La potatura invernale nel Cilento: tradizione e innovazione in vigna LA CESTA DELLA BIODIVERSITA TERRITORI di Rosa Pepe Scritto lunedì, 27 Gennaio, 2025 10:46 Due visite dimostrative per la “potatura invernale” presso due aziende vitivinicole del Cilento: a Capaccio-Paestum e a Felitto. La prima presso l’azienda di Carlo Polito e l’altra di Basilio Mucciolo Giovanni. Il 27 e il 28 gennaio, nell’ambito del progetto Sostevin, con i ricercatori del Crea di Pontecagnano, la potatura diventa oggetto di formazione e di divulgazione soprattutto per i giovani e per chi vuole approfondire un settore che negli ultimi anni, grazie anche ad un turismo lento e più attento alle tradizioni enogastronomiche dei luoghi, sta acquisendo fette di mercato importanti. E così l’incontro è rivolto a viticoltori, tecnici agricoli, appassionati di vino e a tutti coloro che vogliono approfondire le loro conoscenze sulla viticoltura sostenibile. Ma anche per chi vuole scoprire le potenzialità di vitigni come il barbera e ottenere vini di qualità. Saranno presenti i relatori: Anna Pina Arcaro, Ente per lo Sviluppo Sostenibile I Piccoli Campi S.r.l, (capofila del progetto Sostevin); Angelo Raffaele Caputo: RTS del Progetto e Ricercatore CREA-VE Turi; i partner aziendali del progetto: Carlo Polito, Giovanni Mucciolo, Capo Francesco. Ad illustrare “I Principi generali di fisiologia della vite: le operazioni di potatura”, i ricercatori del CREA – VE Turi (Bari): Luigi Tarricone, Giovanni Gentilesco, Vittorio Alba e la moderatrice degli incontri, l’agronoma Rosa Pepe. Salute delle viti e qualità della produzione La potatura invernale è un momento importante per garantire la salute delle viti e la qualità della produzione. Gli obiettivi principali del progetto ruotano attorno a quattro pilastri fondamentali: stimolare la conoscenza delle ricchezze naturali locali, introdurre innovazioni capaci di qualificare il sistema produttivo, valorizzare le risorse endogene dei territori e migliorare la competitività delle aziende agricole e, più in generale, del contesto territoriale. Le attività previste affrontano aspetti chiave della filiera vitivinicola. Tra queste, la zonazione viticola, che consente di analizzare e classificare le caratteristiche specifiche di ogni area di coltivazione, e la caratterizzazione ecofisiologica, finalizzata a comprendere come le piante interagiscono con l’ambiente. A queste si aggiunge lo sviluppo di tecniche innovative come l’enologia di precisione, che punta a ottimizzare ogni fase della produzione vinicola, e la produzione di vini passiti, espressione della tradizione ma anche di una raffinata ricerca qualitativa. Non mancano poi attività di caratterizzazione metabolomica, per analizzare nel dettaglio le componenti chimiche dei prodotti, e le strategie per la difesa del vigneto, indispensabili per proteggere le coltivazioni da minacce climatiche e parassitarie. E poi c’è un altro importante elemento: la valorizzazione storico-culturale, perché il vino non è solo un prodotto, ma un elemento identitario che racconta la storia e la cultura di un luogo. Cilento senza cilentani, piano salvi aree interne: petizione sul web Autore Rosa Pepe Visualizza tutti gli articoli