I limoni della Costiera amalfitana come uno spot nell’ultimo libro di Aciman CULTURA GLOBAL LOCAL PRIMO PIANO di Maria Rosaria Sannino Scritto venerdì, 7 Maggio, 2021 08:05 Ultimo aggiornamento giovedì, 13 Maggio, 2021 12:55 “L’ultima estate” sta alla Costiera amalfitana, come una buccia di limone d’Amalfi a guarnizione di un cocktail. Perché altre tracce della Divina, nell’ultimo romanzo di André Aciman, non se ne intravedono proprio. Nonostante lo sforzo dell’ufficio stampa di Guanda, nel promozionare il libro con un’ambientazione “di tendenza” estranea però al racconto. Che se proprio descrive un luogo reale “nel Sud dell’Italia”, semmai somiglia più ad Ischia. Però c’è il limone della Costiera amalfitana che diventa essenza e presenza. Un vero spot per questo prodotto che è anche emblema di un territorio. “Sono dovuto andare dall’altra parte dell’isola per firmare degli atti, e alla fine ho passato la notte lì”, narra il protagonista Raul nel terzo capitolo. Il quale, quando propone una gita fuori porta alla comitiva di giovani americani appena conosciuti, dice che “se volevano avrebbe mostrato loro il punto esatto dove un tempo sorgeva l’antica Cuma”. Un’area archeologica facilmente raggiungibile dagli aliscafi di Pozzuoli, piuttosto che dalla costa salernitana. Infine, questo “gentiluomo del Perù” conosciuto in albergo, “non era venuto per le acque termali o i bagni di fango”; servizi sconosciuti ai Grand hotel amalfitani, a differenza di quelli ischitani. In un tweet il lancio del libro di André Aciman “L’Ultima estate”, con la recensione su La Lettura del Corriere della Sera Quel profumo incredibile dei limoni della Costiera amalfitana Aciman infila la Costiera amalfitana solo quando viene servito “un altro giro di Martini, e dai bicchieri si levò un improvviso soffio di un’aroma”. Tale da spingere un comprimario della storia a chiedere (a pagina 44)“da dove viene questo profumo incredibile”? E Raul risponde: ”Dai limoni della Costiera amalfitana. Non esiste niente di paragonabile al mondo. Finché non assaggi questi, non saprai che sapore hanno i limoni”. L’autore evidentemente li apprezza talmente, che inserisce nel racconto un vero e proprio rituale nel gustarli. Il misterioso Raul se ne fa portare uno e, “con un coltellino affilato”, inizia “a staccarne la scorsa” per distribuirla a tutti i presenti “che avevano ascoltato la sua elegia del limone amalfitano”. Alla fine chiede, quasi retoricamente:“Ne avete mai assaggiati di così profumati?”. Scontata la risposta:“No mai”. Tanto è bastato perché accennassero ad Amalfi come location, i titoli delle critiche apparse sui supplementi letterari dei maggiori quotidiani italiani. Tra natura arcana e lussureggiante e misteriosi giardini segreti Esaurito il capitolo da gourmet, che contempla pure i pranzi a base di carpaccio di pesce fresco nel ristorante a 5 stelle, la storia di Aciman va avanti con le cadenze del mistery vittoriano. Dove enigmatiche passeggiate nella natura arcana e lussureggiante che ricorda il vallone Porto di Positano, e misteriosi giardini segreti come nelle storiche ville di Ravello, si alternano a calette appartate e quasi irraggiungibili. Le 150 pagine a caratteri grossi e interlinea larga del volume (16 euro il prezzo di copertina), con una prosa scorrevole portano il lettore a dipanare gli interrogativi che abilmente vengono suscitati fin dalle prime battute. Il senso di predestinazione aleggia lungo la narrazione, ma tutto con tono leggero, a tratti quasi da romanzo sentimentale. La recensione del libro di André Aciman pubblicata su La Repubblica Il fato e l’eternità dell’amore Lo scrittore statunitense nato ad Alessandria d’Egitto ha una biografia composita, che riflette il crogiolo di culture mediterranee ed europee che oggi chiamiamo “cultura occidentale“. Tuttavia stavolta attinge a piene mani dal realismo magico dei grandi sudamericani, senza però imitarne (o raggiungerne) le profonde sfaccettature. Questo gradevole libro di Aciman ricalca quei registri narrativi del Nuovo mondo in lingua spagnola, però gli manca la dimensione giocosa e fiabesca con la quale la letteratura del Latinoamerica riesce a trattare anche i temi più tragici. “L’ultima estate” resta comunque una lettura abbordabile sul fato e sull’eternità dell’amore, dove gli oleografici paesaggi campani da Grand tour fanno da seducente cornice. La copertina dell’ultimo libro di André Aciman Tira ancora il fascino della Costiera amalfitana Al lettore amalfitano c’è però un’ulteriore riflessione che nel libro si può “leggere”: quella di una Costiera appena accennata per i suoi limoni, eppure usata senza problemi per promuoverne le vendite. Testimonianza inequivocabile che il fascino di questa terra tira ancora, persino in un settore in crisi da sempre come l’editoria. E questo è un segnale che induce ottimismo per la ripartenza del turismo, praticamente sparito con la pandemia che dura da più di un anno. L’esportazione degli agrumi della Costiera amalfitana e Catania in un video del 1932 Il “miracolo laico” ne I limoni di Eugenio Montale Twitter, shitstorm su Amalfi: alberghi e parcheggi troppo cari Quando la Costa d’Amalfi finiva a Capri De Luca ad Amalfi apre la strada e pretende mani libere sugli appalti