Missione compiuta: chiude il Mercatino, laboratorio per sindaci outsider ERROR404.ONLINE di Massimo Ciccarello Scritto giovedì, 29 Ottobre, 2020 23:38 AUGUSTA – Il “Mercatino” del riciclo cessa l’attività. Chiude definitivamente i battenti l’iniziativa di Cambiaugusta, partita nel 2011 come una scommessa politica in controtendenza al sorgere dei movimenti virtuali. Con lo svuotamento dei locali in via Umberto, si conclude anche il lungo percorso che ha visto arrivare a Palazzo di città una forza perennemente all’opposizione. La sindacatura Peppe Di Mare pone adesso il progetto iniziato da Marco Stella di fronte a nuove e difficili sfide. Il promotore ne ha preso subito atto, e tirato le somme. “Scrivere questo post mi costa sentimentalmente tantissimo, ma tutto inizia e finisce”, ha detto il capogruppo di maggioranza, annunciando lo sgombero dalla storica sede. In quei locali al primo piano del civico 210 era sopravvissuta l’ultima testimonianza tangibile di un modo di fare politica scomparso col Novecento. Quello che vedeva i partiti avere una sede fissa per fare formazione politica, e circoli satellite dove promuovere la loro visione del mondo. La televisione commerciale, e poi internet, hanno spazzato via quel modo di creare il consenso elettorale attraverso la costruzione di relazioni culturali. Stella: cambia approccio. Laboratori, libri e nuova sede. sopra, Marco Stella con Peppe Di Mare il giorno dell’elezione. copertina: Maria Amara nel Mercatino del riciclo. La fiera permanente dell’usato era già un “reperto archeologico” della politica quando si è aperta. Ma evidentemente ha funzionato, sia pure sulla lunga distanza. E ora cede il passo a qualcos’altro, con cui gli oppositori dovranno fare i conti se fra 5 anni vogliono riprendersi il Comune. “Con il tempo deve necessariamente cambiare l’approccio al modo di portare avanti la nostra idea di politica”, spiega Stella. Anticipando che la lista civica espressione dell’amministrazione comunale “continuerà ad avere una sede, come è stato in tutti questi anni; ma in un pianterreno, dove è più semplice evitare le barriere architettoniche“. Per “avvicinare le persone con argomenti diversi da quelli politici”, aggiunge il rieletto consigliere comunale di lungo corso, ora ci saranno “un laboratorio di pittura – per il quale abbiamo già la disponibilità della decoratrice Rosanna Scarcella – e uno musicale. Avremo pure una biblioteca, dove leggere e scambiarsi libri usati”. Iniziative che si porteranno dietro l’esperienza “soprattutto umana, prima ancora che politica”, accumulata col Mercatino del riciclo. Dall’incentivo al riciclo un dividendo politico e umano. “Potevamo limitarci a un’azione di stimolo per le amministrazioni comunali di questi anni, proponendo delibere e pubblicizzandole: invece abbiamo voluto presentarci a tante realtà della città attraverso la nostra visione sulle dinamiche del riutilizzo“. Dopo la “diffidenza iniziale” su un’iniziativa che suonava come mera strumentalizzazione, “la soddisfazione di vedere tante persone entrare senza alcuna remora nella sede di un movimento civico“. E farlo, fra l’altro, in tempi quando a frequentarlo si rischiava la gogna social riservata alla “vecchia politica che si è mangiata un paese”, senza distinzione fra chi stava dentro o fuori la stanza dei bottoni. Il dividendo politico di quell’investimento è stata l’elezione a sindaco dell’outsider Di Mare. Il dividendo economico “invece è pari a zero”, puntualizza Stella. “Con i modesti ricavi ci siamo pagati le spese vive, il resto è andato avanti con l’impegno volontario. Il più generoso è stato quello di Maria Amara e Salvo D’Amico“. Poi c’è stato il dividendo umano, che appaga a prescindere dei risultati elettorali. “Ricordo quel professore di filosofia all’università di Roma, cui mandammo un’enciclopedia in inglese chiedendo di pagarcela solo se l’avesse trovata di suo gradimento. Ci aveva scritto di aver preso molte fregature, e che un’altra da parte nostra l’avrebbe deluso non per i soldi persi, ma per la possibilità di non aver potuto leggere qualcosa desiderato da tempo. Ora ci scambiamo affettuosi auguri di Natale ogni anno”. Ricostruiamola resta, ma riprende nel 2021. Se il “Mercatino” coi suoi “mille nuovi contatti” chiude, mentre Cambiaugusta trasloca per nuove iniziative para-politiche alla vecchia maniera, ciò che sopravvive della traversata nel deserto è Ricostruiamola. “Anche se l’edizione 2020 ormai è saltata per l’emergenza Covid, la tre giorni di iniziative e dibattiti continuerà”, assicura Stella. Le 5 edizioni precedenti si sono autofinanziate e hanno costruito l’immagine di un promettente candidato sindaco, attorno a un consigliere d’opposizione conosciuto solo in una limitata cerchia. Questa kermesse di musica, gastronomia e politica è stata anche la nemesi di una Sinistra smarritasi nei Palazzi del potere, che per la prima volta ha portato alla guida della città qualcuno nato e cresciuto nella Destra. Nel traumatizzato centrosinistra augustano ancora si chiedono come sia stato possibile perdere un ballottaggio dove Pippo Gulino aveva coalizzato tutti, e cercano la risposta in oscure scelte alchemiche dei capi-elettori. Senza mai chiedersi se dalla Prima Repubblica, anziché la deriva consociativa, dovevano piuttosto conservare l’attenzione allo spazio di costruzione sociale. Lasciando agli eredi dell’antico ed eternamente perdente avversario, ciò che un tempo era occupato dai circoli Arci e dalle feste dell’Unità. 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