Roma Caput Mundi, ancora di più nell’anno del Giubileo COPERTINA CULTURA PRIMO PIANO VIAGGI di Antonella Dell'Orto Scritto giovedì, 12 Giugno, 2025 12:08 Se l’approccio alle nuove esperienze è quello giusto, allora persino sfidare la Roma del Giubileo può trasformarsi in un’impresa possibile. Roma è la città che più di ogni altra soffre il fenomeno dell’overtourism. Questo è vero sempre, figuriamoci durante il Giubileo. E se già l’anno santo porta con sé un afflusso eccezionale di turisti e pellegrini, immaginate cosa può accadere durante un ponte come quello del 2 giugno, con la tappa finale del Giro d’Italia e la parata per la Festa della Repubblica lungo i Fori Imperiali.Bingo! Tutto farebbe pensare al weekend perfetto… per un incubo. Il gruppo di “Una gita al mese” E invece no. Secondo la nostra esperienza, vissuta proprio in questi giorni, la città eterna si è dimostrata organizzata, capace di accogliere il flusso imponente di fedeli e viaggiatori da ogni parte del mondo. Nel fine settimana dedicato al Giubileo della Famiglia erano attesi 60.000 fedeli, ma le previsioni sono state ampiamente superate. Eppure, Roma ha retto. E anche noi. Come voce narrante delle gite organizzate da mia sorella Giusy, che con il progetto “Una gita al mese” ha ormai scoperto la sua vera vocazione, posso dire che questa volta si è superata. In appena due giorni ha messo in piedi un gruppo di 46 persone, portandoci a varcare la soglia delle quattro Porte Sante delle basiliche romane: San Paolo fuori le Mura, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Pietro. In pellegrinaggio alla tomba di Papa Francesco nella Basilica di Santa Maria Maggiore Sì, è vero, è il percorso tipico che ogni fedele desidera compiere durante il Giubileo per ottenere l’indulgenza plenaria. Ma in questo caso è stato molto di più. Ogni soglia è stata varcata accompagnati dalla guida autorizzata della Regione Lazio, Simona, che ci ha condotto tra date, eventi storici, elezioni e morti di Papi, tessendo un racconto che ci ha avvolto fino all’ultima tappa.E proprio lì, da fedeli siamo diventati pellegrini: abbracciando una Croce, abbiamo percorso a piedi il tratto da Via della Conciliazione fino alla Porta Santa di San Pietro.Ognuno di noi ha vissuto un momento profondo, personale, intenso. “L’abbraccio della Croce” Abbracciare e sostenere la Croce, anche solo per pochi metri, è stato il modo per dedicare un pensiero a chi nel mondo soffre. Un gesto di amore fraterno, di speranza.Esattamente il messaggio che questo Giubileo 2025 vuole diffondere. È stata un’esperienza indimenticabile. I viaggi di gruppo Devo ammettere che mi sto ricredendo: nei viaggi di gruppo c’è davvero qualcosa di magico. Da sempre un po’ scettica, sto scoprendo che questi viaggi riescono a trasformare un insieme di sconosciuti in una comunità.Il pullman, questa “scatoletta su ruote“, crea legami: si condivide lo spazio, si rispettano i tempi, ci si adatta. E piano piano, si comincia a muoversi come un solo corpo.Grande merito, va detto, a chi guida tutto questo con passione. E mia sorella in questo è straordinaria. Gli anni del Giubileo Il Giubileo è un evento che si ripete ogni 25 anni. Avevo 10 anni quando ne ho sentito parlare per la prima volta, ma non avevo avuto modo di partecipare. Ho partecipato a quello di 25 anni fa, quando, viaggiando di notte dalla Calabria, avevo raggiunto a sorpresa la mia famiglia, mia madre le mie sorelle, i miei nipoti che si erano organizzati con le suore di Cristo re di Eboli, a quel tempo non avevo vissuto appieno l’aspetto mistico e avevo addirittura indotto una parte del gruppo a saltare una chiesa per andare a piazza di Spagna, dove nella metropolitana mi avevano anche rubato il portafogli! Un episodio leggendario nella mia famiglia che mi viene spesso rimproverato per essere sempre una che sfugge alle regole. Come si cambia. Oggi, a distanza di venticinque anni, mi sono immersa in ogni tappa come fosse la prima volta.Molti di noi tra altri venticinque anni non ci saranno, o non avranno le forze per affrontare un percorso simile. E forse anche per questo, ciascuno di noi ha vissuto questo viaggio come unico e irripetibile. Tra le letture che mi hanno accompagnata, una in particolare mi ha colpita: quella legata alla “geografia emozionale”, un approccio al territorio che mette al centro la percezione soggettiva dello spazio. Una disciplina che unisce geografia, psicologia, antropologia, urbanistica, sociologia. Un modo nuovo di raccontare i luoghi, farli vivere, renderli capaci di generare emozioni, riflessioni, incontri. Ecco perché vi parlavo, all’inizio, di approccio giusto.È tutto lì, nel modo in cui si sceglie di vivere un viaggio. Caravaggio, oltre la luce Caravaggio, la Flagellazione di Cristo Dulcis in fundo, abbiamo concluso la nostra esperienza con la visita alla mostra dedicata a “Caravaggio 2025″ con le opere esposte a Palazzo Barberini.Non ci sono parole sufficienti per descrivere l’emozione che suscitano le sue opere. Da quel buio profondo, la luce esplode con forza quasi innaturale, eppure assolutamente viva. Anche qui, l’organizzazione è stata impeccabile: la mostra era sold out, eppure Giusy è riuscita ad assicurarci i biglietti. Un piccolo miracolo in mezzo ai miracoli. P.S. Nota di merito al nostro autista Costantino: questa volta il pullman sembrava un destriero purosangue con una rosa tatuata, guidato con agilità e sicurezza tra strade chiuse e orari serrati. Un vero condottiero. Solo due giorni… ma abbiamo fatto il pieno di bellezza, di emozione e di speranza.Perché Roma è davvero caput mundi. E nel Giubileo, forse, lo è ancora di più. (*Voce narrante, Una gita al mese) Fede, natura e memoria: diario di un viaggio umbro Autore Antonella Dell'Orto Biologa e contadina. E tanto altro ancora. Visualizza tutti gli articoli