenza di solide e specifiche cognizioni tecniche, è alquanto azzardato e consegue esclusivamente il risultato di disorientare e creare sfiducia in seno alla collettività”. Il senatore della maggioranza di governo si appella al “momento in cui, invece, occorre superamento degli steccati ideologici, solidarietà e piena collaborazione di tutti noi”. Ma, aldilà delle buone intenzioni di evitare polemiche, sono proprio la sua nota social e la “revisione 5” dell’Asp ad alimentarle. Si è sempre ventilato, ma mai ufficialmente affermato, che l’ex clinica non poteva essere attrezzata per questioni di personale da destinarvi. E invece adesso spunta che l’Azienda sanitaria “noleggerà” medici e infermieri da una società ospedaliera privata, per riempire le corsie degli ospedali pubblici. Secondo quanto scrive il senatore 5S, per i pazienti Covid è prevista “l’attivazione di altri 18 posti letto nel reparto riabilitazione dell’ospedale di Noto, gestito da personale della casa di cura Villa Azzurra di Siracusa“. Perché da un lato si privatizza l’emergenza, e dall’altro si impoverisce il patrimonio sanitario di un territorio già fragile?

Schemi: ex Villa Salus no e ora si privatizza emergenza.

Giuseppe Schermi

Se lo chiede anche Giuseppe Schermi, promotore di una petizione online per re-impiantare nell’ex clinica augustana quell’ospedale civile di fatto smantellato dal Covid center al Muscatello. “Benché previsto dal piano regionale, l’Asp di Siracusa non intende pubblicare un avviso pubblico per chiedere personale aggiuntivo per il trattamento Covid, ma piuttosto affidarsi al personale privato: perché?”. Ma non è l’unico interrogativo di cui il consigliere comunale Diem25 si fa portavoce per tutti. “L’Asp non intende individuare un’unica struttura provinciale da specializzare ad ospedale Covid: perchè?”. Eppure gli infettivologi sono ormai concordi in tutta Italia, dopo aver scoperto che il principale focolaio dell’epidemia sono stati gli ospedali promiscui. L’attuale oppositore dell’amministrazione 5S, per sei mesi ha coabitato col futuro senatore nella stessa giunta della #trasparenza. Ora però gli rimprovera uno dei peggiori “vizi” della casta. “Ma la cosa più inquietante è strumentalizzare una crisi di questa portata per provare a silenziare qualsiasi forma di pluralismo o dissenso. Bisogna stare zitti ed ubbidire perché sennò non si ama la patria”.

Tardino, Lega: da Regione chiarezza su forniture Dpi.

Ad Annalisa Tardino non si può certo rimproverare che non ami la patria, considerato che è diventata eurodeputata all’insegna del “prima gli italiani”. Il sovranismo non ha impedito alla leghista siciliana di scrivere che “il Governo regionale faccia chiarezza sulle forniture dei dispositivi di protezione individuali“. In un comunicato del 31 marzo, ha evidenziato che “nonostante le molteplici notizie, non solo gli operatori sanitari, in prima linea nella disperata corsa contro il contagio da Covid-19, ma quasi tutte le categorie di lavoratori pubblici e privati in contatto con possibili infetti, sono sforniti di Dpi ed operano sperando di non contagiarsi“. Ora persino chi sta chiuso nelle ovattate moquette di Palazzo dei Normanni, capisce che a lavorare in qual modo c’è da uscire pazzi. “Bisogna prevedere un servizio di assistenza psicologica dedicato agli operatori sanitari e ai cittadini”, dice Giuseppe Lupo, capogruppo Pd all’Ars. Aggiungendo che “la drammaticità di alcuni episodi negli ultimi giorni, dimostra quanto sia necessario e urgente predisporre strumenti diretti. Che permettano a chi è più esposto all’emergenza di trovare un supporto psicologico che, in situazioni di fortissimo stress emotivo come quella che stiamo attraversando, è di fondamentale importanza”.

I “canali ufficiali” e i giornali che mettono “ansia”.

Vignetta di Massimo Bucchi.
(tratta da Repubblica del 1 aprile 2020).

Da qualche tempo si tenta di accollare agli oppositori, e alla stampa senza auto-censure, una incongrua responsabilità sullo stato “ansiogeno” provocato. Come se tacere sull’epidemia fosse una nuova cura al male epidemico del malgoverno. All’inizio i cosiddetti canali ufficiali” hanno provato a sviare, battendo il tasto della chiamata alle armi con tanto di flash mob patriottici sui balconi. Poi la comunicazione ufficiale non è riuscita a nascondere il suo essere lacunosa, omissiva e fuorviante. La realtà sempre più dura dell’epidemia, l’ha rivelata come una foglia di fico dietro cui nascondere errori e incapacità. Non potendo (ancora) instaurare la censura, dal Grande Fratello sono arrivati i “Suggerimenti dall’unità operativa di educazione e promozione alla salute”. Un panel dall’esplicita dizione Covid-19, come gestire lo stress“, è stato approntato dall’Asp e diffuso attraverso i profili social “ufficiali”. Consiglia opportunamente di “applicare il minimalismo digitale“. Ma, in maniera alquanto singolare, non suggerisce di staccarsi da quella grande fabbrica di fake-news che è facebook“Per non creare ansia”, consiglia invece che “è meglio limitarsi a consultare una volta al giorno le fonti ufficiali“. Per “esercitare la mente”, al limite, “leggere libri e riviste”. E i giornali? Quelli meglio tenersi alla larga, specie se online. Vedi mai che l’informazione non filtrata dalle rassicuranti veline del Palazzo, si propaghi peggio di un contagio.

Il panel “rassicurante” dell’Asp.
Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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