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Augusta cambia Stella, il sindaco è Di Mare: subito l’emergenza Covid

AUGUSTA – Mentre il Muscatello si prepara a riaprire il reparto Covid dall’1 novembre, chiudendo nuovamente Medicina e Chirurgia, Augusta elegge il suo sindaco. E’ un debutto complicato, quello che aspetta Peppe Di Mare alla guida del Comune. Il 19 ottobre ha appena vinto il ballottaggio contro Pippo Gulino. Ma fra baci e abbracci in piazza Duomo con mascherina Fpp2, la pandemia gli turba la festa per un’elezione conquistata faticosamente. Le statistiche ufficiali hanno toccato quota 47 positivi, e molti altri pazienti assediano da giorni i medici di base preoccupati per strani sintomi influenzali. Il contenimento del Coronavirus, che nessuno ha mai inserito nel suo programma elettorale, balza così in testa all’ordine del giorno della nuova amministrazione“Potenzierò immediatamente il Centro operativo comunale per affrontare l’emergenza Covid, e appena si insedierà il Consiglio istituirò una cabina di regia con il contributo dell’opposizione“, dice il neo-eletto primo cittadino. Che inizia il suo mandato “lanciando un appello a tutti i moderati della città”, estensibile anche alle altre questioni. 

Rimontato e superato di 1.200 voti l’ex sindaco Gulino.

Pippo Gulino vota a casa appena dimesso (foto Fb).

Perché non è un compito certamente facile, sotto il profilo politico e amministrativo, quello che aspetta Di Mare a Palazzo di città. Augusta ha nuovamente votato il cambiamento, e questo si aspetta. Specialmente stavolta, che si è tenuta lontana da quello con l’hashtag propinato dagli uscenti 5 Stelle. Con un risultato a sorpresa solo per i corridoi della politica, gli elettori hanno scelto il capogruppo eternamente all’opposizione. Il 43enne, ormai ex consigliere di minoranza, ha vinto la sfida contro il 68enne Gulino. Eppure al secondo turno era approdato con uno svantaggio di 800 voti, fermandosi a 5.300. Contro i 6.100 dell’ex sindaco, tornato sulla scena dopo un ventennio di totale assenza pubblica. Le urne del 18 e 19 ottobre hanno però completamente ribaltato quel verdetto provvisorio. Il front runner non è arrivato a 6.200 preferenze. Lo sfidante invece è salito a 7.400. Un distacco netto, dove pesa fino a un certo punto l’assenza dello sconfitto nel momento decisivo della campagna elettorale. Il suo ricovero in ospedale per Covid, è finito proprio l’ultimo giorno di votazioni. Ma si era dovuto isolare già la sera del 4 ottobre, quando il primo turno era in pieno svolgimento. Il ritorno a casa, fotografato sui social con tanto di scheda elettorale in mano, alla fine ha fruttato un effetto simpatia senza voti.

Le urne bocciano di nuovo le accozzaglie elettorali.

Cettina Di Pietro porge a Peppe Di Mare gli auguri dell’amministrazione precedente (foto Fb).
copertina: Marco Stella festeggia col nuovo sindaco che ha ribaltato le previsioni.

Di Mare vince, nonostante avesse tutti contro. Gulino perde senza scuse, nonostante il ceto politico fosse tutto con lui. E’ in questi due diversi profili delle coalizioni, che il risultato a sorpresa racconta qualcosa. La prima è che l’elettore ha votato il sindaco, senza badare a quali simboli esibiva nel corredo. La seconda è che allargare a dismisura la coalizione non paga, perché i candidati della prima ora si demotivano. E’ un errore che a Marco Stella costò l’elezione contro Massimo Carrubba, alla ricerca di un difficile bis. Con la sua coalizione Pdl era uscito abbondantemente in testa dal primo turno, ma volle strafare apparentandosi con pezzi di centrosinistra contrari all’amministrazione uscente. Un precedente che hanno ignorato i consiglieri di un Gulino febbricitante per il coronavirus. Spingendolo ad apparentamenti e accordi così innaturali, che alla fine tutto il quadro politico era con lui. Da Articolouno alla Lega, passando per Pd, Fi, Udc e Gilet arancioni: tutti – compresa una civica figlioccia dello sconfitto Carrubba – sotto l’ombrello dell’ex sindaco riesumato dal secolo scorso. Un trasversalismo percepito come un’accozzaglia senza identità, che ha provocato un effetto boomerang. Anche se un risultato lo ha ottenuto: quello di impedire la nascita di una maggioranza-mostro in consiglio, come quella che ha caratterizzato il quinquennio Cettina Di Pietro.

5S subito all’opposizione, ma Stella gli suona il flauto.

La vicesindaca Roberta Suppo torna come consigliera.

La sindaca grillina è scesa in piazza a “omaggiare” il successore a Palazzo. Nel 2015 ne aveva incassato il sostegno occulto per il ballottaggio vinto contro Nicky Paci, salvo poi negargli la promessa presidenza del consiglio. Ora i ruoli si sono invertiti, e sarà Di Mare a dover chiedere i voti pentastellati a Palazzo San Biagio per dare vita facile ai suoi atti. “Noi abbiamo deciso già da qualche giorno di stare all’opposizione, che sarà costruttiva e indirizzata al bene esclusivo di Augusta”, ha subito fatto sapere il “moVimento” a mezzo Facebook. Ma nonostante questo post, i suoi 3 consiglieri 5s non saranno lasciati in pace nella minoranza. “I 5 Stelle sono i primi che chiamerò, almeno come segnale per riappacificare una città divisa in fazioni”, assicura Stella. Il presidente di Cambiaugusta torna in consiglio come capogruppo di una maggioranza tutta da costruire. I 2 seggi di 100 per Augusta e i 2 di Destinazione futuro, assicurano in totale solo 5 poltrone su 24. Ne mancano 7 per navigare tranquilli, e sarà proprio l’esperto consigliere di lungo corso a doverli prima cercare, e poi gestire in aula.

“Chiamo Gulino ma Carrubba interlocutore privilegiato”

L’ex sindaco Massimo Carrubba partecipa alla 3 giorni di Cambiaugusta.

“Apriamo a tutte le forze incondizionatamente. La prima telefonata? Sarà per Gulino, anche se Carrubba resta interlocutore politico privilegiato”, cerca di svicolare Stella. Ma in aula per 5 anni ci staranno i consiglieri. Anche se lo sconfitto al ballottaggio entra di diritto, nell’emiciclo intitolato a Giacinto Franco uno vale uno. E poi nello stesso entourage dello sfidante convalescente danno probabile una sua rinuncia alla modesta poltrona. Se il “king maker” dell’amministrazione vittoriosa vuole completare l’opera, sono altre le personalità politiche da arruolare. Il primo consigliere cui squillerà il cellulare “sarà Biagio Tribulato, coi suoi quasi 900 voti personali vale da solo come una lista. L’ultima chiamata? A Giancarlo Triberio, ma solo perché con Art1 ci separa una grande distanza politica”. Di Mare si è presentato con 4 liste civiche, comprensive di qualche innesto proveniente dall’area progressista. Ma storia politica passata e amicizie presenti lo collocano marcatamente nel centrodestra. E questa spinta “naturale”, paradossalmente, potrebbe far coagulare un centrosinistra che ancora una volta è andato alle urne frantumato.

Solo 5 seggi, caccia a 7 consiglieri per la maggioranza.

Anche se la road map strappata a Stella sembra tracciata col righello, in realtà sarà un zig zag. I conteggi finali dicono che la carrubbiana Augusta coraggiosa ha solo 3 seggi. Gli apparentati al ballottaggio, Democratici progressisti e Attivamente, hanno 2 consiglieri ciascuno. La lista guliniana Nuovo patto per Augusta ne ha 4. Mentre quelle che le si erano collegate fin dall’inizio, Augusta 2020 e Civica per Augusta, ne hanno 2 ognuna. Tuttavia sono numeri buoni solo per la statistica. Perché, quando verranno ufficializzati i nomi degli eletti, balzerà evidente come molte carte si rimescoleranno nonostante il simbolo con cui si sono presentati. Sono gli effetti del civismo, che imprigiona i più politicizzati e agevola i cambi di casacca per gli altri. Tuttavia, il sindaco di una città come Augusta non può fare la mosca bianca, se vuole andare a bussare con successo nei Palazzi che contano. E Di Mare sembra pronto per entrare nell’area che governa la Regione su un tappeto rosso. “Il centrodestra? E’ un problema che al momento non mi appartiene”, assicura Stella. Proprio mentre il suo candidato vittorioso sta aspettando in piazza l’annunciata visita di congratulazioni dell’assessore regionale Antonio Scavone.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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