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Comune a rischio sentenza: 35 euro al giorno di risarcimenti per l’acqua

AUGUSTA – Il Comune di Augusta rischia di pagare cara la crisi idrica. Esattamente 37 euro e 50 centesimi a utente, per ogni giorno di interruzione nel servizio. A tanto ammonta la cifra riconosciuta nei precedenti giuridici, riguardanti la mancata erogazione dell’acqua potabile. Una sentenza emessa in Campania ha infatti già condannato gli enti responsabili del disservizio, a risarcire il “danno esistenziale” dovuto ai disagi sopportati per 8 giorni. Quantificandoli forfettariamente in 300 euro a persona, più le spese sostenute per andare in giudizio. Perciò non saranno affatto una bazzecola per le casse municipali augustane, anche con un prevedibile arrotondamento a 35 euro, i 49 giorni di non potabilità sopportati dall’Isola e da una parte della Borgata. Anche perché sono già una cinquantina quanti che si sono presenatti a un’avvocata specializzata in diritti civili, per intentare una class action contro l’amministrazione.

Il precedente giuridico incoraggia pioggia di ingiunzioni.

Se i firmatari della diffida restano questi, per il Comune sarà già una bella somma quella che rischia di sborsare. Diventerà una vera mazzata se seguirà la strada del risarcimento pure la maggior parte dei 15 mila residenti, vittime dell’acqua contaminata uscita dai rubinetti sin dal 24 ottobre. Perché aldilà dell’ammontare effettivo che poi ogni magistrato stabilisce in via equitativa caso per caso, sono le motivazioni del precedente giuridico che inchiodano il Municipio alla responsabilità per “danno non patrimoniale“. Una condanna su un’ingiunzione di massa lo farebbe ripiombare in quei debiti fuori bilancio che gli amministratori 5 Stelle hanno tanto rimproverato alle “amministrazioni precedenti”.

“Il danno si può provare anche con fatti notori”.

Il giudice di pace di Nocera Inferiore, in una sentenza emessa nel 2010, aveva considerato elemento di responsabilità il non aver fornito acqua potabile a causa dello scoppio della tubatura dell’acquedotto regionale, non approntando durante l’intero periodo alcun servizio sostitutivo“. Nel dispositivo spiega inoltre che gli utenti “hanno dimostrato di avere subito notevoli disagi a seguito dell’omessa fornitura di acqua potabile, quali ad esempio l’impossibilità di usare elettrodomestici, al fine di soddisfare le esigenze di vita primarie e basilari“.  Il magistrato giudicante sottolinea che si tratta di “disagi che, ripercuotendosi sul diritto alla qualità della vita ed alla libera estrinsecazione della personalità, costituzionalmente garantito dall’articolo 2 della Costituzione, fanno riconoscere il risarcimento del danno esistenziale“. Aggiungendo che questo “può essere provato anche con presunzioni, o attraverso il ricorso a fatti notori”. 

Sopra e copertina, momenti del flash mob “abbiamo portato acqua buona”

Amministrazione carente in comunicazioni e non solo.

E di “fatti notori”, la class action augustana ne può produrre un intero faldone. A partire dagli avvisi diffusi solo via Telegram, senza essere accompagnati da affissioni tradizionali a avvisi sonori. Qualche ricerca negli archivi giudiziari forse devono averla fatta anche a Palazzo di città. Perché il 12 dicembre, a un mese e 18 giorni dal primo avviso con “l’ordinanza per il divieto dell’uso potabile dell’acqua nel centro storico”, la sindaca Cettina Di Pietro ha tenuto una conferenza stampa sul tema. Ne aveva parlato nell’aula di San Biagio il 3 dicembre, dove l’aveva trascinata l’opposizione. Un consiglio riunito in seduta così “straordinaria”, che era passato quasi un mese dalla richiesta di convocazione. In diretta streaming la grillina aveva detto poco e niente, soprattutto sulle tempistiche di riparazione nel pozzo alla Villa infiltrato dall’argilla.

Conferenza stampa della sindaca dopo 49 giorni di crisi.

L’amministrazione ha tirato a campare, impantanata in pastoie burocratiche che non ha voluto abbreviare con la somma urgenza. Fino a quando il 9 dicembre la questione è esplosa, con un preoccupante “si invita in via precauzionale a utilizzare l’acqua distribuita nella rete per il solo scarico dei servizi igienici“. La sindaca l’ha definito “un modo per indicare il buonsenso”, cercando di giustificare l’assenza di una nuova ordinanza conseguente a quell’avvertimento così esplicito. Con la gente pronta a scendere in piazza, il Comune ha finalmente attivato la Misericordia per rifornire d’acqua potabile almeno gli allettati e i disabili, oltre le case di riposo. In conferenza stampa Di Pietro ha indicato pure qualche data. Così ha detto che il 13 dicembre iniziano finalmente i lavori per allacciare la rete idrica al pozzo dei cantieri Tringali, ai quali “verrà corrisposto un indennizzo per l’uso”. Però tempi certi di realizzazione non ne ha dati, perché gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo “e la sfortuna ci vede bene”. Tuttavia ha assicurato che gli operai “volano”, e spera di risolvere almeno il problema potabilità entro dicembre“. Soluzione che diventa quasi un imperativo, se vuole salvare il ballo in piazza del 31 organizzato anche quest’anno dalla sua presidente del consiglio, Sarah Marturana.

Notte bianca, si sfila Open Art: non è proprio il caso.

Elena Lucca, Open Art

Intanto però le incertezze dell’amministrazione hanno compromesso le manifestazioni natalizie organizzate dal Comitato commercianti. Una delle associazioni aderenti, la Open Art, si è sfilata dalla Notte bianca del 21 dicembre. “Non mi sembra proprio il caso di farla, in questo momento. In un primo momento la situazione non era così drastica, ma adesso ci sono delle priorità collettive che prevalgono sui festeggiamenti”, spiega la presidente Elena Lucca, mentre sorseggia dell’acqua minerale in piazza Duomo. Dove è arrivata nella serata del 12 dicembre, per un flash mob lanciato su Facebook“Abbiamo portato un po’ d’acqua buona al Comune e la stiamo offrendo ai nostri passanti concittadini”, hanno scritto nel post di “convocazione”. Poco più d’una decina di amici virtuali e reali sono confluiti sotto il municipio, ognuno con la sua bottiglia da impugnare come un manifesto di protesta.

Flash mob in piazza, Cirillo: non mi sento garantito.

Nico Cirillo

“Perché non mi sento garantito da chi fornisce informazioni a singhiozzo”, spiega Nico Cirillo, conduttore radiofonico e amministratore del gruppo “Sei augustana/o se”. Fra una bevuta e l’altra riassumono con un filo di rabbia il senso di frustrazione e impotenza per una crisi idrica senza fine, e senza spiegazioni tempestive. Un happy hour analcolico tutto sommato un po’ goliardico, esclusivamente a base di acqua bevibile e in mezzo a ragazzini che giocano al pallone. Ed è proprio quando il gruppetto di vecchi amici e nuove conoscenze sta per spostarsi nella vicina birreria Botto, dove la proprietaria ha dovuto pagare un’autobotte per lavorare in serenità, sono gli accaldati baby-calciatori ad appropriarsi delle bottiglie superstiti per dissetarsi. Perché la fontanella accanto che dovrebbe servire allo scopo, come una metafora su chi occupa il Palazzo soprastante, è completamente inservibile.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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