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Due poltrone per uno stipendio, Gs: no a vicepresidenza di serie B

AUGUSTA – Un vicepresidente a mille e rotti euro al mese, tasse incluse. Un altro vicepresidente di “serie B”, che si deve accontentare solo della medaglietta gratuita.  La giunta del meloniano Giuseppe Di Mare, che vuole scegliere in autonomia chi stipendiare per un impegno istituzionale prossimo allo zero, puntando a “indennizzare” Augusta 2020 con la poltrona retribuita a Salvo Errante. Lasciando la carica puramente onorifica al capogruppo longa manus dell’onorevole Peppe Carta, l’autonomista Manuel Mangano, nonostante questa forte compagine di maggioranza voglia invece la sovranità del consiglio nella scelta di chi salariare. Mentre il nuovo segretario dei meloniani, Rosario Sicari, annuncia che “ci sarà presto un gruppo consiliare Fratelli d’italia“. Ma senza specificare quando, e soprattutto con chi, visto che “presto” rimarrà probabilmente l’unico consigliere Fdi. Dato che gli altri due colleghi di partito a Palazzo San Biagio, Giuseppe Lombardo e lo stesso presidente Marco Stella, si avviano a diventare ex tesserati per decisione della segreteria regionale. Se la politica è spesso paragonata a un teatrino, lo spettacolo messo in scena la mattina del 28 maggio si avvicina molto alla commedia dell’arte.

Mozione 5 Stelle sostenuta da Mpa: lenzuoli bianchi in edifici pubblici per le vittime di Gaza.

Eppure la seduta comincia volando alto. I 5 Stelle presentano la mozione che chiede di esporre un “sudario” sugli edifici pubblici della città, per “testimoniare il profondo rispetto per le vittime civili di Gaza”. Mangano, dopo aver comunicato l’abbandono del logo Mpa per quello più ambizioso di Grande sicilia, “auspica che l’amministrazione sposi l’iniziativa un lenzuolo per Gaza“. L’autonomista Biagio Tribulato, vicesindaco e vicepresidente allo stesso tempo – ma retribuito solo per la vicesindacatura – rilancia annunciando “una lettera di ringraziamento alla concittadina Tiziana Roggio“, per la sua opera di medico in servizio volontario fra la popolazione palestinese bombardata. Il capogruppo Pd, Giancarlo Triberio, con fair play si congratula con Sicari per la segreteria cittadina. E con maggiore malizia gli chiede se in consiglio ora ci sarà un gruppo meloniano, visto che da due anni il terzetto di tesserati glissa sulla costituzione, obbligatoria a termini di statuto Fdi. L’ex assessore ringrazia, conferma il battesimo imminente del gruppo griffato con la fiamma tricolore d’eredità missina, ma non si espone più di tanto. Si sofferma invece sul congresso che domenica scorsa l’ha eletto per acclamazione, definito “unitario”. Mettendosi in scia col coordinamento provinciale – dove peraltro il 5 giugno entrerà il suo predecessore Enzo Inzolia – che aveva subito enfatizzato sul “candidato condiviso da tutti gli iscritti e dirigenti locali”. 

Sicari: presto il gruppo consiliare Fdi. Ma su Stella e Lombardo pende la notifica d’espulsione.

Rosario Sicari (foto Facebook).
copertina, il consiglio comunale del 28 maggio.

Il comunicato partito da Siracusa lo stesso 25 maggio, definisce l’investitura di Sicari “un segnale chiaro di compattezza, che smentisce ogni tentativo di raccontare un partito diviso”. In effetti non serve più raccontarlo così, dopo l’abbandono di Carlo Auteri insieme alle sue truppe cammellate. Uscite fuori in mezza provincia, tranne ad Augusta, nonostante sia stata determinante nell’elezione all’Assemblea siciliana. Il giorno successivo l’addio senza seguito augustano, in quattro e quattr’otto si sblocca la fase congressuale. Cinque giorni per convocare pro forma i tesserati, e l’ex assessore della prima ora nella giunta Di Mare entra in carica dopo un congresso lampo, neanche due orette scarse di lavori e interventi al microfono ridotti al minimo. Arriva tutto il gotha meloniano, per certificare il distacco del sindaco dal suo deputato regionale di riferimento, soprattutto per i finanziamenti-spettacolo. C’è l’eurodeputato Ruggero Razza, braccio destro del ministro Nello Musumeci. C’è Gaetano Galvagno, presidente dell’Ars e contraltare del presidente della Regione, il forzista sui generis Renato Schifani. C’è il dirigente nazionale padrone di casa, Pietro Forestiere, già vicino a Giorgia Meloni quando ha fondato il partito-scommessa. Il commissario provinciale Salvo Colletta ovviamente non può mancare. Come non manca il parlamentare Luca Cannata, “riconosciuto come punto di riferimento politico”. A mancare sono però Stella, “consigliere” della sindacatura, e il consigliere – senza virgolette – Lombardo. Entrambi hanno buoni motivi di carattere personale, ma su entrambi pesa l’indiscrezione di una espulsione da Fdi. Si sarebbero infatti accollati i voti mancanti al partito nelle provinciali di secondo livello, nonostante l’avviso che una scelta autonoma avrebbe messo fuori. Ai disubbidienti tuttavia non è stato ancora notificato alcunchè. 

Di Mare, segreteria Fratelli d’italia su misura ma resta l’ombra lunga di Auteri su amministrazione.

Auteri non ha mancato di porgere pubblicamente su Facebook i suoi auguri a Sicari, anziché ricorrere al messaggino personale, politicamente più opportuno considerato il contesto. Eppure, stando a quanto appare all’esterno, nessuno di Augusta ha seguito l’onorevole di Sortino. Nemmeno Pino Carrabino, come si vociferava alla vigilia dopo una foto – allusiva perché pleonastica – postata sui social. L’assessore a Cultura e spettacoli è stato cooptato dal neo segretario nel coordinamento cittadino, insieme all’assessora Tania Patania. Cooptati anche gli ex assessori Ombretta Tringali e Rosario Costa, il cui fratello si trova fra i membri elettivi accreditati alla corrente Di Mare. La quale ha espresso pure il consulente del Comune, Gianluca Garofalo, e la diciottenne Vanessa Settipani, figlia dell’ex consigliere grillino Nilo. L’onorevole Cannata si è limitato invece a piazzare un solo osservatore, facendo ricorso ancora una volta all’affidabile famiglia Meloni, rappresentata stavolta da Marco, figlio del riferimento cittadino Roberto. La sottolineatura del deputato sortinese circa “la politica segue il suo corso ma posso dire che Peppe Di Mare resterà sempre un mio amico, con lui mi lega un rapporto personale” – arrivata il 28 maggio a mezzo Blog Sicilia – è però carica di suggestioni. Anche perché l’impresario teatrale prestato all’Ars è in attesa di trovare una casa politica adatta alle sue ambizioni, e Grande sicilia non sembra fare alla bisogna. E il rassemblement di Carta, su cui Di Mare si è appoggiato fino al ritorno sotto l’ala di Cannata, comincia a toccare con mano il mutamento d’aria.

Grande sicilia beffata: il sindaco vuole decidere in giunta chi sarà il vicepresidente retribuito.

Roberto Conti, accanto Manuel Mangano.

Il vecchio accordo prevedeva una vicepresidenza del consiglio – retribuita – al capogruppo Mangano. Richiesta più dettata dal prestigio che dall’appetibilità economica, tanto che l’indennità sembrava già destinata a essere devoluta per fini nobili, con relativo ritorno d’immagine per le comunali 2026. In aula, però, per il gruppo di maggioranza più numeroso arriva la sorpresa. Al momento di cambiare lo Statuto con la doppia vicepresidenza, spunta che la Regione consente di stipendiarne solo una. Anzi, è “un obbligo” che esclude tassativamente la seconda indennità. Fuori onda, qualcuno azzarda un successivo accordo per spartire la somma fra i due. “Siamo alla mancetta”, insorge il Pd con Milena Contento. Dal tavolo della presidenza si rendono conto che la soluzione “casereccia” non regge, almeno fino a quando resta l’attuale ordinamento giuridico. E allora, visto che la Regione nulla dice in proposito, come scegliere il vicepresidente con stipendio? “Delibera successivamente la giunta, taglia corto Stella. Facendo saltare sul banco l’autonomista Roberto Conti. Il consigliere di lunghissimo corso, già assessore alle Finanze durante la Prima repubblica, tenta di mettere nero su bianco che il consiglio elegge e quindi il consiglio decide. Compresi i criteri oggettivi di scelta che almeno salvino la forma. Niente da fare. La Grande sicilia si scontra con le promesse fatte alla piccola Augusta2020. Al capogruppo Marco Niciforo è sfumato il garantito assessorato ai Lavori pubblici del Libero consorzio, dopo che due meloniani si sono rimangiati l’accordo per non farsi espellere da Fdi, facendogli mancare i voti alle provinciali. Perciò ora non può incassare pure il ridimensionamento di Errante, l’altro consigliere della civica, a vicepresidente di serie B. Conti si altera, ma non fa saltare il numero legale. Però, prima di chiudere, avverte:“Vuol dire che i consiglieri che sanno qualche cosa, la diranno successivamente”. 

Autore

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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