La Ferla Spa pronta a investire con Limenet senza il Sin nel porto ERROR404.ONLINE di Massimo Ciccarello Scritto lunedì, 20 Ottobre, 2025 20:51 AUGUSTA – E’ il progetto della lombarda Limenet, che fra gli azionisti annovera la storica Spa augustana Leone La Ferla, l’obiettivo della cancellazione dei vincoli Sin invocata dall’amministrazione di Augusta. Secondo il sindaco Giuseppe Di Mare, la start up sarebbe pronta a forti investimenti per ampliare l’attività nel porto, attualmente a livello embrionale. Ma il programma di espansione sarebbe frenato dalla “burocrazia”, relativa ai nuovi insediamenti industriali sul Sito di interesse nazionale, che comprende anche il letto marino della rada Megarese impregnato di sostanze tossiche. Il primo cittadino lo ha spiegato in un’intervista, rilasciata il 20 ottobre all’emittente siracusana Fm Italia, il giorno dopo aver lanciato il sasso durante la convention di apertura della sua campagna elettorale al Mangia’s di Brucoli. In quella occasione si era tenuto più largo, ma anche più netto, sulla questione dei vincoli ambientali legati alle bonifiche. Dicendo, e poi ribadendo il concetto pure all’intervistatore Gianni Catania, che “se qualcuno si è reso conto che è meglio non toccare niente nei fondali, allora è meglio che cominciamo a pensare quali aree liberare”. Pur dichiarandosi “favorevole a bonificare, questo sia chiaro”, Di Mare è tornato a puntualizzare che “non voglio tornare ad accendere la luce nelle nostre case con la candela e con la cera”. Un’espressione già usata nella fastosa cornice del luxury resort, accolta dal caldo applauso delle migliaia di supporter accorsi per il lancio del “cinque+cinque” alla guida della città, quando ha argomentato come sia meglio per tutti gli investitori che “leviamo l’area Sin”. PER APPROFONDIRE: “Via il Sin, ostacola investitori”: Di Mare svela il suo +5 per Augusta Start up di Lecco aumenta azionisti e capitale sociale appena partita la sperimentazione in rada. sopra, progetto dell’impianto Limenet.copertina, la produzione di carbonato di calcio alla Leone La Ferla Spa (foto tratte dai siti societari). Per cominciare, secondo quanto fa capire il sindaco a mezzo radio, si può provare con la pratica della Limenet. Sede legale a Lecco, ha iniziato come “Srl benefit“, e grazie ai brevetti di alcuni ricercatori ha subito attirato attenzione nel mercato mondiale dei carbon credits. Dopo la sperimentazione a La Spezia, nel settembre 2024 installa nel porto di Augusta il primo modulo per la produzione industriale di bicarbonati di calcio dall’acqua marina, destinati poi a essere rilasciati in mare per contrastare l’acidificazione dei mari. Vanno così a compensare la Co2 che le industrie non riescono ad abbattere entro i limiti delle normative ambientali, o per questioni tecniche legate alla natura delle produzioni, o perché è più conveniente acquistare i “crediti di carbonio” che rinnovare gli impianti. Nonostante la produzione ridotta, il business della sua commercializzazione interessa la piattaforma di trading mondiale KlimaDao. Subito dopo arriva pure quella di investitori internazionali come Aither, CoreAngels, Forest Valley Catalist, Faros. Così, appena partita la produzione nella rada augustana, Limenet annuncia l’aumento del capitale sociale a 5 milioni di euro. E fra i nuovi azionisti c’è la Leone La Ferla Spa, azienda che esprime il presidente dei giovani di Confindustria Sicilia, Edoardo La Ferla. La storica società è stata riconosciuta dal ministero del Made in Italy, retto dal meloniano Adolfo Urso, fra le “eccellenze del sistema produttivo” italiano. Figurando in un francobollo delle Poste, che il Comune ha solennizzato con una manifestazione a Palazzo di città. PER APPROFONDIRE: Augusta, test in mare per nuovo impianto: produrrà carbon credits Italia con Di Mare sui vincoli ambientali del Sin da togliere: un vero disastro per lo sviluppo. sopra e sotto, la convention del sindaco Di Mare al Mangia’s. Di Mare, però, non si è limitato a convegni e filatelia. E di fatto, ha inserito le necessità della start up nel programma elettorale per le amministrative 2026, sia pure come emblematico apripista di una ridefinizione generale sui vincoli ambientali del Sin Priolo. Un’uscita ad alto rischio di impopolarità, sulla quale tuttavia non è solo, potendo contare sul sostegno politico e la potenza mediatica degli alleati. In testa a questi revisori dell’ambientalismo ai sensi di legge c’è Francesco Italia. Il sindaco di Siracusa ha salutato con favore la ricandidatura del collega, sia alla convention brucolana, sia alla stessa radio siracusana dove il meloniano aveva rivelato il progetto Limenet. “Il Sin è stato un vero disastro per lo sviluppo del nostro territorio, e continua a esserlo”, dice Italia in collegamento. Spingendosi persino a mettere in discussione quelli che sono principi cardine per mantenere il riconoscimento Unesco:“E’ più importante una scuola o una latomia, che al 95 per cento della popolazione importa poco? Bisogna mettere sulla bilancia i pesi”. Si dichiara appassionato di archeologia, eppure ignora che “studiare e catalogare” non esime dal preservare, perché ogni sito è un archivio di informazioni che si rivelano con l’evoluzione delle metodologie d’indagine, come quella ad esempio del dna introdotta pochi decenni fa. PER APPROFONDIRE: Megara Iblea, scavo francese scopre il porto militare greco? Pd, Gerratana: con sindacatura Di Mare si ripropone il Superpartito che governa contratti politici. In questo furore revisionista, Peppe Carta non è da meno. Quando il leader di Grande sicilia parla al Mangia’s, vanta una diversità da chi sta fuori dall’alleanza che ha dato vita alla presidenza Michelangelo Giansiracusa per il Libero consorzio. “Noi facciamo diversamente da loro, lo facciamo con la valorizzazione del territorio, col rilancio e con le opportunità”, dice il deputato regionale che presiede la commissione Ambiente all’Ars. Con il vento di stampo trumpiano sul business sopra di tutto, che soffia sempre più forte in un centrodestra osannato da folle abbagliate dal “+” per tutto, nel quale stranamente non figura mai l’assistenza sanitaria, il Partito democratico è il primo a intestarsi la voce di chi non si adegua. “Per una città come Augusta si arriva addirittura a evocare l’eliminazione della legislazione Sin, anziché mettere al centro la riconversione ecologica e industriale e il piano delle bonifiche”, attacca Piergiorgio Gerratana. Nel comunicato diffuso 24 ore dopo la reunion degli avversari al Mangia’s, location dai costi sicuramente adeguati alle 5 stelle alberghiere della struttura, il segretario del Pd siracusano osserva che “la sindacatura Di Mare ha riproposto il progetto del Superpartito provinciale fatto dalla destra e dal finto civismo, che possiamo definire cinismo, che governa contratti politici di occupazione del potere senza una vera prospettiva di sviluppo sostenibile“. 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